Al FRaC “L’Età del Bronzo” con la Fonderia Caporrella

Sabato 15 febbraio alle ore 18,30 sarà inaugura la mostra L’ETÀ DEL BRONZO. Sculture contemporanee dalla Fondazione Caporrella: esposizione che apre il programma di eventi che copre l’intero arco di attività. sino all’estate. Promossa e realizzata dal Museo-FRaC Baronissi in collaborazione con la Fondazione d’arte contemporanea “Vittorio Caporrella” e come partner la Fondazione Rossi e il Museo ARCOS di Benevento, la mostra si inserisce nell’ambito delle proposte di valorizzazione degli scambi e delle collaborazioni avviate dal Museo-FRaC, nel corso degli ultimi due anni che hanno contribuito ad accrescere il dialogo e i rapporti con collezioni e Fondazioni private, nell’ambito del progetto finanziato dalla Regione Campania – Decreto Dirigenziale. Iniziative per la “Promozione e valorizzazione dei musei e delle biblioteche”2024.

Curata da Massimo Bignardi l’esposizione mira a richiamare l’attenzione sul valore e il significato di un genere che ha segnato la storia dell’arte italiana. L’attenzione è stata rivolta, grazie alla Fondazione Caporrella di poter proporre al pubblico, bronzetti realizzati da artisti contemporanei presso la fonderia romana di Pietro Caporrella, dagli anni ottanta ad oggi. Nelle sale della Galleria dei Frati sono in mostra opere di: Arman, Enrico Baj, Giovanni Balderi, Agostino Bonalumi, Pietro Cascella, Tommaso Cascella, Claudio Costa, Gino Filippeschi, Edgardo Mannucci, Franco Marrocco, Umberto Mastroianni, Nunzio, Arturo Pagano, Francesco Roviello, Nicola Salvatore, Elisabetta Simeone, Daniel Spoerri, Alì Traoré, Luigi Vollaro.
“Quello che ogni anno la direzione artistica del Museo-FRaC sottopone all’attenzione della Giunta – scrive nella prefazione al catalogo Anna Petta, sindaco di Baronissi – , è un programma segnato da un attento calendario di mostre, scandito da incontri, presentazioni di libri, proiezione di film: è un’apertura alla conoscenza, al dialogo, un’occasione, come è per gran parte delle mostre, di riscoperta di artisti che operano nell’area regionale. Con la mostra L’età del bronzo parte l’attività espositiva del Museo-FRaC Baronissi per il 2025. Nelle sale e nella galleria dei Frati, oggi trovano posto piccole sculture in bronzo; opere che rinnovano la tecnica della fusione arricchendola di nuovi apporti, nuove sperimentazioni. Il risultato è un tracciato espositivo che racconta, in sintesi, cinquant’anni della vita concreta e creativa all’interno della fonderia di Pietro Caporrella, al quale va il nostro ringraziamento”.

“Inizialmente – racconta Pietro Caporrella ripercorrendo la storia della sua fonderia – mi ero posto due obiettivi: il primo era quello di dare risposte alle esigenze espressive dei vari artisti sempre più numerosi con cui lavoravo, o meglio collaboravo, perché il mio rapporto con l’arte e ogni singolo artista è stato sempre aperto a ricercare nuove soluzioni che rispondessero il più possibile alle domande che l’artista poneva al bronzo. Il secondo obiettivo era il contenimento dei costi, per rendere la fusione in bronzo accessibile anche ad artisti giovani o emergenti che non sempre disponevano o, come di recente, dispongono dei finanziamenti necessari. Molte opere della Fondazione sono nate anche da uno scambio fra la fonderia e gli artisti”.
“L’età del bronzo è una riflessione sul valore del ‘bronzetto’ – scrive Massimo Bignardi nel saggio che apre il catalogo edito da Gutenberg Editore – , con il desiderio di riprendere il senso di una secolare tendenza della produzione scultorea che, con alti e bassi, ha trovato in Italia, nel corso del secolo ‘breve’, una significativa stagione registrata nella metà del secolo scorso. Tutto questo prima dell’avvento del ‘multiplo’ realizzato secondo i metodi del disegno industriale e che, in ambito pittorico, trovava una corrispondenza con la grande stagione della grafica d’arte, soprattutto con l’invasione delle serigrafie da i nefasti effetti. Un momento “d’oro” che trovava riscontro in una qualificata attenzione del collezionismo che riconosceva, come ancora oggi, nel ‘bronzetto’ una specifica categoria di oggetti d’arte.

[…] La traccia espositiva parte dal vitalismo dell’oggetto riproposto, in chiave provocatoria ed ironica, da Daniel Spoerri, con il quale Pietro Caporrella stringe negli anni un’affettuosa amicizia: su sua segnalazione giungeranno in fonderia Arman, César, protagonisti, con Spoerri, del novorealismo che faceva capo a Restany. Sarà poi la volta di Edgardo Mannucci, di Enrico Baj due interpreti del nuclearismo italiano; di Agostino Bonalumi e Claudio Costa, dirottando, successivamente, su alcuni protagonisti del dibattito artistico in Italia degli anni Ottanta. In tal proposito penso a Nunzio, del quale è in corso una mostra dedicata alle esperienze proprio di quegli anni, con opere provenienti dalla collezione di Fabio Sargentini, allestita presso la galleria dello Scudo di Verona, a Tommaso Cascella, ma anche ad un artista poco noto alla scena espositiva italiana, Alì Traoré scultore senegalese che avevo conosciuto a Tuoro sul Trasimeno, in occasione dell’inaugurazione delle sculture installate nel secondo cantiere di “Campo del Sole”, nel 1986. Infine presenze della scultura italiana, tra gli anni Ottanta e Novanta, ambito nel quale si collocano le esperienze di Francesco Roviello, Gino Filippeschi, Nicola Salvatore, Luigi Vollaro, Giovanni Balderi, Arturo Pagano e Franco Marrocco, artisti che declinano linguaggi diversi, segnati, ciascuno, da una distanza dalle esperienze, in scultura, proprie della stagione postmoderna”.
La mostra è visitabile fino a domenica 23 marzo 2025