Alberto Fortis a Salerno: la sua musica tra poesia e dissenso
Il live di Alberto Fortis, sabato sera al Centro Sociale di Salerno, non è stato solo un concerto nel quale mettere in fila una serie di canzoni e accontentarsi di ricevere applausi entusiasti da un pubblico di appassionati. No, è stato molto di più. A tratti surreale, decisamente poetico. Dentro il filo di perle che lega i suoi brani più conosciuti, e non solo, ci sono significanti più ampi. E il compito di un artista è proprio questo. Non rinchiudersi dentro “la grande grotta” dei propri successi ma far sentire la propria voce. Gridare il dissenso contro una attualità che ha disprezzo della vita. E lo fa con le guerre, con il turbo capitalismo, con l’arroganza del potere. Ed è stato così. Un regalo al pubblico, per nulla banale.

Era la prima tappa del tour. E prima dell’ingresso sul palco è stato proiettato il videoclip del nuovo singolo “Shopping con Alanis”. Un brano in perfetta sintonia con le tematiche del live. I non luoghi, lo shopping compulsivo e quella filosofia dei nativi americani che da sempre entusiasma Fortis. Ma il concerto decolla con gli arei di “Hey Mama” per scendere in picchiata sulle note di “Forever Young” di Bob Dylan (che Fortis ha conosciuto aprendo il suo live a Milano), quasi una dichiarazione d’intenti: “possa Dio benedirti e proteggerti sempre” e “possano tutti i tuoi desideri diventare realtà”. Proprio mentre in queste ore, al cinema, si proietta “A Complete Unknown”, il film di James Mangold interpretato da Timothée Chalamet dedicato a mister Zimmerman.
Non sarà l’unico “standard” che Fortis regalerà al pubblico di Salerno. Le scelte dei brani off scaletta sono particolarmente interessanti. Da quella “Forbidden colors” di Ryuichi Sakamato, che ci riporta alla mente le immagini del bellissimo “Furyo”, la pellicola che narra del rapporto tra un prigioniero inglese e una delle guardie anziane del campo, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale. E ancora ci sono “In my Life” dei Beatles, dedicata a John Lennon; “One” degli U2 con le sue domande: “Is it getting better, or do you feel the same?” e “Will it make it easier on you, now you got someone to blame?”. E poi la citazione sul finale della sua “Marylin”, con quella delicata “Happy Birthday Mr President” che la Monroe cantò al presidente JFK.

E poi spazio alla nostalgia. Che per una sera ha riportato il pubblico agli anni del liceo. E così arrivano “La nena del Salvador” in una versione piano e voce da brividi. “Il duomo di notte”, quello che cambiò il corso della vita a un allora giovane Fortis. Era il 1979 e l’album titolato semplicemente “Alberto Fortis” lanciò il cantautore nell’olimpo dei grandi, due anni prima de “La grande grotta”, il disco che lo consacrò. L’atmosfera si scalda sulle note di “Milano e Vincenzo”; “Nuda e senza seno”; “Fragole infinite” fino ad arrivare a quella straordinaria e poetica “Settembre” (Ed un giorno mi disse: entra ti aspetterò. Ma il nemico da sempre si cattura così. Apri bene la porta. Fallo entrare da te. Lei l’ha fatto settembre. Lei l’ha fatto con me) che rapì i nostri cuori proprio mentre, almeno dalle nostre parti, Pino Daniele dava alle stampe “Vai mo’” facendoci cantare a squarciagola “Yes I Know My Way”.
Nei bis spunta “La sedia di lillà”, anche in questo caso, piano e voce che mette i brividi. E tutto si chiude con “Nessun dorma” di Puccini che si lega a “Dentro il giardino” il brano che chiude l’omonimo album del 1994. Applausi. Le luci in sala si accendono, il pubblico è soddisfatto. Gli autografi e i selfie. E il piacere di aver ritrovato un nuovo spazio per la musica dal vivo, il Centro Sociale, che come ha spiegato il presidente di Salerno Solidale Filomena Arcieri, sarà ancora utilizzato per concerti.
