Finalmente arriva la tregua a Gaza

di Pierre De Filippo-

Nella serata di ieri, mercoledì 15 gennaio, è finalmente arrivata la tanto attesa tregua a Gaza: la guerra israelo-palestinese, l’ennesima, ha, al momento, una data dirimente.

Dopo negoziati intensissimi durati mesi, il governo presieduto dal sempre più ambiguo e contestato Benjamin Netanyahu e i leaders di Hamas hanno trovato un accordo. Anche questo, come tutti gli accordi di questo tipo, ambiguo e già criticato dai più radicali di ambo le parti.

Cosa prevede, in sintesi?

Una prima fase di sei settimane durante la quale saranno rilasciati gradualmente trentatré ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas. In cambio, Gerusalemme rilascerà trenta prigionieri per ogni civile e cinquanta per ciascuna delle cinque soldatesse tenute ostaggio.

Tra i prigionieri rilasciati non ci sarà Marwan Barghuthi, da molti ritenuto l’unico in grado di formare un governo di unità nazionale in Palestina e condannato dalla Stato di Israele a cinque ergastoli.

I civili palestinesi potranno tornare nel nord della Striscia e quotidianamente seicento camion avranno accesso per rifornirli di aiuti umanitari.

L’esercito israeliano si ritirerà dal corridoio Netzarim mentre continuerà a presidiare il Filadelfi, a confine con l’Egitto.

La seconda fase, i cui dettagli saranno specificati col prosieguo della prima, prevederebbe il ritiro totale dell’esercito israeliano dalla Striscia e la liberazione da parte di Hamas degli ostaggi ancora nelle sue mani. La terza, e ultima, la restituzione delle salme israeliane e la predisposizione di un piano di ricostruzione per Gaza.

Il piano segue, essenzialmente, le linee già tracciate da Biden nella sua conferenza della fine di maggio del 2024. Un suo successo, nonostante Trump sia già corso ad accaparrarselo.

“L’accordo si è potuto chiudere solo dopo la mia clamorosa e straordinaria vittoria” ha detto. Gli ha risposto Biden che “i termini sono esattamente quelli proposti dalla mia amministrazione lo scorso anno”.

Intanto, nel governo israeliano, come era facile prevedere, l’ala più oltranzista di estrema destra (i ministri Smotrich e Ben Gvir) hanno già detto che si schiereranno contro questo umiliante accordo.

La tregua ora è essenziale.

Ma l’essenziale è che regga.

 

 

Map of the conflict area around the Gaza strip. Mor.Public domain

 

Pierre De Filippo Pierre De Filippo

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