Dal Cilento a Ventotene estate felice per le tartarughe marine
Record di nascite e programmi per la tutela della specie- di Vincenzo Iomamzzo-
La stagione estiva post-Covid fa registrare il record di nidificazioni delle tartarughe marine sulle coste del nostro Paese. Sono, infatti, 160 i nidi scoperti finora nelle spiagge di tutta Italia e il bilancio è destinato ad accrescersi con le schiuse di uova prevedibili ancora per un po’ di tempo. Si contano 62 nidi in Sicilia, 58 in Calabria, 8 in Puglia, 3 nel Lazio, 4 in Toscana e ben 25 in Campania.
In particolare sulle coste del Cilento, grazie anche all’aumentata collaborazione dei bagnanti con gli stabilimenti balneari, è stato possibile vedere nascere un numero record di tartarughine caretta-caretta dalle uova deposte nei mesi scorsi sui lidi di Montecorice, San Mauro Cilento, Acciaroli, Ascea Marina, Pisciotta, Centola Palinuro, giù fino ad Eboli.
Le nidificazioni si sono susseguite quasi all’ordine del giorno e vedono ancora mobilitate decine di volontari pronti a segnalare le tracce e a proteggere le aree individuate fino all’arrivo degli esperti ENPA e della stazione zoologica “Anton Dohrn” di Napoli.
All’inizio di agosto ha guadagnato il mare (e la notorietà) per prima “Irene”, fatta nascere nel cuore della notte per evitare assembramenti, sulla spiaggia di Ascea, dove la mamma aveva deposto le uova il 12 giugno dietro lettini e ombrelloni, seguita poco dopo da una mini-processione di altri 52 animaletti teneramente impegnati a raggiungere l’azzurro mare del Cilento.
Processione anche di turisti e curiosi sorpresi dalla novità e attenti a non perdersi il momento della corsa verso il mare delle tartarughine, quest’estate abbondantemente più numerose del 2016, anno del precedente record con (soli) 11 siti registrati. Non è mancato chi abbia espresso la convinzione che il risultato potesse essere stato in qualche modo favorito dal lockdown.
“Questo tratto di costa, spiega Sandra Hochsceid, coordinatrice del Turtle Point della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Portici, è l’unica area del Mediterraneo occidentale dove la nidificazione delle tartarughe marine ha assunto carattere di regolarità”.
Un plauso anche ai volontari dell’ENPA di Salerno, animati dal team di Roberta Teti, che contribuiscono a regolare le operazioni e si emozionano ogni volta che vedono sparire nel blu gli animaletti dopo giorni e notti trascorsi a monitorare e difendere i nidi.
Ma la protezione delle tartarughe va oltre, con la realizzazione di programmi scientifici di monitoraggio dei loro comportamenti, come avviene per esempio nell’Area Marina Protetta dell’isola di Ventotene. Qui, nel mese di luglio sono stati restituiti al mare tre esemplari di tali rettili recuperati in natura ed equipaggiati con trasmettitori satellitari. Tali apparati consentiranno ai biologi di seguire gli spostamenti degli animali e ricevere informazioni sulle loro abitudini al fine di assicurare una migliore e più rigorosa tutela della specie.
Ad oggi i risultati sono estremamente confortanti, spiega soddisfatto Antonio Romano direttore dell’Area Protetta dell’isola pontina, con numeri di avvistamenti superiori alle aspettative e incontri imprevisti, come la coppia di tartarughe avvistata recentemente ad amoreggiare a poche miglia da Ventotene. Prova ulteriore dell’eccezionalità di questa stagione estiva anche nel Lazio.
Il primato cilentano e le best practices dell’isola di Ventotene inorgogliscono gli enti locali giustamente premiati per un certosino lavoro di anni in sinergia con il corpo delle Capitanerie di porto e con il mondo scientifico e accademico di riferimento. Per Tommaso Pellegrino presidente del Parco Nazionale del Cilento e Gerardo Santomauro sindaco di Ventotene, le tartarughe marine sono un ottimo bioindicatore della salute dell’ambiente e confermano la ecosostenibilità dei territori, il cui sviluppo turistico ed economico va nella giusta direzione: la stessa garantita dal ritorno sistematico delle Caretta-caretta sulle medesime coste.
