L’emancipazione della donna: a che punto siamo?
di Luigi D’Aniello-
Uno dei primi movimenti importanti che si è battuto per l’emancipazione delle donne è stato il movimento femminista, che ha lottato per il riconoscimento dei loro diritti civili, politici ed economici. Infatti, tra le rivendicazioni c’era il diritto di voto, il diritto all’istruzione e il diritto al lavoro.
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Emmeline Pankhurst, (1913)
L’emancipazione della donna è un processo che ha radici profonde nella storia sociale e politica ed ha avuto, ed ha, l’obiettivo di garantire alle donne le stesse opportunità, diritti e dignità degli uomini.
La lotta per l’ emancipazione si è sviluppata alla fine del XIX sec. e nei primi decenni del XX sec. in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America, dove le donne hanno rivendicato il diritto al voto e parità di trattamento con gli uomini nelle varie mansioni, soprattutto nei lavori manuali e nelle fabbriche e molte sono le donne che con le loro azioni hanno dato un fondamentale contributo alla causa.
Una di queste è sicuramente Emmeline Pankhurst, fondatrice del movimento suffragista britannico che lottò per il diritto di voto delle donne e, grazie a lei, le donne britanniche nel 1918 ottennero il diritto di voto.
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Un’altra donna che in questo campo ha dato un grande contribuito è stata Rosa Parks, un’icona della lotta per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti.
Nel 1955, la Parks si rifiutò di cedere il suo posto in autobus a un uomo bianco, scatenando così il movimento dei diritti civili e ispirando milioni di persone in tutto il mondo.
Naturalmente, non possiamo dimenticare Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana che ha lottato per il diritto all’istruzione delle ragazze nel suo paese.
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Malala Yousafzai,
2019
Malala ha rischiato la vita per difendere il suo diritto all’istruzione e ha continuato a lottare per i diritti delle donne e delle ragazze in tutto il mondo.
Queste sono solo alcune delle donne straordinarie che con la loro determinazione e il loro coraggio hanno contribuito in modo significativo all’emancipazione delle donne, le loro storie, infatti, sono uno stimolo a continuare a lottare per l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne in tutto il mondo.
In Italia, la vera emancipazione si è affermata nel 1946 quando le donne parteciparono alle elezioni per l’Assemblea Costituente e nel 1948 alle prime libere elezioni politiche.
Grazie a queste lotte, le donne hanno acquisito nuove opportunità di carriera, di vita sociale e politica e hanno ottenuto maggiori garanzie di tutela contro la violenza di genere e la discriminazione.
Tuttavia, questa non è ancora completa e vi sono ancora molte sfide da affrontare, come la disparità di salario tra uomini e donne, la violenza domestica, la discriminazione sul luogo di lavoro e la sotto-rappresentazione delle donne nei ruoli di leadership. Nel mondo ci sono ancora molte disuguaglianze da superare, infatti, in alcuni paesi guidati da regimi totalitari o integralisti, il ruolo della donna è di totale sudditanza all’uomo. In molti paesi islamici la donna è velata, non può uscire e svolgere alcun lavoro al di fuori della casa e dipende economicamente dal marito, per non parlare poi dell’avvilente stato in cui le donne sono costrette a vivere, dai talebani in Afganistan: qui le donne non possono studiare, mostrarsi e curare la loro persona. Ancora peggio è ciò che avviene in alcune paesi africani dove la donna viene venduta e sottoposta a mortificanti mutilazioni.
Dunque, c’è ancora molto da fare in questo campo, perché esiste una grande differenza fra la condizione della donna da Oriente ad Occidente.
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