Riflessioni sul voto prima dell’apertura delle urne
- Editoriale Politica
Giuseppe Moesch
- Giugno 9, 2024
di Giuseppe Moesch*-
La prevedibile e spaventosa crescita dell’astensionismo degli elettori è un segnale del disagio dei cittadini di fronte agli irresponsabili dirigenti di partito interessati solo alla propria leadership senza programmi per risolvere i problemi della gente.
Da stasera sentiremo tutti quei signori che dimostreranno, numeri alla mano, confrontando tutto con tutto, come le loro scelte avranno permesso ai propri partiti di mantenere, recuperare, sorpassare, in buona sostanza vincere, anche questa volta.
Quello che emergerà sarà purtroppo la sconfitta della speranza e della democrazia.
Non credo che ci possa essere una qualche forma di resipiscenza, una presa d’atto del fallimento di una intera classe politica che ha sprecato tempo e risorse per interessi di bassa lega (absit iniura verbis).
Non ci saranno cambiamenti perché non cambierà il paradigma del potere; solo il controllo dei media permette di poter fare politica ovviamente vincolata agli interessi che essi rappresentano, e la pseudo contrapposizione che talvolta appare in TV o sui giornali, non è altro che la squallida contrapposizione di guelfi e ghibellini per la gestione la cosa pubblica, tutti appartenenti agli stessi gruppi di potere contrapposti.
Non appare consolatorio che il fenomeno non sia solo nostrano, ma coinvolga tutti i Paesi a democrazia avanzata.
Le ammucchiate a cui abbiamo assistito mescolando spesso diavoli e acqua santa sono la più chiara dimostrazione di quanto sopra, e la più ridicola è forse quella portata avanti da un figlio della ZTL, che ha riunito dietro e sotto le sue insegne anche soggetti, alcuni pochi in buona fede, appartenenti a blasonati partiti dal passato storico e glorioso, che con metodi da prima repubblica hanno offeso la propria storia.
La mia speranza, e sarò purtroppo quasi certamente deluso, è che proprio da quei pochi possa germogliare un nuovo Risorgimento, attorno al quale aggregare le forze sane che ancora vi sono tra gli ex socialisti, liberali e laici in generale, e le forze radicali, non accomunate in quella masnada che fa capo alla Bonino.
In attesa dello show potrei suggerire di occupare queste ultime ore ascoltando due canzoni che mi sono particolarmente care ovvero una di Franco Battiato, dal titolo “Povera Patria” e l’altra di Giorgio Gaber dal titolo “La mia generazione ha perso”, che come spesso ho avuto modo di ricordare sono state una sorta di filo rosso delle mie sconfitte.
*già Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno
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