La Pillola del Lunedì: Come si cambia
di Luigi D’Aniello-
Questa “pillola” nasce dall’appunto che spesso mi fanno i mie figli per il mio modo di rapportarmi con i nipoti: “papà, ma tu con noi eri diverso” -e io rispondo sempre dicendo-: “allora ero un padre, ora sono un nonno”.
In ogni caso, col passare degli anni, quasi sempre il gusto, le nostre opinioni, i nostri valori, le nostre priorità cambiano.
Ciò che una volta poteva sembrare importante o significativo, nel corso del tempo, spesso non ha più lo stesso impatto su di noi. Questo cambiamento quasi sempre è determinato da nuove esperienze, conoscenze acquisite, relazioni e situazioni vissute che ne hanno influenzato le prospettive e le aspirazioni.
Siamo un po’ come la nave di Teseo, che nel corso degli anni viene gradualmente ricostruita pezzo per pezzo, finché alla fine non resta più nulla degli elementi originali, infatti passo dopo passo l’esperienza, le relazioni, le sfide affrontate, le situazioni vissute e l’invecchiamento ci portano inevitabilmente a cambiamenti a livello fisico e cognitivo, che agiscono sul modo in cui ci si comporta e si percepisce il mondo: diventiamo altro senza neanche rendercene conto.
In poche parole la nostra vita è un continuo viaggio e noi siamo i pellegrini e ogni esperienza, buona o cattiva che sia, contribuisce alla nostra crescita e alla nostra evoluzione come individui, ma ogni persona è unica, ed ha il proprio percorso da seguire.
Siamo i viandanti che la percorrono alla ricerca del vero scopo nella vita, e molti filosofi, pensatori, religiosi e studiosi hanno cercato di dare una risposta a questa ricerca attraverso diverse prospettive e punti di vista.
Socrate credeva fermamente che la saggezza consistesse nel sapere di non sapere e che solo attraverso un processo di auto-riflessione e ricerca interiore si potesse trovare la verità e l’obiettivo della propria esistenza.
Per Platone, invece, nel mito della caverna, dove l’uomo è rappresentato come prigioniero all’interno di una caverna, legato e costretto a guardare solo le ombre proiettate dalle fiamme di un fuoco, riteneva che solo liberandosi dalle catene e uscendo dall’oscurità della caverna, l’uomo potesse vedere la vera realtà e conoscere il suo cammino.
Entrambi i miti sottolineano l’importanza di esplorare l’interno di se stessi e di sfidare le proprie convinzioni per scoprire il vero significato della vita, mostrando anche che la strada verso la realizzazione personale può essere difficile e piena di ostacoli.
Oggi, molti credono che lo scopo della vita sia legato alla realizzazione di se stessi, alla felicità personale, al perseguimento di obiettivi materiali o spirituali; altri invece ritengono che il fine ultimo della vita sia contribuire al benessere collettivo, aiutare gli altri, lasciare un’impronta positiva nel mondo.
Ritengo, invece, che al di là delle diverse opinioni, ognuno possa trovare il proprio significato e scopo nella vita, indipendentemente dagli ostacoli e dolori che vi si incontrano che possono essere superati solo se li affrontiamo armandoci di queste tre virtù: fede, speranza e carità; la fede fondata sulla ragione ci dà fiducia; la speranza ci dà il coraggio per seguire la nostra strada nella ricerca della verità, della felicità, della serenità e della saggezza; mentre la carità ci insegna ad amare senza riserve.
Solo così possiamo rendere questo peregrinaggio sulla terra un viaggio affascinante pieno di opportunità, ricco di significato e di amore.