Da Cava de’ Tirreni a Houston: Francesca Polverino, eccellenza nella ricerca sull’enfisema polmonare

“Negli USA se sei bravo nel tuo lavoro non c’è nulla che impedisca la tua crescita”.

Francesca Polverino, brillante Mente della medicina, parla delle nuove frontiere RAGGIUNTE DAL suo team di ricerca sull’enfisema polmonare.

di Maria Gabriella Alfano

Ha poco più di quarant’anni, ma il suo brillante curriculum testimonia un impegno costante che l’ha portata a distinguersi nel panorama della ricerca medica. Il suo percorso di studio e lavoro, sia in Patria che oltre confine, ha plasmato una professionalità eccezionale, rendendola una figura di spicco nel mondo della medicina. Cresciuta nella città metelliana, Francesca dopo la laurea presso la Federico II di Napoli, si è specializzata in pneumologia a Padova e a Palma de Maiorca. Poi si è trasferita a Boston dove  ha completato il suo dottorato di ricerca in Scienze mediche presso l’Università di Harvard. Al momento vive in Texas dove è a capo di un’equipe di ricerca sull’enfisema polmonare presso il Baylor College of Medicine di Houston. Non solo. Docenze universitarie, 140 pubblicazioni e tanto altro fanno di lei un esempio per le nuove generazioni.

Per questo brillante curriculum il Rotary Club di Cava de’ Tirreni le ha conferito il “Premio Cavesi nel Mondo” – 18ª Edizione”.

La incontriamo a margine della manifestazione. E’ a Cava da poche ore e ripartirà subito per Firenze dove parteciperà a un Convegno sull’enfisema polmonare.

Dottoressa, nel suo intervento di ringraziamento al Rotary ha ricordato gli inizi della sua carriera e il rammarico per non aver trovato spazio nel nostro Paese per mettere a frutto le sue competenze. Di qui la decisione di lasciare l‘Italia. Guardando al suo percorso professionale pensa che alla fine è stato meglio così?

Si, sono felice di essere andata all’estero ed in particolare negli USA che sono davvero la terra delle opportunità: se sei bravo nel tuo lavoro non c’è nulla che impedisca la tua crescita. Basti pensare che io sono arrivata all’università di Harvard nel 2010. Da totale sconosciuta e con un semplice dottorato, nel giro di cinque anni,  sono diventata “Prof.” In Italia questo non sarebbe mai potuto accadere per i motivi che tutti conosciamo.

Cosa si aspettava di trovare e cosa ha trovato all’Estero?

All’inizio sono andata negli Stati Uniti solo per fare un’esperienza di ricerca, sapevo che gli Stati Uniti investono più denaro in questo settore. Poi, visto come sono stata trattata da ricercatrice, ho deciso di rimanere per coltivare i miei sogni. Oggi posso affermare che non avrei potuto fare scelta migliore.

 Parliamo del suo lavoro, lei è a capo di un gruppo di ricerca. Che cosa l’ha spinta a diventare una ricercatrice?

In realtà all’inizio ho voluto distaccarmi da quello che faceva mio padre. Mio padre è un clinico molto conosciuto nel mio settore e volevo fare qualcosa che mi distinguesse da lui e che mi consentisse di sviluppare la mia carriera indipendentemente. Feci un dottorato di ricerca a Padova nel 2006 e venni introdotta alla ricerca sull’enfisema polmonare. Da quel momento mi appassionai e decisi di continuare.

Il gruppo che sta coordinando sta conducendo una ricerca sull’enfisema polmonare causato dal fumo delle sigarette. A che punto siete?

Stiamo scoprendo cose interessanti, soprattutto negli ultimi due anni. Per esempio abbiamo scoperto che il farmaco Metformina, che è usato per la cura del diabete, blocca l’enfisema polmonare. Questo potrebbe davvero portare ad un cambio nel trattamento dell’enfisema polmonare e delle malattie respiratorie nei fumatori.

Che cosa comporterà la ricerca per la cura del cancro al polmone?

Purtroppo, nonostante se ne sentano di tutti colori, il cancro dei polmoni è quello che ha una delle mortalità più alte tra tutti i cancri e per adesso non ci sono molte terapie che possano combatterlo. Ci sono però terapie sperimentali promettenti e sono certa che nel giro dei prossimi 10 anni si arriverà ad una cura, almeno per alcuni tipi di cancro al polmone

Dottoressa, otto anni a Boston, due a Tucson e ora Houston. Fare ricerca negli Stati Uniti è più facile che in Europa?

Si, è molto più facile perché gli Stati Uniti investono molto denaro sulla ricerca ed inoltre hanno un approccio non paternalistico e molto più meritocratico al lavoro.

Ha due figli piccoli,  negli anni ha dovuto occuparsi di tre trasferimenti nella sterminata America. I suoi genitori vivono in Italia. Quali sono i maggiori problemi che ha dovuto affrontare?

Fortunatamente mio marito è stato un grosso supporto nel corso degli anni. Senza di lui non avrei potuto fare tutti questi trasferimenti e dedicarmi tanto alla mia carriera, come ho fatto.

Un’ultima domanda. Vive negli Stati Uniti da oltre dodici anni, ma nel suo intervento ha affermato che non si è affievolito il legame con  Cava de Tirreni. C’è nel suo futuro l’idea di un ritorno se non nella sua città, almeno in Italia?

Anche se mi piacerebbe pensarlo e mi piacerebbe che i miei figli crescessero in Italia, ho cercato per molto tempo di tornare ma ho trovato porte chiuse. A questo punto credo che tornerò in Italia solo per le vacanze, come ho fatto fino ad adesso. Finché le cose in Italia non cambieranno, si investirà di  più sulla ricerca e sui talenti, non vedo la maniera di poter tornare a lavorare qui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maria Gabriella Alfano Maria Gabriella Alfano

Maria Gabriella Alfano

Architetto con specializzazione in pianificazione urbanistica, giornalista. Ha lavorato per molti anni nel settore pubblico occupandosi di piani, progetti e opere strategiche. E' stata presidente dell' Ordine degli Architetti di Salerno, direttore del trimestrale progetto "Progetto". Commissaria delle Riserve Naturali Foce Sale Tanagro e Monti Eremita Marzano e componente del Consiglio direttivo di Federparchi. E' presidente dell' Associazione Culturale L'IRIDE di Cava de' Tirreni. Viaggia spesso in tutto il mondo. Sposata, due figli, vive con il marito Pietro e due gatti.

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