Belgio nel terrore: dal quartiere Molenbeek partirono gli attacchi terroristici del 2015
di Antonietta Doria-
Da pochi giorni si è concluso il processo per gli attentati del 22 marzo 2016 a Bruxelles e già l’incubo jiadista della cellula di Molenbeek si è fatta sentire.
Nel 2016, a causa degli attacchi all’aeroporto di Zaventem e nella stazione della metro di Maelbeek, furono uccise 35 persone.
Il quartiere Molenbeek dove il terrorista dell’ISIS ha ucciso due tifosi svedesi è situato a nord ovest di Bruxelles, ed è lo stesso luogo da cui partirono gli attacchi terroristici che colpirono Parigi il 13 novembre 2015. Nel 2013, dal comune una quindicina di persone sono partite per combattere in Siria, in nome dello Stato Islamico. Diversi attacchi hanno avuto uno o più autori residenti a Molenbeek o che hanno alloggiato in Molenbee] tra questi vi sono Amedy Coulibaly, Chakib Akrouh Brahim e Salah Abdeslam.
Dal Belgio proveniva una delle auto utilizzate allora dentro la quale fu trovato un biglietto di un parcheggio di Molenbeek. L’uomo alla guida di una delle auto fu preso a Molenbeek. A Molenbeek furono arrestate sette persone collegate alla strage delle vie del centro del 2015 e del teatro Bataclan, a Parigi.
Ma cos’è Molenbeek? E’ questo un quartiere con elevatissima presenza di migranti, alto tasso di disoccupazione e grande ghettizzazione. E’ un comune a forte presenza musulmana, definito ” terreno fertile per il terrorismo islamista” e “casa dell’islamismo radicale del Belgio”.
Se già nel 2005 la giornalista Hind Fraihi aveva pubblicato un’inchiesta in cui affermava l’esistenza di un focolaio islamista e una rete di reclutamento di jihadisti a Molenbeek e se il leader del partito olandese di estrema destra, Geert Wilders, ha affermato circa Molenbeek, “è la Striscia di Gaza dell’Europa occidentale“, di che cosa ci meravigliamo, oggi?
Mario Scolas CC BY-SA 3.0
- File:Rive Gauche – Molenbeek.jpg
