Russia: resa dei conti interna, colpo di stato ad un passo

di Antonino Papa-

Evgenij Viktorovič Prigožin potrebbe essere l’uomo della svolta, da ex cuoco di Putin ad oligarca nel settore della ristorazione per poi abbracciare l’esercito e diventare il capo del battaglione (di mercenari) Wagner che, è il caso di dirlo, fino a ieri era saldamente al fianco del regime russo.

Gli accadimenti della scorsa notte hanno sovvertito gli equilibri in un già barcollante governo i cui membri da tempo, giorno dopo giorno, hanno iniziato ad abbandonare lo Zar ed assumere posizioni critiche in merito alla cosiddetta “operazione speciale” in Ucraina.

Il dissenso interno non deriva, però, dall’opportunità o meno di intervenite in Ucraina bensì dalla carenza di mezzi e di un target preciso, mancanze attribuite direttamente a Putin ed ai suoi fedelissimi fomentando anche la rabbia dei cittadini che hanno assistito a decine di migliaia di giovani russi morti sul campo di battaglia la maggior parte dei quali a causa della non meticolosa organizzazione delle Forze Armate.

La ribellione di questa notte era ampiamente prevedibile, Prigožin più volte autore di feroci invettive contro Putin e l’establishment del Cremlino, proprio per le citate carenze di mezzi ed organizzative, ha deciso di tentare di sovvertire il potere occupando, inizialmente e con 25.000 fedelissimi (ma si vocifera siano 50.000), la base militare di Rostov dalla quale si ha il controllo strategico praticamente di mezza Nazione.

“Ora il nostro prossimo passo è marciare su Mosca, siamo tutti patrioti russi, prenderemo le redini di questo Paese”.

Dichiarazioni pesantissime che gettano la Russia in piena guerra civile considerando che il condottiero ha dalla sua gran parte della popolazione che, dopo anni di fedeltà e supporto incondizionato a Vladimir Putin, non gli hanno perdonato gli errori, e le prevaricazioni degli ultimi anni, Ucraina compresa, che hanno generato isolamento e difficoltà.

La risposta dello Zar non si è fatta attendere: “Si tratta in n vero e proprio atto terroristico e gli autori di tale tradimento saranno puniti”; ma considerando le forze in campo non è chiaro come Putin intenderebbe fermare questa nuova rivoluzione supportata, ogni secondo che passa, sempre da un numero maggiore di cittadini russi e, soprattutto, da militari che “disertano” per unirsi al Gruppo Wagner

La situazione è critica, mezzi militari presidiano San Pietroburgo e Mosca dove si attende una vera e propria resa dei conti, città in cui può accadere di tutto.

Da anni era nell’aria un’azione del genere e la popolazione attendeva il momento opportuno per prendere quel coraggio che il nuovo idolo delle folle ha tirato fuori da ogni russo facendo leva sul patriottismo e le debacle di Putin.

Chi, come il sottoscritto, frequenta la Russia da circa 6 anni, ha toccato con mano ed avvertito il mutamento sociale di un grande Paese fino a qualche tempo addietro molto unito e, nel bene o nel male, sempre al fianco di Putin ma anche con dissenso costantemente in aumento, soprattutto tra le giovani generazioni.

I militari della Wagner intanto hanno già intrapreso il camino verso Mosca, notizia giunta dalla Russia mentre vi scrivo.

È questo l’inizio della Russia 3.0? Prigožin è solo ho ha alle spalle l’intelligence dei paesi occidentali?

Sono nodi che saranno sciolti nei prossimi giorni, probabilmente ore; Putin è forse al capolinea ma gli Zar non cedono lo scettro senza combattere, si prevedono momenti di estrema difficoltà a livello sociale ed il nostro auspicio è che nessun cittadino russo ci rimetta la vita.

 

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