“Il ladro di quaderni” è il nuovo libro di Gianni Solla

Da pochi giorni è uscito il nuovo libro di Gianni Solla “Il ladro di quaderni”, edito da Einaudi.

Anno 1942. A Tora e Piccilli in provincia di Caserta Davide accudisce i maiali, fanno parte della sua vita, infatti li chiama per nome. Deriso dai suoi compagni a causa di un difetto fisico spesso viene difeso da Teresa, sua amica che lavora nell’impresa di famiglia. La quiete rurale del paesino viene messa a soqquadro con l’arrivo di trentasei ebrei inviati nel comune casertano dalle autorità fasciste.

Questo evento e la conoscenza di Nicolas, uno dei trentasei nuovi ospiti del paesino, cambierà le loro vite in maniera indelebile. Evito di raccontare di più.

Si tratta di una storia di formazione e di crescita ma raccontata alla maniera di Gianni Solla. Il linguaggio è asciutto e semplice, essenziale. La narrazione non si disperde inutilmente in descrizioni che non aggiungerebbero nulla all’essenza del racconto.

“La grandezza del mondo non si poteva immaginare soltanto perchè sai che un maiale più un maiale fa due maiali”.  Con una semplice frase l’autore racconta l’ambientazione, la storia, il contesto e i sentimenti del giovane protagonista. Solla dimostra di conoscere perfettamente l’uso delle parole e di come colpire l’immaginario del lettore.

“Un peccato a cui inevitabilmente ne sarebbe seguito un altro, perchè certi peccati sono sentieri naturali che ti costringono a spingerti in altri più proibiti ancora”

Sintesi perfetta per raccontare la crescita e la voglia di scoprire il mondo a cui Davide, il protagonista principale, sembra non potersi sottrarre in alcun modo. Il fascino del nuovo, la conoscenza del proprio corpo, il richiamano della carne vengono sapientemente narrati, ma soprattutto evocati e per un attimo vorremmo tutti essere a Tora e Piccili. La campagna e il silenzio sono la colonna sonora di una trama semplice che potrebbe evocare altri testi basati sulla formazione e la crescita, non è di certo il primo e l’unico ad utilizzare questi argomenti per provare a conoscere e descrivere l’animo umano. Ma questo non importa: Gianni Solla scrive benissimo ed è perfettamente padrone del suo mestiere.

“Cercavo la conferma della trasformazione negli alberi che vedevo lungo ma non la trovavo, perchè erano le radici che stavano cambiando”. Le parole migliori per descrivere il senso di smarrimento di fronte al mutare degli eventi e della loro influenza sui nostri punti di vista, ma soprattutto dei tre giovani protagonisti della storia.

Cosa dire di più? Un bel libro ed una conferma: Gianni Solla è un ottimo scrittore.

Umberto Mancini