L’Ambra, la resina color dell’oro
L’ambra dal colore del Sole, domina il Leone; aiuta infatti i nativi di questo segno ad ottenere amicizia e ammirazione, a incontrare le persone giuste, a conquistare la fiducia in se stessi e quella degli altri.
Se da un lato il diamante resta la pietra preziosa e più ambita, dall’altro si sono diffuse le gemme di colore che consentono di realizzare dei gioielli moda, più vicini agli accessori da indossare con il cambiare degli abiti.
Il colore dei gioielli non è solo quello del rubino, dello smeraldo o zaffiro; vi sono altre pietre molto diffuse con colori meravigliosi come l’acquamarina, il topazio, il granato, il peridoto giallo il quarzo citrino, l’ambra e così via.
L’ambra è una resina fossile, trasudata parecchi milioni di anni fa da alcune piante simili alle nostre conifere. Questa, una volta trasudata, subisce un processo di disidratazione e di ossidazione che la indurisce.
Sono stati trovati pezzi di Ambra risalenti a circa 250 milioni di anni, ma quella attualmente in commercio ha un’ età che varia dai 60 ai 15 milioni di anni. Una delle zone di provenienza è la regione di Kaliningrad sulla costa sud orientale Del Mar Baltico da dove se ne estraggono circa 10 tonnellate all’anno. Quest’ambra presenta un colore giallastro, raramente rossa.
Al secondo posto come quantità di estrazione vi è la Repubblica Domenicana dove l’ambra sembra essere migliore per gli esperti perché, oltre ad avere una bella trasparenza, presenta una notevole varietà di colorazione che va dal giallo-bruno al rosso.
Sporadici ritrovamenti di ambra si sono trovati anche da noi, nell’ Appennino Settentrionale, mentre, in quantità apprezzabile se ne trova in Sicilia, nell’area del fiume Simeto che sfocia a sud di Catania. Questa varietà di Ambra è denominata Simetite, proprio dal nome del fiume.
La caratteristica più apprezzabile nell’ ambra è la presenza di inclusioni animali come insetti, ragni, vegetali come polline, fiori.
Esiste poi una gran varietà di ambre contraffatte, realizzate con plastica o resine comuni. Un semplice test da eseguire per capire se si tratti di ambra o di contraffazione, consiste nel toccarne la superficie con uno spillo rovente, se l’odore che si sprigiona è quello di resina del legno è ambra, altrimenti l’oggetto è sicuramente contraffatto.
Secondo la mitologia, l’origine dell’ambra si ha quando Fetonte, figlio di Helios, il Sole, fu ucciso da Giove perché alla guida del carro solare. Da inesperto quale era, Fetonte si era infatti avvicinato troppo alla terra, asciugandone i fiumi, bruciandone le foreste e incendiandone il suolo. Di qui in Africa nacque il deserto e la pelle dei suoi abitanti divenne nera. Le sorelle di Fetonte, le Eliadi, in lutto per la disperazione, divennero pioppi e le loro lacrime si trasformarono in ambra.
Durante l’Impero Romano, il commercio d’ambra fu molto intenso con le terre barbare e, proprio in quel periodo, nacque la famosa -via dell’ambra – una via commerciale che collegava le terre barbare con l’Impero Romano. Alla fine del III secolo la via si estese verso est così i popoli baltici raggiunsero il Mar Nero ed entrarono in contatto con l’Impero Bizantino e le terre arabe.
La via dell’ambra è stata molto importante perché ha favorito lo scambio culturale in Europa. Il poeta Orazio, vedendo un insetto racchiuso all’interno di un ambra, scrisse una lirica in cui diceva che nemmeno Cleopatra avrebbe potuto aspirare ad una tomba così regale.
A livello energetico l’ambra viene associata all’Etere, elemento in cui troviamo l’Energia vitale e forse, è questo il motivo per cui si ritiene che l’ambra abbia capacità attrattive in tutti gli ambiti: amore, successo e potere.
Nei tempi andati, la tradizione popolare riteneva che l’ambra fosse utile per curare tutte le malattie infettive, nervose , dentarie, che favorisse la virilità nell’uomo e che scongiurasse gli aborti.
In gioielleria, l’ambra trasparente, magica, solare seduce per il calore delle sue sfumature e la naturalezza delle sue forme.
Mi piace guardare i gioielli indossati da una donna perché essi mi raccontano la donna che li indossa e l’uomo che li ha regalati.
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