L’ambiente bagno: la sua storia ed evoluzione

L’ambiente “bagno” non è sempre stato così come oggi lo vediamo (ovvero una stanza adibita alla collocazione degli accessori igienico-sanitari) e soprattutto il suo fine, la sua visione, di fatto, si è modificata nel tempo evolvendosi; come per il resto degli accessori che lo compongono. All’origine del suo nome troviamo il greco “βαλανεῖον” e il latino “balneum” che vuol dire, in entrambi i casi, immersione in un liquido. Nell’antichità, tuttavia, il bagno non è un vero e proprio ambiente chiuso, e pertanto, i due sostantivi si collegano piuttosto all’idea di benessere e salute fisica. Fin dall’antico Egitto tale concetto era legato alla cura del corpo e alla sua pulizia con l’utilizzo anche di arcaiche docce. Ma è con l’antica Roma che si sviluppa una maggiore consapevolezza del benessere fisico e dell’igiene (termine proveniente dal culto della dea greca Igea, adottata poi dai romani, dea della salute e dell’igiene) di cui la più rilevante testimonianza sono le famose terme. Numerose, inoltre, erano le latrine pubbliche per le esigenze fisiologiche, rarissime invece quelle private e destinate in particolare alle case delle famiglie più abbienti.

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Si tratta di veri e propri bagni pubblici, considerati addirittura luoghi di socializzazione, dove il comune senso del pudore e della privacy risultava praticamente assente! In numerosi scavi archeologici come quelli di Pompei o di Ostia, sono state rinvenute, di fatto, testimonianze di servizi igienici collettivi, in genere a pianta rettangolare, caratterizzati da una seduta in pietra o in marmo, raramente in legno (le latrine) con delle aperture al centro per l’esigenza fisiologica.

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Le latrine sospese sopra un canale con acqua continua lungo tutto il perimetro delle stesse, che raccoglieva le feci (una sorta di sistema di risciacquo continuo, onde evitare anche odori nauseabondi), erano collocate per lo più sotto dei portici per una maggiore areazione. Un ulteriore canale con acqua corrente era posto davanti i sedili e veniva utilizzato per la pulizia delle mani attraverso delle spugnette. I romani primeggiavano, già all’epoca nello studio dei sistemi idrici, come testimoniano i ritrovamenti all’interno delle latrine di antesignani tubi di scarico in terracotta che convogliavano gli scarichi in una fossa (pozzo nero). Era abitudine, inoltre, lavarsi almeno una volta al giorno con l’utilizzo della soda o della liscivia e successivamente con abbondanti oli ed unguenti profumati. Con la caduta dell’Impero Romano le numerose opere pubbliche di stampo idraulico vennero abbandonate per decadere col tempo, soprattutto allorquando l’avvento del Cristianesimo modifica radicalmente l’idea dell’igiene e soprattutto del benessere fisico: curare il corpo o lavarsi era un peccato di vanità. In questo periodo assistiamo al moltiplicarsi dei vasi, in genere di coccio, o anche di piombo o stagno, per le esigenze fisiologiche, poi svuotati nei canali oppure il contenuto veniva buttato direttamente dalle finestre. Venne anche bandita per secoli la vasca da bagno sempre legata alla cura del corpo e al concetto della lussuria. Non mancavano le latrine pubbliche posizionate per lo più lungo i corsi d’acqua o in prossimità di ponti per favorire in maniera diretta l’evacuazione, si trattava di posti di agiamento in pietra o in legno.

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 Nei grandi castelli dell’epoca, poi ritroviamo dei sedili in pietra posti in prossimità delle spesse mura, al cui interno passa una sorta di condotto porta-escrementi collegato a dei fossati spesso riempiti d’acqua. Il cosiddetto luogo della ritirata era spesso un piccolo spazio sporgente rispetto al muro perimetrale del castello stesso.

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Tale spazio era munito di una piccola finestra per la ventilazione, al quale dal XIII secolo si aggiunse un coperchio da posizionare sulla latrina per ovviare ai cattivi odori. Nei monasteri tali luoghi erano posizionati in prossimità dei dormitori, nella parte bassa dell’edificio e spesso in prossimità di corsi d’acqua. Solo le abitazioni di famiglie alto-borghesi disponevano di luoghi appartati con latrine il più delle volte sporgenti e posizionati lungo le facciate secondarie dei palazzi. Soltanto i centri urbani disponevano di canali di scolo per le acque nere, mentre nelle periferie, di fatto, le strade erano per lo più ridotte a vere e proprie cloache a cielo aperto!

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Bisogna attendere la fine del XVI secolo allorquando, in Inghilterra, un certo Sir Jhon Harrington ideò, per la prima volta, e per la sua casa a Kelston, un gabinetto munito di sciacquone che lui stesso definì Ajax. Un sistema innovativo munito di leve e maniglie che portavano l’acqua in una cisterna, ma di carso successo, poiché per decenni si continuò con l’uso del vaso da notte.

“Optimus” patent water closet of 1870. Image taken, general view with grey graduated background

Nel XVIII secolo grazie all’opera dello scozzese Alexander Cumming, che riprese il progetto di Harrington, si assiste alla vera e propria rivoluzione. Nel 1775, Cumming non solo brevetta il primo sciacquone ma progetta, inoltre, un sistema a S del tubo di scarico che impedisce la risalita dei cattivi odori, trattenendo l’acqua nel tubo stesso. Sempre nel XVIII secolo un altro apparecchio sanitario per l’igiene intima fa la sua comparsa: il bidet. In Francia, infatti, all’inizio del ‘700 un certo Christophe Des Rosiers realizzava un primo prototipo di bidet installandolo all’interno dell’appartamento di Madame De Prie, consorte del Primo Ministro francese.

Il bidet di Maria Carolina di Napoli alla Reggia di Caserta. di dominio pubblico
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Anche in Italia, tale elemento compare a Caserta all’interno della Reggia verso la metà del ‘700 per volere della regina di Napoli Maria Carolina d’Asburgo. Altro non era che un piccolo catino di metallo, a forma di chitarra, inserito all’interno di una struttura lignea con piedini sottostanti e collocato nella stanza da letto. Soltanto verso la fine del XIX secolo e soprattutto agli inizi del XX secolo, grazie anche a una maggiore consapevolezza e divulgazione dell’igiene e benessere del corpo, e la maggiore diffusione degli impianti idrici nelle case private, ritroviamo il bidet e il water nella stessa stanza che diviene l’ambiente bagno, risultando non più presente soltanto nelle case dei nobili o delle famiglie facoltose, ma anche nelle abitazioni delle famiglie comuni.  Inoltre, se fino alla metà dell’800 i bagni delle famiglie altolocate venivano posizionati per lo più in prossimità della cucina, per una semplice questione di reti idriche comuni, in seguito essi si ritroveranno in prossimità delle camere da letto. Un ulteriore elemento che accompagna water e bidet è la vasca, sebbene essa sia, in realtà, un apparecchio sanitario assai antico: presente già nell’antica Grecia, essa aveva più funzione di relax che di vera e propria igiene personale, mentre, in epoca romana, al piacere si aggiunge una maggiore consapevolezza dell’igiene. Esse erano in pietra, in zinco oppure in rame.

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Più recente la doccia moderna la cui realizzazione è opera del dottor Merry Delabost che nel 1872 fece istallare le prime docce per i detenuti all’interno di una prigione. All’Esposizione Universale di Parigi del 1889, viene presentato per la prima volta un esempio di ambiente bagno molto simile a quello contemporaneo.

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Nel XX secolo l’ambiente bagno tende a modificarsi ulteriormente lasciando l’elegante e raffinato stile degli apparecchi igienici e dei rivestimenti in maiolica (piastrelle decorate da eleganti disegni) di stampo ottocentesco, a un ambiente più formale (intorno agli anni ’20 e ’30 dello scorso secolo) con un intento più funzionale.

A Modern Bathroom. Carron Co. 1909 by growlerthecat is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.
A Modern Bathroom 1914. Shanks & Co. Ltd. by sadiron16 is licensed under CC BY-NC 2.0.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il boom economico, l’ambiente bagno si associa anche al design e alle mode dell’epoca: negli anni ’80 ritroviamo, ad esempio, una progettualità tendente alle linee morbide e caratterizzate da disegni del piastrellato ma anche degli igienici, morbidi con fantasie ricurve. Negli anni ’90 invece l’arredo bagno punta verso forme più spigolose e squadrate.

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Negli ultimi anni il ruolo della progettualità del design nel bagno è parte integrante dell’ambiente stesso,  considerato alla pari di altri vani come la cucina o la camera da letto.

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I sanitari danno lo stile all’ambiente, con gli accessori che ricoprono un ruolo sempre più importante e interessante: ad esempio i corpi illuminanti, gli specchi o anche il mensolato. In linea generale i bagni moderni sono molto funzionali ma allo stesso tempo eleganti: si utilizzano spesso sanitari sospesi dalle forme semplici, i rivestimenti sono in gres porcellanato -finto marmo- oppure pietra, maiolicato antichizzato, o ancora come ultima novità, in parato di fibra di vetro resinata. Le docce, con i box in cristallo, presentano un design minimale, mentre gli specchi sono sempre più illuminati da faretti incassati a led. L’ambiente bagno diviene effettivamente un luogo per il benessere non solo fisico ma anche psicologico!

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Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.