La Chiesa Madre del Cimitero di Salerno: progetto ed esecuzione di un monumento storico
Nel secondo decennio del secolo scorso si assiste a un ampliamento del Cimitero posto in località Brignano inglobando, di fatto, al suo interno il vecchio Cimitero dei Villaggi. Ipotesi già avanzata nel 1890 sotto la direzione dell’Ingegnere Capo Lorenzo Casalbore. Come opera di particolare rilievo si pensò alla realizzazione di un ingresso monumentale nella parte sud del Cimitero insieme alla Chiesa Madre. La progettazione e sistemazione di quest’ultima, ebbe passaggi temporali particolarmente lunghi e travagliati: all’Ingegnere Casalbore si deve, infatti, l’idea di realizzare un grande ingresso nei pressi nella ferrovia (Salerno-Mercato San Severino), mentre l’intervento di sistemazione del piazzale davanti il futuro ingresso monumentale risale, invece, agli inizi del XX secolo per opera dell’Ingegnere Francesco Toledo (1904). Con l’approvazione del Piano Regolatore del Cimitero nel 1915 per mano della Commissione Edilizia, assistiamo a sostanziali modifiche delle volumetrie dell’ingresso monumentale con l’ipotesi di una rampa che permettono il superamento del dislivello tra l’area del piazzale esterno e il viale che porta alla Cripta dei Caduti e al vecchio Cimitero dei Villaggi. Nel 1925 dopo ben 12 anni dall’apertura del nuovo ampliato Cimitero di Brignano, il Comune di Salerno indice un Pubblico Concorso (una sorta di attuale Concorso di Idee) per la realizzazione dell’ingresso monumentale. Alla Commissione composta dal prof. Pasquale Avallone, gli ingegneri Domenico Lorito, Luigi Centola e Giovanni Santoro, vengono presentati due progetti. Il primo del prof. Gennaro Muscetti di Napoli dal titolo “Finis coronat opus” si mostra particolarmente severo solenne e come afferma lo stesso Muscetti: “ …con colonne sormontate da un impianto fiancheggiato da corpi di fabbrica più bassi per dare un carattere solenne alla parte centrale”. Si prevedevano inoltre loculi nei locali superiori fino ad allora destinati alla chiesa e alla casa del custode. La seconda proposta dal titolo “Con le ali tarpate”, presentata dall’Ingegnere Giuseppe Giua, è un progetto dallo stile egiziano con un portico centrale, con due volumetrie grandi laterali adibite a Uffici e Cappella, che prevede a occidente la sala delle perizie e il deposito salme. Entrambi i progetti vengono rifiutati. Nel 1928, su volere del Genio Civile, si assiste, tuttavia, a una sorta di risistemazione del Cimitero, mentre nel 1929, con Antonio Valente, Commissario Prefettizio, si focalizzano alcuni interventi come, ad esempio, la realizzazione dei viali alberati, il recupero della Cripta dei Caduti, tutto il sistema delle condutture idriche e la messa in sicurezza del muro di recinzione. Per il Cantiere relativo all’ingresso, chiesa compresa, viene preventivata una spesa complessiva di lire 1.820.000, col contributo del Ministero dei Lavori Pubblici e della vendita da parte dell’Amministrazione comunale dei locali per ossari e dei loculi che si sarebbero realizzati all’ingresso. Sotto la direzione dell’Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Camillo Guerra, il progetto si approva nel 1929; nello stesso anno viene inaugurato il cantiere, mentre il 31 ottobre iniziano i lavori sotto l’impresa edile dell’Ing. Giuseppe di Pace. All’interno dell’Archivio Storico del Comune di Salerno è custodito il progetto dell’Ing. Guerra in cui sono visibili sia la prima ipotesi dell’ingresso monumentale che quella definitiva.
Sul disegno del prospetto principale, in basso al centro, una legenda evidenzia con diversi cromatismi color pastello le varie opere: Opere eseguite, Opere eseguite in parte, Opere da appaltarsi subito e Opere da eseguirsi. Da tale legenda si deduce che l’appalto ha incontrato, effettivamente, numerosi ostacoli in particolar modo causati dalla crisi dei materiali e da quella prettamente monetaria a causa della difficoltà nella vendita dei loculi.
Per tali problematicità, il 28 febbraio 1932 il cantiere viene sospeso lasciando la struttura d’ingresso solo parzialmente compiuta nella sua parte più occidentale con la Chiesa Madre ancora non realizzata. Nell’aprile del 1932 si approva il Verbale di sistemazione per i lavori dell’ingresso cimiteriale, ma gli stessi si concentrarono sull’intervento di un muro pericolante, fin quando l’area non viene quasi completamente distrutta durante le operazioni belliche del settembre del 1943
(come ben si attesta in una foto dell’epoca custodita nell’Archivio Storico del Comune di Salerno). Subito dopo la guerra, nel 1946, per l’urgenza di dare un certo decoro all’ingresso principale del Cimitero, i lavori vennero affidati all’impresa dell’Ing. Pellegrino Cucciniello, ma passarono altri 10 anni allorquando il Comune decide di realizzare, finalmente, il lato est della struttura d’ingresso ovvero l’alloggio del Custode e gli Uffici della Direzione. Dopo tre anni, nel 1959 conclusi i lavori nell’ala est, l’Ing. Sabatini, Capo dell’Ufficio Tecnico Comunale, riprende il progetto del Guerra relativo alla Chiesa Madre, escludendo però le rifiniture, i pavimenti, gli arredi, i rivestimenti e le tinteggiature.
I lavori della chiesa, il cui cantiere fu affidato nel 1960 all’impresa edile D’Amato-Della Monica (con la Delibera della Giunta Municipale del 28 settembre 1960 n° 3316, di fatto, assistiamo al primo certificato dello stato di avanzamento dei lavori a favore dell’impresa edile) rispettano il progetto dell’Ing. Guerra anche se con alcune varianti: vengono esclusi, ad esempio, la realizzazione degli eleganti angeli porta torciere, di memoria ottocentesca, o la scritta alla base della grande lanterna della sacra struttura “Beati mortui in domino”.
Di particolare effetto scenografico è la scalinata d’ingresso al Cimitero, posta alla base della Chiesa Madre, inizialmente dritta, fino all’ingresso della cripta della sacra struttura, per poi biforcarsi in due rampe di scale semicircolari. I due corpi di fabbrica collocati ai lati della chiesa sono particolarmente suggestivi: presentano 4 arcate per ogni corpo di fabbrica (non presenti nel primordiale progetto del Guerra che, di fatto, prevedeva inizialmente un susseguirsi di semplici croci a parete), con elementi decorativi di stampo classicista e contenenti due piani di loculi. La chiesa, edificio in tufo a pianta quadrata con quattro ingressi, presenta una grande lanterna nella sua parte alta. Il cantiere intanto subisce alcuni danni nelle impalcature a causa di un aeromoto il 19 ottobre 1961, mentre con Delibera della Giunta Municipale del 12 ottobre 1962 si autorizza la spesa e la fornitura con messa in opera di una croce da porsi sulla cupola della chiesa, affidata sempre all’impresa D’Amato-Della Monica. Il 20 gennaio del 1964 viene approvato il Contratto d’Appalto per lavori di messa in opera di finestroni in ferro e dei vetri retinati da porsi sul torrino della chiesa principale per mano della ditta D’Amato e Della Monica. La chiesa viene terminata l’anno successivo. Fino a qualche anno fa l’edificio sacro si presentava ancora non completato, come mostravano i fori posizionati lungo la chiesa che servivano a sorreggere l’impalcatura e inoltre mancavano ancora molte rifiniture lungo i blocchi laterali della sacra struttura. Attualmente la chiesa risulta ancora inaccessibile al visitatore.
