Io sono Irish, addio a Vittorio De Scalzi

Ho conosciuto Vittorio De Scalzi tanti anni fa, in occasione di un concerto dei New Trolls. Giusto qualche scambio di battute prima dell’inizio dello spettacolo, ma abbastanza per lasciarmi un bellissimo ricordo, e la sua morte avvenuta il 24 luglio è stata una notizia triste, molto triste.

Esponente importante della scuola genovese, è stato un musicista sempre un passo avanti a tanti colleghi della sua stessa generazione e oltre.

Polistrumentista e cantante, nel 1967 fonda i New Trolls e quando questa esperienza volge al termine si dedica alla musica tradizionale genovese in un sofisticato lavoro di ricerca. Collabora con Fabrizio De Andrè e con il poeta Riccardo Mannerini, ma anche con artisti del calibro di Mina, Ornella Vanoni e Anna Oxa.

Ma perché Vittorio De Scalzi è considerato un musicista importante nel panorama storico della musica italiana? Perché è autore di alcuni dischi considerati, a ragione, tra i più significativi del rock prodotto nei primi anni ’70 nel nostro paese.

I New Trolls di De Scalzi già nel 1967 si fanno notare al punto da aprire i concerti dei Rolling Stones in quegli anni. Nel 1968 pubblicano il loro primo disco, Senza Orario e senza bandiera, un vero concept album (probabilmente il primo concept album della discografia rock italica) i cui testi nascono dalla collaborazione proprio con De Andrè e Mannerini mentre le musiche sono di De Scalzi, Nico di Palo e Gian Piero Reverberi. Da questo album viene estratto un 45 giri, Signore io sono Irish, una sorta di preghiera di un irlandese che chiede al Signore una bicicletta per le sue attività quotidiane.

Nel 1971 i New Trolls pubblicano Concerto Grosso per i New Trolls, un lavoro importante e all’avanguardia per quegli anni, che sancisce la svolta progressive del gruppo mescolando rock e musica classica, così come altri gruppi internazionali (Emerson Lake And Palmer, Genesis, Yes, King Crimson) avrebbero fatto più o meno contemporaneamente oltralpe. Il disco nasce da un’idea del compositore argentino naturalizzato italiano Luis Bacalov che prevedeva delle parti soliste eseguite con strumentazione rock mescolarsi con il suono di una grande orchestra diretta dallo stesso Bacalov. Il disco ha un suono potente, maestoso e segna un momento storico che porta il rock italiano a livelli decisamente internazionali.

Naturalmente ogni cosa ha un proprio ciclo vitale e anche il Prog dei De Scalzi & C va in pensione.  Nel 1978, dopo un lungo periodo di scarsa visibilità, il gruppo pubblica un nuovo album, Aldebaran, che riporta la band in auge grazie a Quella carezza della sera, uno splendido brano, pop e romantico al tempo stesso, che probabilmente rappresenta non solo una canzone ben scritta ed eseguita, ma anche il testamento musicale dei New Trolls e di Vittorio De Scalzi. Ci mancherai Vittorio.

Nicola Olivieri