Storie di campioni: Max Verstappen, il nuovo campione di F1

-di Emanuele Petraraca-

Ci voleva un ventiquattrenne con una sconsiderata follia e una sicurezza dei propri mezzi invidiabile per fermare l’egemonia di “Sir” Lewis Hamilton con tanti ringraziamenti dalla famiglia Schumacher che mantiene il record di “pilota con più titoli conquistati” in coabitazione con l’inglese che ha mancato la fuga solitaria.

Ci voleva l’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio della stagione a ricordarci che nella vita può sempre succedere di tutto e solo chi è conscio dei propri mezzi può capire che anche quando sembra tutto finito, non bisogna mai mollare.

Ciò che è successo ad Abu Dhabi è storia nota e qui non c’è l’esigenza di fare un processo alle intenzioni su chi meritava di più o su quali mezzi la direzione gara ha usato, perché, ad ogni modo, c’è da celebrare il talento puro di Max Emilian Verstappen.

L’alfiere della Red Bull è il primo olandese a trionfare nella massima competizione a quattro ruote e lo ha fatto con una qualità che anche i più esperti tendono ad invidiare.

Si può, a 24 anni, definire un ragazzo “cresciuto” o comunque “maturato”? Nel caso di “Super Max” si.

Talento precoce praticamente da quando è nato con il gene delle corse impresso nel DNA anche grazie a suo padre Jos Verstappen che, ci scuserà, aveva un decimo del talento del figlio, Max ha bruciato le tappe in ogni categoria.

Nel 2016 diviene il più giovane pilota della storia della Formula 1 a vincere un Gran Premio (Spagna) a soli 18 anni e 7 mesi per poi esultare con rabbia, grinta, ma anche con quell’espressione un po’ da sbruffone che abbiamo imparato ad analizzare.

Max Verstappen è sempre stato consapevole dei propri mezzi, ha sempre vissuto ogni momento della sua ancor breve carriera con la certezza di essere superiore a tutti. Non ha mai rifiutato il confronto anche contro i più grandi del “circus” e spesso non è finita bene.

Si è portato con sé la nomea di un pilota “pazzo”, di un ragazzo che compie manovre sconsiderate, capace solo di mosse scorrette verso gli avversari. Effettivamente, la guida di Max non era pulita un tempo, ma quasi non sembrava importarsene di mette a repentaglio la sua stessa vita perché lui voleva il risultato.

Già dallo scorso anno, qualcosa sembrava radicalmente cambiata e quest’anno si è avuta la conferma. Al netto dei duelli rusticani con Lewis Hamilton per il titolo, Verstappen ha imparato ad essere pragmatico nei momenti in cui serviva esserlo e la sua guida sembra essersi affinata anche nella regolarità delle sue manovre e nella capacità di non commettere mai errori.

Solo con Hamilton, è tornato a volte a mostrare il volto del ragazzino sconsiderato che vuole assolutamente vincere con qualsiasi mezzo, ma non è un difetto, anzi, nella storia di questo sport, tutti i grandi hanno vinto in questo modo.

Lo sapeva da inizio 2021 che questo sarebbe dovuto essere il suo momento e nessuno poteva togliergli questa soddisfazione, tutti hanno avuto i propri tentennamenti, i propri dubbi, tranne l’olandese che con quel fare altezzoso sapeva perfettamente di essere il migliore, fino a dimostrarlo, vincendo nel modo più incredibile possibile.

Adesso ci saranno nuove macchine, nuovi regolamenti e (magari) nuovi avversari. Ma Verstappen un piccolissimo segnale dicendo di voler togliere il suo classico numero di gara (il 33) per stampare sopra la propria Red Bull un gigantesco 1.

Per ricordare alla concorrenza, qualora ce ne fosse bisogno, che lui è il Numero 1 e che è pronto a dimostrarlo ancora.

 

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Emanuale Petrarca