Il Cristo di Leopoli

Da quando è iniziata quest’ultima follia mi pongo sempre la stessa domanda: come si commenta la guerra?

C’è un’immagine, una foto simbolica, un’icona che in qualche modo racconti la disperazione di quello che stiamo vivendo?

Oppure: può una sola immagina raccontare l’atrocità di quello che stiamo vivendo? Basta una sola immagine?

Non ho una risposta perché non riesco a trovarla.

Questo scontro bellico ci ha portato tutti in Ucraina. Siamo lì. I social, il web, le foto ininterrotte che ci arrivano attraverso gli organi di informazione ci tolgono il fiato: siamo lì e la guerra non è lontana. Entra nelle nostre case e nei nostri cellulari. Non possiamo in alcun modo ignorare quello che succede.

Eppure, tutti noi, siamo consapevoli che ci sono degli interessi dei poteri, delle trattative che non conosciamo. Le motivazioni profonde che hanno spinto Putin ad invadere quel paese appartengono a qualcosa di lontano da noi occidentali che rifiutiamo lo scontro, di qualsiasi tipo, per dialogare con l’altro.

Le immagini di guerra, purtroppo, sono tante e molto simili tra loro. Penso alle immagini del Vietnam, a come ci sia stato documentato tutto l’orrore del nazismo. Più di recente le follie di Abu Grahib, e tante altre a cui le immagini di questo nuovo conflitto si andranno solo ad aggiungere perché la guerra, attuale è uguale a quella di secoli fa: una bestemmia da cui sembra impossibile liberarsi.

E allora? Come racconti il dolore di un popolo, il dolore che sta vivendo? Come si racconta la resistenza ed il senso patriottico che ci sta facendo innamorare di un popolo che abbiamo conosciuto sempre e solo attraverso le badanti delle nostre famiglie?

L’immagine che ho scelto e che, dal mio punto di vista, racconta molto più del sangue e degli scontri a fuoco è quella che vedete in questo articolo, si tratta di un gruppo di abitanti di Leopoli che cerca di mettere in salvo l’icona del Cristo della cattedrale della propria città.

E’ un immagine che ci racconta il legame profondo che hanno queste persone per le loro tradizioni, per la loro cultura, per il loro territorio. In questa immagine c’è il valore profondo che ha la cultura come unico valore da salvare e da diffondere. Non importa se quel cristo è in una chiesa di religione cattolica, ortodossa o protestante, questo non ci interessa e non è fondamentale. L’importante è salvare la natura delle proprie radici che sono il vero profondo motivo per cui stiamo assistendo a questa follia, ancora una volta. Purtroppo.

La natura di questo conflitto è atroce ma ancora più feroce di quanto possiamo immaginare: queste persone sono disposte a difendere il Cristo della propria città perché sanno che la loro identità passa anche attraverso simboli come questo che vanno difesi a tutti i costi.

Non è una questione di fede, per quello basterebbe pregare o recarsi in un luogo di culto.

Questa immagine ci dice con più precisione chi sono gli Ucraini e quanto siano legati alla loro terra e per questo siamo tutti con loro. Anche grazie a questa semplice fotografia.

L’immagine a corredo di questo articolo è a bassa definizione e viene usata a puro scopo informativo ed è utilizzata senza alcuno scopo di lucro

 

 

Umberto Mancini