Guerra sesto giorno: le notizie della sera

di Pierre De Filippo-

C’è sempre un’immagine che meglio e più di altre riesce a sintetizzare l’andamento di una giornata. Sono circa le 16.30 a Kiev quando le forze armate russe colpiscono la torre della televisione, dalla quale tutta la città è coperta dal segnale.

È, a sua volta, un simbolo dei tempi che cambiano: nella guerra moderna si parla di internet, di nuove tecnologie, di televisione, di Google maps e di cartelli stradali imbrattati per far perdere l’orientamento agli invasori.

Da questo punto di vista, la torre della tv è un elemento strategico.

Intanto, la situazione a Kiev rimane tesa: “il nemico è alla periferia della città” dice il sindaco Vitali Klitschko, che aggiunge che le forze ucraine si stanno “preparando a difendere Kiev”. Ma che l’esercito russo continui ad impensierire la capitale è testimoniato anche dal fatto che la Farnesina, in pomeriggio, decide di spostare l’ambasciata da Kiev a Leopoli dove è più semplice gestire le attività.

Nel pomeriggio anche il segretario generale dell’ONU, il portoghese Antonio Guterres interviene: “il Paese necessita di 1,1 miliardi di dollari per soddisfare le crescenti esigenze umanitarie di oltre 6 milioni di persone sfollate e colpite dalle operazioni militari nei prossimi tre mesi”. Alle popolazioni colpite evidentemente iniziano a mancare anche i beni di prima necessità: acqua, pane, riscaldamento, forniture mediche, riparo e protezione. Il suo è un “appello salvavita” come l’ha definito.

C’è altro: il ministro Kuleba chiede alla Cina, un “rivale sistemico” per l’Unione europea e la sua area economica, di intervenire e di intercedere con la Russia affinché ceda al cessate il fuoco. La Cina, dal canto suo, ha fatto sapere che “deplora lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia ed è estremamente preoccupata per i danni ai civili”, riportano le agenzie.

Blinken, segretario di Stato americano, lancia un appello affinché la Russia venga esclusa dal Consiglio ONU per i diritti umani: “Dopo le orribili violazioni non dovrebbe essere più autorizzata. Ci si dovrebbe chiedere se uno Stato membro delle Nazioni Unite che cerca di occupare un altro Stato membro delle Nazioni Unite commettendo orribili violazioni dei diritti umani e causando enormi sofferenze umanitarie debba essere autorizzato a rimanere in quel Consiglio”, chiosa.

Il Parlamento europeo, nel frattempo, ha approvato a larga maggioranza – 637 sì, 13 contrari, 26 astenuti – la mozione con la quale si è chiesto alle altre istituzioni europee (Commissione e Consiglio) di “adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue”. Un primo passo verso il suo ingresso che, ripeto, non mi sembra però – e comprensibilmente – molto vicino.

Ancora, nell’esplosione che ha riguardato la torre della tv di Kiev è stato danneggiato un monumento vicino al memoriale di Babi Yar, che ricorda lo sterminio di trentamila ebrei per mano dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Che senso ha dire mai più per 80 anni, se il mondo tace quando una bomba cade sullo stesso sito di Babi Yar? La storia che si ripete…” twitta stancamente Zelensky.

In serata, invece, una nuova telefonata tra il presidente ucraino e Joe Biden, nella quale l’inquilino della Casa Bianca avrebbe garantito all’omologo vicinanza, armi e risorse. Zelensky ne è uscito soddisfatto.

In conclusione, domani, secondo fonti russe, dovrebbero ripartire i negoziati, sperando che tutto volga per il meglio.

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