Il ricordo di Ricardo Bofill: esponente dell’architettura e urbanistica postmoderna
Il 14 Gennaio, in un ospedale di Barcellona in Spagna, si è spento, all’età di 82 anni, Ricardo Bofill per complicazioni dipese dal covid-19. Considerato uno dei massimi esponenti dell’architettura e dell’urbanistica Postmoderna, nasce a Barcellona nel 1939 da madre italiana e da padre noto architetto spagnolo. Dopo aver intrapreso gli studi di architettura in Catalogna negli anni ’50, li concluse per ragioni politiche in Svizzera nel 1959, all’Università di Ginevra. L’architetto ha lasciato, con le sue opere, una grande eredità presente in buona parte d’Europa e, in particolare, in Spagna e in Francia, di cui citiamo soltanto alcune tra le più emblematiche.



Dal recupero, all’inizio degli anni ’70, di un vecchio cementificio nei pressi di Barcellona, la “Fabrica” diviene non solo dimora dell’architetto ma anche lo studio di architettura (RBTA), la Ricardo Bofill Taller de Arquitectura: un’equipe di architetti, ingegneri, grafici ed economisti. L’edificio industriale, già in disuso all’inizio del XX secolo, conservando 8 dei 30 silos che lo componevano, si trasforma così in un elegante appartamento con una serie di uffici e studi. In linea generale l’involucro non subisce particolari modifiche ma con l’aggiunta di finestre e alcuni percorsi e ingentilito, ulteriormente, anche dalla presenza di verde, con alberi di eucalipto e cipressi, rappresenta, invece, un emblematico ed egregio esempio di recupero di un vecchio opificio industriale.


Di particolare impatto scenografico è un grande edificio collocato sulla costa Blanca di Calpe, la “Muralla Roja”, esempio di tipica architettura ispirata alla Kasbah (cittadella fortificata di origine araba) reinterpretata in chiave moderna. Si tratta di 50 appartamenti di varia metratura, posizionati in un enorme involucro con pianta geometrica a croce greca, in cui i tetti piani ospitano dei solarium, saune e piscine. Il colore predominante è il rosso accompagnato dall’azzurrino di alcuni muretti.


Sempre agli inizi degli anni ’70, Bofill e il suo Studio realizzano un altro edificio per civili abitazioni: il “Walden 7”. Posizionato ad ovest di Barcellona su un terreno suburbano dove insisteva un vecchio cementificio, l’edificio contrasta altamente con l’ambiente di periferia un po’ trasandato che lo circonda, collocato, inoltre, non lontano dalla “Fabrica”. Si presenta come un enorme castello svettante verso l’alto, che ospita 446 abitazioni divise su 14 piani con 5 cortili al suo interno. Se le facciate si presentano di color rosso, i cortili di cromatismo diverso mostrano tinte che vanno dal blu al giallo. Ogni appartamento gode sia di vista esterna che interna sul cortile: l’intera struttura è caratterizzata da numerosi salti di quota dei terrazzi, da numerose finestre e balconi. Sui terrazzi, inoltre, solo collocate anche due piscine.



Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 lo studio di Bofill realizza un grande complesso residenziale in un sobborgo di Parigi, Noisy-le-Grand: si tratta di “l’Espaces d’Abraxas”. La struttura è divisa in tre grossi corpi di fabbrica denominati rispettivamente “Theatre”, “Arc” e “Palacio” collocati su una complessiva superficie di 47.000 mq., caratterizzati da un monumentale ecclettismo tipologico che contrassegna la corrente architettonica post-moderna. Le forme classiche dei tre edifici sono tipiche della cultura francese, ma rinnovate e in parte modernizzate, mentre, per le facciate, elementi prefabbricati evidenziano il complesso linguaggio tipologico. Il Theatre è un edificio semicircolare che comprende 130 appartamenti con colonne in vetro come finestre che guardano verso l’Arc che è l’edificio più piccolo che contiene 20 appartamenti, posto al centro dello spazio interno. Il Palacio, invece, è un edificio di 18 piani con ben 441 appartamenti (di cui alcuni duplex) dislocati su tre blocchi residenziali disposti a U. I tre edifici insieme creano un ambiente urbano barocco, quasi teatrale, fruibile dai cittadini.



Sempre in Francia, su progetto eseguito nel 1979, si realizza negli anni ’80, nel comune di Montpellier, una delle più grandi realizzazioni urbanistiche francesi su un’area di 36 ettari circa, sul terreno di un’ex caserma. Il progetto urbanistico del nuovo quartiere definito “Antigone”, è un insieme di volumi poggiati e dislocati su una sorta di spina dorsale che è un asse viario, sul quale si sviluppa la nuova urbanistica di Montpellier. Nella parte più ad est del nuovo quartiere ritroviamo il “Port Juvenal”, realizzato nel 1989, non lontano dal fiume Lez. Dalla forma di anfiteatro, la sua tipologia ispirata al Royal Crescent di Bath, contiene 350 appartamenti distribuiti su sette piani. L’architettura della mezzaluna riflette quella del rinascimento con la facciata caratterizzata da fregi, piedistalli, modanature varie ed elementi classicheggianti come frontoni, colonne e capitelli. Particolare è la piazza antistante l’edificio Place de l’Europe, con prati e verde pubblico, al di là del quale ritroviamo una serie di caffè e ristoranti che costituiscono un filtro tra la piazza e il fiume. Nella parte più occidentale di Antigone, all’inizio dell’asse centrale che caratterizza l’urbanistica del nuovo quartiere, ritroviamo un ampio volume abitativo: la “Place du Nombre d’Or” realizzato nel 1985, con 288 unità abitative distribuite lungo i tre semicerchi che disegnano la piazza, i quattro angoli e un portone d’ingresso. Anche in questo caso, la tipologia dell’abitato è caratterizzata da cornici e fregi, mentre il color paglierino delle facciate evidenzia meglio il gioco di luci e ombre degli elementi. Alla piazza si accede attraverso 4 passaggi posti agli angoli e da una grande porta urbana posta ad oriente.


Nella seconda metà degli anni ’90, Bofill e il suo Studio realizzano il “Teatre Nacional de Catalunya”, edificio di circa 20.000 mq. di superficie e dalla tipologia classicheggiante, con 26 alte colonne sulle quali poggia il tetto, e la facciata principale tutta in vetro che permette di osservare la strada dall’interno. La grande sala ha una capienza di 1000 posti, mentre la sala più piccola è di 400 posti.

All’inizio degli anni ’90 lavora in Svezia dove realizza il “Soder Crescent Bread” a Stoccolma. Si tratta di un processo di riqualificazione urbana nell’ex area della stazione ferroviaria. All’interno della mezza luna svedese sono presenti ben 310 appartamenti accompagnati da uffici, parcheggi sotterranei e negozi. Ritroviamo grandi finestre che si affacciano sulla piazza, mentre alcuni balconi sono posti sulla facciata sud. La grande piazza, in parte lastricata, presenta alberi e verde pubblico accompagnato da un piccolo laghetto; l’area, inoltre, è utilizzata, nei mesi estivi, anche come teatro all’aperto.


Nell’ambito del piano di rinnovamento della linea di costa di Barcellona rientra il “W Hotel”, inaugurato nel 2009, e caratterizzato da una snella tipologia architettonica a forma di vela che, con i suoi 26 piani, consente ai visitatori di ammirare Barcellona dall’alto. Tutte le attività pubbliche si concentrano su due grandi terrazze, mentre al suo interno, è presente, inoltre, anche una grande sala convegni vetrata, un centro benessere e 473 camere e suite. Il vetro delle facciate riflette volutamente il colore del cielo del Mediterraneo.


Concluso nel 2010, il “Terminal T1” dell’aeroporto di Barcellona si afferma come uno dei più grandi progetti d’ingegneria d’Europa. La struttura ha una forma di spada, con un interno molto luminoso grazie alla presenza di grandi facciate vetrate. Oltre a una serie di lucernari lineari, sul tetto in allumino ritroviamo un gran numero di pannelli solari che rispondono anche ad esigenze di architettura sostenibile e rendono il terminal particolarmente luminoso e leggero. Il grande architetto catalano ha lavorato anche in Italia realizzando alcune opere di particolare rilievo urbanistico e architettonico. A Fiumicino realizza il “Parco Leonardo”: particolare intervento di sviluppo edilizio con funzioni residenziali, direzionali, commerciali e d’intrattenimento.



In Liguria, invece, nella città di Savona, progetta e realizza nel 2009 il Crescent nell’area della Darsena, nell’ambito della riqualificazione urbanistica del porto di Savona. La mezza luna che contiene aree commerciali, abitazioni ed uffici ha un prospetto costituito da stucco, pietra e vetro. Non lontano ritroviamo il “Palacrociere”, stazione marittima del porto, e la “Torre Orsero”. Quest’ultima, realizzata nel 2007, è parte di un complesso multifunzionale con edifici di 5 piani e un grattacielo di 19 piani. A sud dell’area ritroviamo un hotel che ospita un centro commerciale nei primi due piani, mentre quelli superiori sono destinati a civili abitazioni. Il “Palacrociere”, inaugurato nel 2006, si sviluppa su tre piani e presenta un grande terrazzo esterno. L’edificio è caratterizzato da pareti vetrate che rendono molto luminoso il suo interno che ospita, oltre al terminal, anche una sala conferenze, un punto d’informazione turistica e un bar.


A Salerno, l’architetto realizza nell’area di Santa Teresa la mezza luna “Crescent” e “Piazza della Libertà”, in un’area particolarmente delicata dal punto di vista paesaggistico. Al di là di tutte le diatribe e le vicissitudini giudiziarie che hanno accompagnato l’intervento di riqualificazione dell’area, il grande edificio a mezzaluna ospita ai livelli superiori, escluso gli ammezzati, civili abitazioni, mentre sotto il colonnato sono previsti dei negozi. Con le sue colonne e le facciate vetrate, il Crescent si caratterizza per una certa esigenza estetica di monumentalità accompagnata anche da funzionalità. La piazza (sopraelevata rispetto al circondario), inaugurata nel settembre del 2021 e rivestita in pietra lavica etnea il cui disegno s’ispira alle geometrie normanne, è molto ampia (28.000 mq.), in parte inglobata dal Crescent e in parte aperta verso sud, lato mare, dove troviamo una passeggiata con ulteriori negozi. Nella sua parte sottostante ingloba un parcheggio. Il calpestio del porticato del Crescent è costituito da mosaici artistici accompagnati da marmo verde imperiale e pietra lavica.
