Pareggio tra Roma e Napoli, ma i Partenopei restano in testa
salernonews24-sport-di Emanuele Petrarca-
Quello del Napoli, nel pomeriggio romano della nona giornata di campionato, si può tranquillamente definire come il “miglior modo per fermare una corsa”.
Il primo stop in Serie A della formazione di Luciano Spalletti avviene dopo una partita a reti bianche contro una Roma ferita nell’orgoglio dopo la figuraccia norvegese nella cittadina di Bodo e che aveva tanto da dimostrare davanti ai propri tifosi e tutto da perdere. Il Napoli, conscio di aver comunque mantenuto il primato, centra il nono risultato utile consecutivo, nonostante la conclusione dello splendido record di vittorie, fermatosi a quota 8, e dimostra di essere a tutti gli effetti una squadra da titolo.
I giallorossi hanno giocato uno dei loro migliori match sia dal punto di vista tecnico che, soprattutto, dal punto di vista fisico dove la dedizione e la forza , con la quale hanno saputo contrastare un giocatore devastante e pericoloso come Victor Osimhen, è stata davvero encomiabile.
Mourinho ritrova una delle migliori versioni del difensore Roger Ibanez e del centrocampista Bryan Cristante e riesce a fermare gli azzurri sullo 0-0. Eppure, il malcontento di Spalletti può essere rivolto a tutto tranne che alla prestazione della squadra, capace di mettere sotto una delle big del nostro campionato in uno degli stadi più ostili in cui giocare.
L’allenatore di Certaldo eclissa con un cenno della mano i tanti fischi che i tifosi giallorossi, che non hanno dimenticato lo scontro tra l’attuale allenatore partenopeo e l’intoccabile idolo Francesco Totti negli anni in cui Spalletti allenava la Roma, gli hanno tributato e dedica anima e corpo alla sua squadra che in campo si dimostra semplicemente superiore all’avversario. Rischia il giusto e le azioni pericolose degli avversari arrivano dai pochi svarioni creati proprio dai partenopei (vedasi l’incredibile errore di Abraham sotto porta). In avanti è un Napoli meno incisivo del solito ma, come detto, è merito della granitica difesa giallorossa che capisce la pericolosità dei velocisti azzurri e mantiene la linea difensiva piuttosto bassa per evitare possibili falcate partenopee.
Nonostante ciò, le azioni per il Napoli arrivano e sono soprattutto targate da Osimhen che ci mette lo zampino nei due legni colpiti dagli azzurri e dimostra la sua pericolosità. La partita è oggettivamente stata di grande valore con ritmi ben più europei rispetto ai nostri abituali. È forse mancata la ciliegina sulla torta per rendere questo match davvero importante e non stiamo parlando del gol, bensì della conduzione arbitrale fin troppo approssimativa nei momenti che contavano.
Massa non estrae cartellino sul gioco (molto) pericoloso di Abraham ai danni di Zielinski, nè viene chiamato dal VAR quando Osimhen, da terra, scalcia volontariamente Mancini. Ma la macchia più grande resta l’episodio da rigore su Zambo Anguissa che torna a far parlare del corretto funzionamento del VAR. Non è tanto l’entità del tocco quello che interessa nel discorso, bensì l’esigenza di poter almeno valutare l’azione al VAR che, però, non richiama l’arbitro Massa.
Qualche ora dopo, nel match Inter-Juventus, l’arbitro Mariani viene chiamato al VAR per ravvisare un rigore ai bianconeri e questo episodio aggrava ,ancor di più, la mancata collaborazione tra arbitro e tecnologia nella sfida dell’Olimpico. Il Napoli pareggia, ma convince e, alla fine, Spalletti può anche recriminare per aver ottenuto, così come il collega Mourinho, un cartellino rosso fin troppo esagerato a fine match.
