Verusca Costenaro e la parola scritta
a cura di Denata Ndreca-
Verusca Costenaro – poetessa e promotrice culturale attraverso la parola scritta, scrive sul suo blog Biocaffeina e sulla rivista di letteratura El Ghibli. Di origini venete, ha vissuto in varie città , tra cui Venezia, Londra, Padova, Dallas, Beirut. Al momento vive e lavora a Firenze. Ha pubblicato le raccolte La misura che non si colma; Senza il sogno e con la pazienza; Sofia ha gli occhi, e il racconto “Piccole storie di Resistenza lungo la tramvia” in Racconti Toscani, Come traduttrice ha curato la raccolta Canto Mediterraneo di Nathalie Handal (Ronzani Editore, 2018). Sue poesie appaiono in varie riviste e antologie.
Da Sofia ha gli occhi, Interno Poesia (2018)
Sofia
Sofia si veste al contrario
e ha gli occhi sulla luna.
Muore ogni giorno più o meno alla stessa ora
sulle scale di condominio
inerme a Milano
dentro un cono gelato
al cemento
sfogliando resti di margherite
al Parco Nord.
Muore
di attese e ritorni spalmati di miele
invischiati nel sapore di un ricordo.
È quella che si ferma a fotografare le nuvole
a pioggia sui grattacieli, respira
col fiato di chi ha sempre 11 anni,
rincorre farfalle ai limiti del cielo.
Tutta la vita a cercare di appartenere a qualcos’altro
oltre che a sé stessa.
The Escapist
Once she was a book
searching for her truth
now she’s a ghost page
hidden in the universe,
she’s a blank.
Un tempo era libro
in cerca di verità
ora è pagina fantasma
nascosta nell’universo,
è il bianco del foglio.
She used to be upside down
now she’s a rising flower
she’s a train on a healing track,
she’s a poem.
Un tempo era stesa a terra
ora è fiore che risale
treno sul binario della ripresa,
lei è poesia.
She used to be stuck
in somebody else’s dream
now she’s back to chaos again,
she’s an escapist,
she’s an explorer.
Un tempo era incastrata
nel sogno di qualche altro
ora è tornata caos,
è quella che fugge,
l’esploratrice.
Tornaterra
Sofia passava da lui la sera
a fumarsi una sigaretta.
Diceva la primavera da sola
non le bastava.
Lui seduto sul divano
non la guardava,
lei era troppa cosa da sostenere.
Restavano in silenzio anche per ore,
lo sguardo schermo
tra risate Sordi e bronci Pasolini,
lui a innamorarsi dei morti,
lei dei viventi.
E dentro sé lei pensava
polvere
alla polvere
ritorno
al ritorno
ci disperdiamo infinite volte
ma è solo una,
la terra a cui si torna.
