8 Giugno, un messaggio d’amore: giornata mondiale degli Oceani.

-di Denata Ndreca-

Oggi si festeggia il World Ocean Day – Giornata mondiale degli Oceani, istituita esattamente l’8 giugno del 1992 a Rio de Janeiro, durante il Vertice sull’ambiente, ma riconosciuta dalle Nazioni Unite, solo nel 2008. Una giornata costituita con l’intento di sensibilizzare e  salvaguardare il “polmone blu” del nostro pianeta Terra – ricoperta al 70% dagli oceani.

Vita e sussistenza (Life and Livelihoods) è il tema dell’edizione 2021, un tema che si svolgerà e festeggerà  per il secondo anno consecutivo, in maniera virtuale a causa della situazione pandemica.

“Solo un oceano sano può assicurare un pianeta sano per il benessere e la prosperità di tutti noi” ha detto il Vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per il Green Deal Frans Timmermans in occasione dell’International Ocean Governance Forum, mentre per le Nazioni Unite, il Decennio delle scienze del Mare per lo sviluppo sostenibile si è posto come obiettivo globale di “conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine ” entro il 2030.

L’Italia, invece, risponde con la campagna 30×30 Italia, con l’obiettivo di salvaguardare  almeno il 30% dei nostri mari entro il 2030, lanciando proprio oggi, in occasione di questa giornata il progetto “Oceano e Clima” che  vuole sensibilizzare sul legame esistente tra salute marina e cambiamento climatico, rappresentato dalla presidente di Worldrise onlus, la biologa marina Mariasole Bianco, la quale afferma che  “La soluzione parte dalla conoscenza, passa per la consapevolezza e si manifesta attraverso l’azione”.

Un’azione che non riguarda solo chi si occupa del mondo marino, ma che riguarda e deve riguardare ognuno di noi, in ogni piccolo e singolo gesto – spesso o quasi sempre – privo di rispetto verso l’ambiente che ci circonda. Basterebbe pensare e ricordare che gli ecosistemi marini hanno una capacità d’immagazzinare anidride carbonica 50 volte maggiore rispetto alle foreste tropicali. Basterebbe ricordare tutti i disastri ecologici che abbiamo causato con le nostre mani. Si, con le nostre mani, perché siamo tutti colpevoli per non aver saputo educare e radicare un amore così grande per il mare, da poterli salvare dal nostro egoismo e dal nostro desiderio di espansione.

Un amore come quello che ci ricorda il poeta George Byron.

E io ti ho amato, Oceano,

e la gioia dei miei svaghi giovanili,

era di farmi trasportare dalle onde

come la tua schiuma;

fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,

una vera delizia per me.

E se il mare freddo faceva paura agli altri,

a me dava gioia,

perché ero come un figlio suo,

e mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,

e giuravo sul suo nome, come ora.