Il Televisore: storia ed evoluzione di un oggetto che ha rivoluzionato la vita di tre generazioni
La nascita della televisione, dalle primordiali sperimentazioni alla sua diffusione tra il vasto pubblico, è estremamente complessa e segnata da continui avanzamenti tecnologici cui si affiancano brusche interruzioni. Solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo possiamo parlare dei primi prototipi di televisore, allorquando, nel 1875, si intraprese la sperimentazione della trasmissione a distanza di immagini attraverso la commutazione di un segnale luminoso in un segnale elettromagnetico. Numerosi studiosi e inventori dell’epoca si cimentarono nello studio e nell’applicazione di questa nuovissima tecnologia. Tra questi, Paul Julius Gottlieb Nipkov (vissuto tra la Polonia e la Germania) al quale si deve il prototipo di tv con il “Disco di Nipkov” realizzato alla fine del 1883: un dispositivo meccanico a disco che analizzava e riproduceva le immagini.


Poco dopo la prima guerra mondiale, nel 1925, fu poi lo scozzese John Logie Baird a realizzare la prima televisione meccanica con la tecnologia del disco di Nipkov: fu trasmesso il volto del suo fattorino William Taynton su 28 linee, di fatto il primo uomo rappresentato su uno schermo televisivo. La prima dimostrazione pubblica del nuovo meccanismo televisivo avvenne, tuttavia, l’anno successivo alla presenza di una decina di scienziati della Royal Institution e di alcuni giornalisti. Due anni dopo, nel 1928, si realizzò per la prima volta una trasmissione sperimentale da Londra a New York ma, nonostante i grandi progressi conseguiti negli anni ’20 dello scorso secolo, la televisione elettromeccanica non ebbe grande diffusione se non in alcune ristrette aree dell’America e dell’Europa. Intanto, il disco presente nei dispositivi elettromeccanici di quegli anni fu sostituito col più versatile tubo a raggi catodici inventato nei laboratori dell’Università di Strasburgo del tedesco Ferdinand Braun nel 1897, in Germania, e applicato per la prima volta dallo statunitense Philo Taylor Farnsworth nel 1927 nella televisione elettronica.

In Italia, invece, nel 1926 l’ing. Alessandro Banfi presentava all’interno dell’Associazione Elettrotecnica Italiana di Milano un primo prototipo di apparecchio televisivo detto a “canali multipli”. Tale sistema tecnologico venne completato, tre anni dopo, dall’EIAR (Ente italiano per le Audizioni Radiofoniche), di cui lo stesso Banfi era direttore responsabile, e un primo impianto televisivo venne realizzato a Milano e poi a Torino, seguito da un ulteriore impianto realizzato e perfezionato nel palazzo EIAR di Roma nel 1931. Nonostante la diffusione in Italia della televisione, essa stenta a partire a dispetto di alcuni primi tentativi pubblicitari intorno alla metà degli anni ’30 dello scorso secolo. Tre grandi aziende nazionali, la Magneti Marelli (sistema RCA), la Allocchio Bacchini (sistema Telefunken) e la Safar (sistema derivata dalla Telefunken e telepantoscopio), si approcciarono alla realizzazione di questa nuova tecnologia. Ricordiamo ad esempio il modello RV 175, realizzato dalla Magneti Marelli nel 1938 su progetto del Prof. Vecchiacchi e in collaborazione con la RCA.

Il televisore in questione, come la maggior parte dei primi sistemi televisivi realizzati negli anni ’30 e ’40 dello scorso secolo, era un vero e proprio mobile in legno (in radica) con apertura dello schermo, inizialmente tonda, e successivamente quadrata (molto smussata agli angoli). I comandi, posizionati al di sotto dello schermo, erano in genere costituiti da grosse manopole che servivano alla regolazione della luminosità, della sincronia orizzontale e quella verticale, del fuoco e del contrasto. Era sempre presente uno sportello, posizionato nella parte superiore nel modello della Magneti Marelli, con lo scopo di permettere un’ispezione dell’interno del televisore. Il tubo catodico, di forma circolare, era fissato direttamente al mobile. La Magneti Marelli innalzò a Milano, per l’Ente italiano per le Audizioni Radiofoniche, il primo trasmettitore TV posto sulla torre Littoria nel Parco Sempione realizzando, inoltre, una serie di televisori a tubo catodico a titolo sperimentale. Dei televisori fecero la loro comparsa in alcuni negozi della città e in determinati orari prestabiliti si iniziarono a ricevere le prime trasmissioni sperimentali. A partire da queste frequenti sperimentazioni, le aziende Magneti Marelli e Safar avviarono la produzione in serie dei primi apparecchi televisivi che furono presentati in occasione della “Fiera della Radio” del settembre 1939. Le trasmissioni ufficiali erano previste per il 1942 in occasione del ventennale fascista. La Guerra, tuttavia, frenò tale importante appuntamento. Una famosa rivista settimanale italiana dell’epoca “L’illustrazione italiana”, pubblicava l’avvento della televisione in Italia con una particolare immagine raffigurante l’apparecchio televisivo con base lignea e con un design più simile a quello di una grande radio.

L’immagine era affiancata, poi, da un particolare slogan: “Fonotelevisore R.T.D.40 il più luminoso e il più perfetto” (si trattava del primo televisore SAFAR del 1936). Diversamente, negli anni ’30 dello scorso secolo, la televisione era già molto presente anche nelle case private, in Francia e soprattutto in Inghilterra, paese nel quale, alla fine del suddetto decennio, si registrava una vendita di più di 20000 videoricevitori. Soltanto alla fine del secondo Conflitto Mondiale assistiamo a una rapida ed effettiva evoluzione dell’apparecchio televisivo. Nel corso della “Conferenza mondiale delle Radiocomunicazioni” di Atlantic City del 1947, si decise, innanzitutto, di dare un nome definitivo all’apparecchio che si utilizzava per trasmissioni a distanza delle immagini in movimento: “televisione” con sigla TV. Non molti anni più tardi, il 3 gennaio del 1954, ha inizio il servizio televisione italiano sul “Programma nazionale” ed è a partire da questo momento che anche in Italia si assiste a una lenta ma progressiva vendita delle televisioni, inizialmente molto rare nelle famiglie e presenti soprattutto in quelle facoltose o per lo più nei bar e nei circoli. Grazie al boom economico, gli apparecchi diventano sempre più diffusi nelle case private. Tra gli anni’50 e gli anni ’60 dello scorso secolo, si assiste a una sempre più marcata e ricercata progettualità nelle forme e realizzazioni delle televisioni. Anche la stessa forma dell’apparecchio televisivo inizia a modificarsi: da grande mobile in legno con piccolo schermo tv, si trasforma in un vero e proprio oggetto televisivo sempre più ridotto e posizionabile su consolle.

La tecnologia ha, dunque, un ruolo fondamentale nella forma della televisione che, di fatti, con l’evoluzione dei sistemi interni tende a ridursi nelle dimensioni, mentre lo schermo, inizialmente di pochi pollici, inizia ad ampliarsi e a prendere sempre più spazio.

Nel 1956 fu realizzato il primo televisore dal design molto innovativo, progettato e disegnato da Sergio Berizzi, Cesare Buttè e Dario Montagni. Denominato “il Marziano”, fu realizzato per la Phonola ed è caratterizzato da linee aereodinamiche e da una netta separazione tra lo schermo (17 pollici) con forme morbide e i comandi posizionati all’interno di una cassetta in legno posta sotto al cinescopio. Per la sua rivoluzionaria e innovativa forma se ne conservano 2 esemplari: uno al MoMa di New York e uno alla Triennale di Milano. Negli anni ’60 dello scorso secolo assistiamo alla realizzazione di televisori con schermi sempre più grandi, si raggiungono i 25 pollici, e al mobile in legno, generalmente verniciato in poliestere, si affiancano nuovi materiali come i primi profili in plastica di colori per lo più neutri come il grigio o il beige.

Nel 1962, nell’ambito della ricerca di nuovi design che offrono una qualità di particolare pregio, viene disegnato dai grandi designer Marco Zanusso e Richard Sapper il Doney 14 (per la Brionvega), vincitore anche di un Compasso d’Oro, rivoluzionario per vari fattori: primo televisore a transistor d’Europa con utilizzo di materie plastiche impiegate per alcune loro particolari proprietà come la infrangibilità o la possibilità di utilizzo di svariati cromatismi e anche per la facile serialità.

Due anni dopo, nel 1964, gli stessi designers, Zanusso e Sapper progettarono una televisione anch’essa innovativa e soprattutto pratica: l’Angol da 11 pollici, sempre per Brionvega, particolare per il cinescopio di forma rettangolare e leggermente inclinato, dallo stile unico e inimitabile!

Dalla metà degli anni ’70, con l’avvento della microelettronica, il conseguente abbandono delle tv in bianco e nero e l’avvento dei telecomandi, le ricerche estetiche e le forme si adeguano alle diminuite dimensioni dei componenti tecnologici della televisione. Soprattutto alla fine degli anni ’70 e all’inizio del successivo decennio, inoltre, la plastica prende sempre più piede. Negli anni ’90 tendono a modificarsi con ingombri sempre più ridotti grazie al display prima al plasma e poi a LCD, ovvero a cristalli liquidi (utilizzato fino ad allora solo per i monitor dei personal computer): lo schermo piatto si sostituisce dunque a quello più volumetrico con tubo catodico. Gli schermi si assottigliano al punto da poter essere montati anche a parete. Agli inizi del nuovo secolo, inoltre, si assiste al passaggio dalle trasmissioni da analogica a digitale terrestre completata nel 2012. Negli ultimi anni l’LCD viene sostituito dal LED (diodo ad emissione luminosa). La nuova frontiera delle TV è quella dei maxi schermi grazie anche all’alta definizione HD che rende le trasmissioni e i film molto più nitidi e sempre più realistici. Nell’ultimo decennio, inoltre, la televisione si è ulteriormente evoluta, sempre dal punto di vista tecnologico, grazie al 4K (Ultra HD) che offre un’immagine 4 volte più nitida rispetto al FULL HD. Conseguenza di tale ulteriore passaggio tecnologico è la realizzazione di schermi ancora più grandi anche di 65 pollici. Lo schermo in questi ultimi anni si è ulteriormente ampliato e appiattito grazie al 16K che presenta 4 volte più pixel di uno schermo 4K. Infine l’avvento della Smart TV che consente alla TV di collegarsi direttamente ad internet godendo quindi anche dei contenuti multimediali del web, ha unito le funzioni tipiche della televisione con quelle proprie del computer o di uno smartphone.

