“Perchè, vuol mandarmi una bomba?” chiede a Quarto Grado l’ex PM del caso Pipitone.
-di Claudia Izzo-
“Se tornassi indietro spererei in un pò di fortuna…”, parla di fortuna venuta meno l’ex Pubblico Ministero Maria Angioni, ora giudice a Sassari, ospite della puntata di Quarto Grado.
Ieri sera la puntata del noto programma televisivo condotto da Gianluigi Nuzzi, si è dedicato nuovamente al caso di Denise Pipitone, la bimba di Mazara del Vallo scomparsa nel 2004, all’età di 4 anni, mentre giocava con i cugini innanzi casa. Il caso riaperto di recente vede adesso iscritta nel registro degli indagati Anna Corona, ex moglie del padre naturale della piccola Denise, e Giuseppe Della Chiave, nipote di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto, deceduto da tempo, che aveva mimato il rapimento di Denise, a cui diceva di aver assistito.
Un caso che fa acqua da tutte le parti per le indagini maldestramente condotte 17 anni fa, eppure la Giudice Angioni afferma che a mancare sarebbe stata la fortuna!
La giudice accenna a strani ostacoli, nell’ambito della trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi, tutti gli ospiti e forse mezza Italia da casa, non riescono a comprendere che senso ha parlare solo dopo 17 anni e non prima, perché aver sottovalutato testimonianze ritenute ora, alla riapertura del caso, fondamentali?
All’epoca dei fatti, da ribadire, era proprio Maria Angioni il PM responsabile dell’inchiesta per la scomparsa della piccola Denise e, se carta canta, è stato proprio il Giudice di I e II grado ad asserire che alla situazione attuale, ossia al niente di fatto dopo 17 anni, ci si sarebbe arrivati proprio a causa della deficienza delle indagini. Tradotto in parole povere: per queste indagini non sarebbe stato fatto abbastanza.
A questo punto, la giornalista Sabrina Scampini tira un affondo: Ma un pò di senso critico, non dico di vergogna, ma qualcosa se l’è chiesto? E’ sempre sicura delle sue opinioni ma è anche la persona che all’inizio avrebbe dovuto indagare e invece ha reso l’indagine impossibile…
Se volete mi vergogno pure. E allora? controbatte la giudice. Dallo studio: Viene qui dopo 17 anni a dire che non va bene niente e ha la verità in tasca. Ma quella verità l’avrebbe dovuta trovare lei…
Mille i dubbi, se le intercettazioni ottenute non erano ascoltabili perchè allora la PM Angioni non ne richiese altre? La giudice parla di aver cambiato le impostazioni alle indagini. Il clima in studio si fa teso “che cosa dovevo fare ?” si chiede la giudice sorridendo più volte, senza accogliere i suggerimenti degli altri ospiti.
Insomma si parla di depistaggi ma la Angioni più di mandare qualche email non sembrerebbe aver fatto, nessuna denuncia ha raggiunto le autorità competenti.
Fate il processo a me? chiede la giudice.
Nuzzi chiede alla Angioni cosa fa adesso e lei: –Perchè, vuol mandarmi una bomba? determinando la risposta risentita di Nuzzi che dice –Spero che stia scherzando, al massimo alle signore mando fiori, cioccolatini o un libro.-
La trasmissione prende una brutta piega, la giudice Angioni non risponde alle domande e fa un monologo; se per quest’ultima i processi non si fanno in tv, Nuzzi afferma: dovrebbe chiedersi perchè stiamo ancora qui a farci le stesse domande da 17 anni, perchè la Angioni aveva gli strumenti ed il tempo per far luce sulla vicenda. Increduli, attoniti, gli ospiti fino alla fine, il collegamento con la giudice viene interrotto.
In studio si è parlato di sperpero di tempo, di sentimenti e di denaro pubblico mentre chi aveva la possibilità di arrivare alla verità, obiettivamente, essendo trascorsi ben lunghissimi 17 anni senza esiti, non l’ha fatto.
C’è qualcosa da sottolineare, la Angioni da PM oggi giorno riveste il ruolo di giudice, il tempo è passato per tutto e per tutti ma è la signora Piera Maggio, madre di Denise, che è rimasta al palo. Nella stessa situazione di allora, con la disperazione nel cuore e gli abissi nello sguardo, ogni giorno di più.
Ma si cerca ancora, si cerca la piccola Denise, adesso più di allora, qualcosa si muove, le testimonianze taciute per 17 anni iniziano ad arrivare, per dar pace ad una madre, per dar risposta ad uno striscione esposto a Mazzara che chiede aiuto per una bimba che manca da casa da troppo, troppo tempo.