Intervista a Paola Berardino, riconfermata Delegato Provinciale CONI Salerno
Paola Berardino, delegato provinciale Coni Salerno, sostiene la pratica sportiva e la diffusione di tutti quei valori fondamentali dello sport. Parliamo con lei di sport, del CONI e di passione.
Dr.ssa Paola Berardino, Lei è stata riconfermata, in qualità di Delegato Provinciale, alla guida del CONI SALERNO per l’intero periodo olimpico 2021-2024, di cosa si occupa nello specifico e quali sono le responsabilità che ha nel suo ruolo?
Il Coni è un ente pubblico che si occupa dello sport, ci definiamo come “la casa dello sport” e abbiamo la principale funzione di coordinamento e vigilanza delle attività sportive che si svolgono in Italia, in aggiunta a questo c’è poi la parte di preparazione olimpica, per cui il Coni ha la responsabilità della scelta degli atleti e della loro preparazione alle Olimpiadi. Sul territorio, come delegato provinciale del coni, personalmente svolgo la funzione di coordinamento, a livello provinciale, delle federazioni sportive, che sono 44, delle 19 Discipline Associate, 15 Enti di Promozione Sportiva, 19 Associazioni Benemerite.
Queste federazioni, a loro volta, hanno le società sportive sul territorio, quindi, per esempio, nella provincia di Salerno ci sono 158 comuni e tutte le attività sportive che avvengono in questi territori fanno capo a noi, attraverso le società sportive di calcio, pallavolo, pallacanestro ed altre e le loro federazioni provinciali di appartenenza. Quindi il nostro ruolo è quello di coordinare tutta l’organizzazione delle pratiche sportive.
Inoltre, ci sono dei Progetti del Coni che si sviluppano sul territorio come, per esempio, la “Giornata Nazionale dello sport”, che è stata indetta con il decreto presidenziale del 2003 e si è svolta tutti gli anni da allora tranne l’anno scorso, causa covid, quest’anno infatti noi contiamo di poterlo organizzare, anche perché è un’iniziativa che si fa all’aperto, e lì praticamente il Coni invita i comuni ad aderire e poi per ogni comune che aderisce ci sono le società sportive del territorio che poi organizzano questa giornata di festa, poi le associazioni sportive decidono di far partecipare i loro atleti.
Di solito si allestiscono sulle spiagge come quella di “Santa Teresa” o sul Lungomare a Salerno, qualche anno prima l’abbiamo organizzata anche al Parco del Mercatello e al Parco Pinocchio, sempre all’aperto. Ad esempio, l’ultima che abbiamo svolto era sulla “sostenibilità ambientale” e penso che anche quest’anno sarà così.
Il Coni, quindi, propone e persegue la promozione dello sport e dei sani valori legati allo sport; perché noi delegati sappiamo bene che non è solo lo sviluppo fisico e quello cognitivo ad essere legato allo sport ma è anche lo sviluppo sociale e affettivo, è tutto collegato per chi fa sport, noi ci occupiamo dello sport per tutti dal punto di vista sociale e poi anche dello sport ad alto livello sul nostro territorio. Un altro progetto che abbiamo sempre sviluppato è quello dell’EDUCAMP, centri sportivi disciplinari estivi, cioè quando finisce la scuola, c’è la possibilità di fare delle settimane multidisciplinari per i bambini dai cinque ai quattordici anni e, fino a due anni fa, sono state organizzate proprio da noi in prima persona, con i nostri volontari, i nostri docenti di educazione fisica, anche lì siamo stati al Parco Arbostella, al Tennis club “le Querce” e per due anni anche al Lido dell’esercito, sul mare, promuovendo tanti sport diversi come equitazione, arrampicata, golf, scherma, arti marziali, vela, canoa, canottaggio, pallamano ecc. Tutto questo organizzato dalla mattina intorno alle ore nove fino alle diciassette/diciotto del pomeriggio con attività anche ricreative, quindi per esempio teatro, musica, attività come disegni, lavoretti con la creta, lavori con i nodi …
Personalmente sono molto entusiasta di tutto ciò che siamo riusciti a concretizzare in questi anni, siamo riusciti a portare anche il responsabile regionale del Rafting, al Parco Arbostella, in piscina, ricreando lo stesso ambiente per far conoscere questo sport a tutti i bambini interessati. Dall’anno scorso tutte queste attività sono affidate alle società sportive, però il Coni affida solo alle società meritevoli, la possibilità di organizzare queste giornate. Questa è tutta la parte più attiva e operativa poi ovviamente c’è anche quella più tecnica, ci occupiamo di impiantistica sportiva, dare consulenza fiscale e tributaria alle società, poi ci occupiamo anche di premiare sul territorio provinciale, ogni anno gli atleti, i dirigenti, gli arbitri, i tecnici più meritevoli e ci occupiamo infine anche delle onorificenze sportive che assegna il CONI nazionale, le Stelle e le Palme al Merito Sportivo a Roma, noi raccogliamo e selezioniamo le candidature, quelle che sono più adatte e le proponiamo a Roma, poi la premiazione finale la facciamo sempre noi, qui sul territorio campano. Queste sono grossomodo tutte le attività che noi svolgiamo.
Prima di iniziare questo percorso all’interno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, aveva altre aspirazioni o ha sempre desiderato lavorare nell’ambito sportivo?
Il mio incarico è un incarico di volontario, quindi io non percepisco stipendio; nella vita insegno alle scuole medie, ho insegnato educazione fisica per otto anni, poiché era il mio più grande sogno da quando avevo cinque anni. Al momento, invece, insegno tre diverse materie: storia, italiano e geografia sempre alle medie, dopo aver vinto il concorso per Lettere. Tuttavia, da sempre ho avuto questo amore per lo sport, infatti da piccola ho praticato tanti sport diversi, ho avuto la possibilità di fare anche alcune gare nazionali di ginnastica ritmica, alcuni campionati studenteschi, di pallavolo e di atletica. Ad un certo punto poi, crescendo, ho scelto di concentrarmi solo sulla ginnastica ritmica, fino a quando lasciando il ruolo di atleta, sono diventata allenatrice e giudice. Proprio grazie a questo ruolo ho avuto molte soddisfazioni, sono stata la responsabile dei giudici italiani per 12 anni e ho avuto l’occasione di giudicare due Olimpiadi, quella del 2004 ad Atene e nel 2008 a Pechino. Un’esperienza bellissima che ricorderò per tutta la vita anche perchè in quegli anni giravo moltissimo per il mondo con la squadra Nazionale “le farfalle azzurre” e ho avuto modo di ho visitare tanti posti, come il Giappone, la Cina, l’Egitto, la Russia, la Francia, l’Inghilterra e questo sicuramente ha favorito anche la mia formazione umana, mi ha arricchito molto, in quanto ho collaborato con i giudici di tutto il mondo. Ho imparato così a comunicare e lavorare in equipe con persone provenienti da ogni parte del mondo.
L’esperienza al Coni, invece è arrivata successivamente, dopo la ginnastica, ho avuto questa proposta che, all’inizio, non avevo nemmeno tanto preso in considerazione perché ho sempre preferito ruoli più attivi e dinamici. All’inizio ero molto titubante, però poi mi sono resa conto che attraverso questo ruolo potevo dare qualcosa di mio dell’esperienza che avevo maturato, ma anche ricevere tanto da questo ambiente. Noi infatti lavoriamo molto anche sulla formazione, con la Scuola Regionale dello Sport, quindi organizziamo corsi per i giovani, ma anche per le altre fasce d’età, questo perché crediamo che sia importante conoscere il proprio il ruolo per svolgerlo al meglio. Alla fine, sono stata felice di questo ruolo perché mi piace fare qualcosa di concreto per lo sport.
Secondo lei, che valore ha lo sport all’interno della società moderna? Bisognerebbe incentivare di più i giovani alla pratica sportiva, se sì come?
Sicuramente, sono una paladina dello sport, nel senso che lo sport concorre alla formazione umana totale, quindi ha una funzione educativa trasversale ed è fondamentale per una buona crescita, sostenendo dei corretti stili di vita, combattendo anche le cattive abitudini anche alimentari, per combattere soprattutto la corruzione, l’illegalità, perché lo sport prima di tutto ti aiuta a imparare a rispettare le regole.
Noi siamo una delle regioni purtroppo agli ultimi livelli in quest’ambito perché abbiamo anche tanti problemi a livello di obesità infantile e quindi secondo me è importante proprio il movimento del bambino, qualsiasi attività sportiva scelga va bene, è funzionale alla sua crescita. È importante però che scelga il bambino e non il genitore che attraverso il figlio cerca di realizzare suoi sogno infranti. Questo è fondamentale sia per la crescita fisica che per quella mentale del ragazzo perché abbiamo sport che sviluppano una coordinazione incredibile, cioè in alcuni sport bisogna saper dare una risposta in poco tempo, individuare un movimento, una traiettoria, soprattutto fare sport significa sviluppare delle capacità mentali oltre poi al discorso affettivo. Si impara cioè a socializzare con le persone e quindi a non essere prepotente o egoista negli sport di squadra, ma si impara ad avere una visione di gruppo, si capisce che non si ottiene il risultato se non si fa gioco di squadra. Spesso anche con i ragazzi più a rischio, quelli fragili e di strada, alle volte con lo sport si riesce ad ottenere molto di più, che con le regole di casa, di scuola o della legge. È una chiave di approccio più facilitata per queste fasce di ragazzi fragili e con più difficoltà.
In relazione alla pandemia di Covid-19, com’è cambiato il settore sportivo? E quale sarà il futuro dello sport dopo la pandemia?
Il covid ha immobilizzato le persone, ha creato un isolamento, noi siamo sportivi, quindi cerchiamo sempre una soluzione ad un problema, già il fatto di avere tenacia e ostinazione, fa capire quanto ci teniamo alle attività sportive. L’ aspetto più importante da sottolineare è che fino ad ora tutti abbiamo cercato di trovare nuove soluzioni, c’è subito stato il tentativo delle società sportive di tenere i ragazzi in allenamento anche con lezioni a distanza, per non far perdere tempo ai loro atleti e per avere la possibilità di non farli rimanere indietro nelle loro discipline. Infatti proprio nel primo periodo del lockdown, quando non si poteva nemmeno fare l’allenamento con i ragazzi in preparazione per campionati Nazionali, gli atleti da casa si sono allenati da soli, hanno girato video con allenamenti intesi, per poi sottoporli alla visione dei loro coach. E’ chiaro che la difficoltà è stata enorme e poi con la ripresa solo per gli agonisti, c’erano comunque tutti quei ragazzi che avevano perso i vantaggi di fare sport, soprattutto a livello sociale, poiché non potevano comunque allenarsi in gruppo.
D’altro canto, tutte le discipline sportive sono state attaccate dal covid, si sono verificati molti problemi nel pattinaggio, nella scherma, nel nuoto, nelle arti marziali, nel judo, in quasi tutti gli ambiti sportivi. Tutti questi “stop and go” non sono per niente favorevoli, c’è da parte di tutto lo sport italiano e salernitano, il desiderio di riprendere e di tornare alla normalità. Nel frattempo, si sono sviluppate molte idee per promuovere lo sport all’aria aperta, pur di riprendere i ritmi che cerano prima. L’augurio, infatti, è quello di riprendere in sicurezza con tutte le discipline, quindi di allenarsi e fare sport evitando però di peggiorare le condizioni degli atleti e di tutti coloro che li seguono nel loro percorso. Siamo tutti molto attenti a quello che succede, abbiamo tanta voglia di riprendere ma siamo anche consapevoli del rischio che c’è ancora per la situazione covid-19.
Qual è il suo prossimo obiettivo da raggiungere? Sta lavorando a qualche nuovo progetto?
L’obiettivo al momento è quello di ripartite con il Coni e anche di poter fare qualcosa in più per il territorio, in quanto c’è comunque carenza di strutture e di impiantistica, io ho iniziato quest’avventura con il Coni nel 2015, quando mi chiedevano i giornalisti del famoso palazzetto dello sport in città, io fui chiara sin dall’inizio, dissi che comunque la mia presenza non poteva garantire la realizzazione di tale progetto. Infatti, ero molto giovane quando si sperava in un nuovo palazzetto dello sport, e ancora questo sogno non si è realizzato; questo potrebbe essere un problema per le nuove generazioni, tuttavia, non ci impedisce di lavorare con più impegno per riuscire a costruire a Salerno, un impianto fondamentale come un nuovo e moderno Palazzetto dello sport.
Sono previsti dei finanziamenti anche da parte del Coni ma sono le amministrazioni che devono dare questa svolta definitiva. Nel frattempo, però si può essere vicini a chi ha bisogno, noi del Coni siamo vicini anche a molte parrocchie che sono disposte a mettere a disposizione dei giovani gli impianti o le strutture per le attività sportive. Bisogna continuare a collaborare anche con questo tipo di organizzazioni per aiutare sempre chi è meno fortunato di noi. Un prossimo progetto potrebbe essere quello legato alle zone a rischio, le zone di alta fragilità, per dare una grossa mano ai ragazzi nella loro crescita fisica ed educativa, attraverso le nostre società sportive quindi puntiamo a migliorare la loro qualità della vita.