La storia dei vaccini. “Con che coscienza?”

-di Pierre De Filippo-

Stentoreo è il tono, severo è il volto. “Con che coscienza?”, si chiede a chiare lettere Mario Draghi.

Con che coscienza, i furbetti del vaccino, saltano la fila e si impossessano di dosi che non gli spetterebbero? Con che coscienza sottraggono nettare vitale ai loro ed ai nostri nonni, i più fragili, coloro che – più di tutti – ne avrebbero bisogno?

Con che coscienza uno psicologo di trentacinque anni, un “operatore sanitario” certamente non al fronte, pretende l’inoculazione del siero per via surrettizia e anche un po’ paraculesca?

Un Draghi così sputante fuoco non lo avevamo mai visto, non lo avevamo mai sentito. E c’è da ragionarci su.

In primo luogo, la storia dello psicologo trentacinquenne – che sa tanto del pompiere di Viggiù – rappresenta un po’ un Draghi Giano bifronte: parla a nuora per far sì che nuora e suocera capiscano. La suocera sono certamente le regioni, che hanno impostato il proprio calendario delle vaccinazioni abbastanza a piacimento: fragili e poi non più, anziani ma prima docenti, e prima forse i politici, e poi i magistrati, e poi i cassieri e gli autisti di mezzi pubblici. Tutti, a vario titolo, astrattamente autorizzati poiché tutti, astrattamente, a stretto contatto col pubblico.

E, però, qui o seguiamo una strada chiara e univoca o non ne usciamo più.

Solo poche settimane fa la Campania aveva vaccinato 64.000 mila docenti (mentre con gli anziani era un po’ indietro) mentre la Lombardia ne aveva effettuati solo 2.000mila.

Le regioni, tutte, non stanno proponendo un bello spettacolo sin dall’inizio della pandemia, sin da marzo 2020, in cui presero ad andare in ordine sparso.

Riprendendo Nanni Moretti, se il governo chiudeva invocavano aperture, se il governo apriva invocavano chiusure, della serie “mi si nota di più se sto chiuso o se sto aperto”.

Non c’è serietà in questo modo di fare, non c’è capacità gestionale, soprattutto di persone e umori; la politica non è solo rappresentanza – di interessi, esigenze, posizioni –, è anche guida. Un politico deve farti capire, deve istruirti, deve spiegarti.

Le tante critiche rivolte al nostro ordinamento giuridico post riforma del 2001, il cosiddetto federalismo, hanno messo in luce una incongruenza non da poco: la regionalizzazione della sanità è stata un errore; lo è stato perché la si è applicata in un Paese che viveva già problemi di diseguaglianze sociali, di sperequazione e di disagio.

Approvarla è stato versare benzina sul fuoco.

Ma Draghi parlava anche alle nuore, e qui il discorso è leggermente più serio e divisivo: “con che coraggio, con che coscienza?”. La risposta potrebbe essere: “colpa delle regioni (o di chi per loro) che lo permettono”.

Si, ma non basta.

Noi dobbiamo ricordare sempre di essere una democrazia. Questo elemento è essenziale. E la democrazia, diceva Montesquieu, si fonda su un elemento fondante, un principio ispiratore: la virtù, che è qualcosa di personale, non di imposto, che è un sentirsi moralmente obbligati non obbligati ex lege. Siamo una democrazia perché lo psicologo trentacinquenne deve arrivare a dire che no, può anche averne l’occasione – e, si sa, che l’occasione rende sempre l’uomo ladro – ma correttezza, serietà, etica professionale e altruismo vogliono che non la sfrutti, che chiami la nonna e faccia vaccinare lei.

Ha molto poco senso insistere sulle regole, che sono fondamentali, sia chiaro. È la cultura – politica, civile, sociale, in questo caso – di un Paese che ci permette di progredire; lo stato di diritto vi opera sopra, lo ammanta di candore ma senza una base sociale retta “fatta la legge, trovato l’inganno”, che in Italia è tradizione secolare.

Con che coscienza, quindi, qualcuno si è indignato dinanzi a quella frase? Con che lungimiranza, con che visione politica?

Nella stessa conferenza stampa, Draghi ha duramente attaccato il dittatore turco Erdogan.

Con quel richiamo, con “con che coscienza?”, ha dimostrato di essergli lontano e alternativo non solo a parole ma soprattutto con i fatti.

 

 

 

(“Mario Draghi – World Economic Forum Annual Meeting 2012” by World Economic Forum is licensed with CC BY-NC-SA 2.0. To view a copy of this license, visit https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/)

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