Diego Caiazzo e le poesie sul Sistema Solare
“Il sistema solare” Diego Caiazzo, Diogene Edizioni 2020.
Sono qui come un legionario
in cerca di fortuna e di oblio
in un deserto lontano
Un invito ben ponderato, una mano invisibile che il poeta tende verso di noi e verso il mondo, uno spazio di condivisione di tempo e distanze dove sentirsi accolti, perché tra le pagine di questo libro, Diego Caiazzo ci fa sentire a casa.
È nato a Napoli (1955) e vive a Pomigliano d’Arco; è autore delle raccolte poetiche “La via lattea” e “Il sistema solare”. Sembra che dia forma alle sue poesie con la stessa pazienza di un giocatore di scacchi. Capace di fare con le parole ciò che fa il giardiniere con gli alberi: la potatura, consapevole che sia l’unico modo per poter affrontare gli inverni freddi della vita ed ottenere una quasi piena fioritura della poesia.
È come una spremitura di parole
deve rimanere solo il succo
l’essenza la vitamina
la scrittura farsi densa
senza distanza fra gli atomi
se l’universo fosse una poesia
sarebbe una piccolissima palla
inabitabile se non dai poeti
ma di loro non co sarebbe più bisogno.
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Come la mela di Newton,
la fine di un amore provoca
una rivoluzione cosmologica:
l’universo perde il suo centro
e si comincia ad osservarlo,
un po’ stupiti, con nuovi strumenti
che svelano un cielo ignoto;
così si puntano galassie inesplorate
alla ricerca di un pianeta abitabile
in un altro Sistema solare;
e nuove mappe vengono stese
ed altre saranno bruciate,
perché non resti di esso
che la luce di un ricordo.
Matapan
Sul fondo sono all’àncora i rottami
come riposassero in porto,
ancóra abitati dalla sorpresa,
popolati di anime palombare
e di pesci che vi rincasano.
Gli dei del mare ogni tanto li visitano
come pietoso dovere di memoria.
Oggi incontrerebbero anche l’anima
di mio padre, superstite di allora,
che, certo, come Ulisse, sarà disceso
in quell’Ade d’acciaio e corallo.
Ogni sera, come un pendolare,
prendo il treno del sonno,
un treno fantasma, dal percorso incerto
e dagli orari vaghi, che spesso si ferma
senza apparente motivo in aperta campagna:
allora i passeggeri scendono ed io con loro;
alcuni di essi accendono un fuoco
e iniziano a raccontare i loro viaggi,
le avventure vissute, i pericoli scampati.
E molte sono le domande, poche le risposte;
finché il macchinista, improvvisamente,
rimette in moto e si riparte
per destinazione ignota.