La lampada “Arco” di Pier Giacomo e Achille Castiglioni: icona del design “Made in Italy”
Il termine Design che vuol dire “progetto” o “progettare” esplica un significato ancor più forte ovverossia quello, nello specifico, di “andare avanti”. In pratica il progettista designer realizza la propria pianificazione creativa studiando il presente ma, contemporaneamente, immaginando un futuro in cui si possano concretizzare le proprie creazioni. Come afferma il designer Alessandro Barison, la disciplina “Design” abbraccia numerosi aspetti della vita e della società e riflette un forte connubio tra tecnica e scienza, toccando anche l’aspetto sociologico ed umanistico e unendo l’ingegneria all’arte e l’invenzione allo stile. Ne consegue un ventaglio di settori più specifici in cui è ben presente lo studio della progettazione legato al design: esiste il design industriale, il web design, l’interior design, l’interaction design o il graphic design. In questa sfera terminologica rientra, in linea generale, tutta la progettazione di oggetti di consumo, la pianificazione di un sito web o di applicazioni internet, il disegno creativo di luoghi e spazi ma anche il solo immaginare nuove idee sulla correlazione tra persone e oggetti o il progettare nuove forme di illustrazioni e di comunicazioni. Negli ultimi anni, tuttavia, il termine design è spesso utilizzato erroneamente per definire il profilo di un prodotto di alta qualità o di ricercata peculiarità estetica dimenticando, purtroppo, l’importanza della stessa progettazione. Solitamente l’accomuniamo allo stile, ad esempio, di un oggetto di produzione industriale, interessante dal punto di vista estetico ma non rientrante nella sfera specifica nell’industrial design. Un oggetto di design, dunque, nasce da approfonditi studi sul materiale, sui cambiamenti delle tecniche della sua realizzazione, sul suo effettivo utilizzo, sul profilo del dettaglio, sulla prassi e le regole della sua produzione e, in ultima analisi, sul suo approccio emozionale ed introspettivo nel coinvolgere l’acquirente. Uno dei prodotti del disegno industriale italiano, tra i più conosciuti al mondo, famosi e venduti, è, senza ombra di dubbio, la lampada “Arco” progettata nel 1962 dai designer Pier Giacomo e Achille Castiglioni per l’azienda d’arredamento e illuminazione Flos. In una intervista per la rivista Ottagono del 1970 Achille Castiglioni ne descrive le sue peculiarità e caratteristiche: “lampada che proiettasse la luce sul tavolo” e aggiungeva: “ce ne erano già, ma bisognava girarci dietro. Perché lasciasse spazio attorno al tavolo la base doveva essere lontana almeno due metri. Così nacque l’idea dell’Arco: lo volevamo fatto con pezzi già in commercio, e trovammo che il profilato di acciaio curvato andava benissimo. Poi c’era il problema del contrappeso: ci voleva una massa pesante che sostenesse tutto. Pensammo al cemento prima, ma poi scegliemmo il marmo perché a parità di peso ci consentiva un minore ingombro e quindi in relazione ad una maggiore finitura un minor costo. Nella Arco niente è decorativo: anche gli spigoli smussati della base hanno una funzione, cioè quella di non urtarci; anche il foro non è una fantasia ma c’è per permettere di sollevare la base con più facilità”.
Achille Castiglioni affermava anche che la lampada Arco era un elemento altamente innovativo nel campo nell’illuminazione, difatti è ancora tuttora attuale, nonostante abbia quasi 70 anni. Una lampada che funge da lampadario ma non lo è, trasportabile ovunque, arrivando, col suo punto luce, direttamente sul luogo che si vuole illuminare (che può essere il centro di un tavolo, o di una zona conversazione o più semplicemente una poltrona sulla quale comodamente leggere). Essa è una lampada a terra, la sua base è in marmo di 65 kg con spigoli e vertici ad angolo smussati.
Da essa parte la struttura, in metallo ad arco, costituita da tre setti di arco a sezione a U e supporti a vite. Al termine dell’arco ritroviamo il punto luce formato da una cupola a calotta forata, per evitare il surriscaldamento del portalampada e da un anello in alluminio che serve a orientare la posizione della cupola stessa. Una curiosità su tale oggetto di design industriale è che tale corpo illuminante fa parte delle collezioni permanenti del Triennale Design Museum di Milano e del MoMa di New York.

