San Gimignano: un borgo medievale da visitare

Posizionato sul crinale di una collina in Val d’Elsa, nella quale scorre l’omonimo fiume che si riversa, più a nord, nell’Arno, il borgo di San Gimignano, circondato dalle dolci alture senesi, rappresenta geograficamente il cuore stesso della regione Toscana. Importante centro doganale nel medioevo e non lontana dalla via Francigena, strada che collegava la Cattedrale di Canterbury, in Inghilterra, con Roma, San Gimignano era in passato un punto nevralgico per i numerosi commerci che donarono al borgo splendore e ricchezze. Le sue origini sono antiche e risalgono all’epoca etrusca; fu poi ampliata nel periodo romano, mentre l’impianto urbanistico e le sue mura, così come li vediamo, risultano essere d’epoca medioevale, periodo florido per la città anche dal punto di vista artistico. In quel tempo, infatti, San Gimignano fu abbellita da numerose chiese e palazzi che fecero di piazza del Duomo e di Piazza della Cisterna due realtà urbanistiche particolarmente eleganti e ricche. In quel periodo, ancora, confluirono numerosi artisti legati alla scuola senese come, ad esempio, Puccio di Bartolo, Simone Martini o ancora Lippo Memmi.  Spiccano, nello skyline del paese, le numerose torri, caratteristica per la quale il borgo vanta l’appellativo di Manhattan del medioevo. Nel suo massimo splendore, la città contava ben 74 torri o case-torri, realizzate dalle più altolocate famiglie locali dell’alta borghesia mercantile, con una regola precisa, ovverossia che le stesse non dovevano mai superare, in altezza, quella del Comune. In realtà, tra l’XI e il XIII secolo, molte altre città toscane, come la stessa Firenze, racchiudevano al loro interno numerosissime torri che, col tempo, o sono cadute o si sono modificate rispettando le successive caratteristiche tipologico-architettoniche. Dalla metà del XIV secolo assistiamo a un graduale declino economico della città con una netta diminuzione della popolazione. Tuttavia a San Gimignano il tempo sembra essersi cristallizzato conservando, quasi integre, alcune tra le torri ultra centenarie. L’apparente mistero si spiega con un poderoso intervento di manodopera: difatti nel XIX secolo il Granduca di Toscana con l’ausilio dell’architetto tedesco Von Kleze intraprese importanti opere di restauro del borgo.  L’architetto ripristinò le torri e recuperò le mura, i palazzi e le chiese più importanti, restituendo al paese quella sua particolare caratteristica di suggestivo borgo antico. San Gimignano, come la vicina Certaldo, hanno goduto nei secoli successivi di un notevole sviluppo architettonico riscontrabile appunto nei monumenti e nei palazzi del XVI e XVII secolo che sono stati poi, alla metà del XIX secolo, rimodellati secondo lo stile del medievalismo tanto utilizzato in quel periodo. Tale movimento storico-architettonico si basava su approfonditi studi filologici e, dunque, delle mappe antiche o delle rappresentazioni storiche della stessa cittadina, il tutto accompagnato però anche da un pizzico di fantasia e di estro. Si può constatare, tuttavia, il generale carattere omogeneo sia dal punto di vista urbanistico che da quello architettonico. Il centro storico è, dunque, un alto esempio di architettura medievale in cui si possono riscontrare dove i diversi stili architettonici, da quello fiorentino al pisano, fino al senese che abbracciano il periodo storico che va dal XII secolo al XIV. Proprio per questo motivo, il borgo è stato inserito dal 1990 nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco rientrando nella lista del Word Heritage List, con tale motivazione: “Capolavoro del genio umano, San Gimignano porta la testimonianza unica di una civiltà del passato e l’eccezionale esempio di un complesso architettonico e paesaggistico, nonché testimonianza di importanti tappe della storia umana”.

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.

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