Covid-19. Verso la Fase 3, ne parliamo con il dr Vincenzo De Chiara, oncologo radioterapista e fisico sanitario

Si va verso la Fase 3, nonostante i desaparecidos della Fase 2- di Claudia Izzo-

Già terminata la Fase 2?

Già terminata in accelerazione la Fase 2 siamo ad un passo dalla Fase 3, riapertura della mobilità tra regioni, vero liberi tutti nazionale, con una situazione epidemica in alcune zone per niente risolta, ancora in atto e con il rischio reale che qualche scintilla virale ricrei un drammatico incendio epidemico. Intanto la popolazione, anche a seguito della ingiustificata leggerezza governativa, è tutta presa da quello che sembra il problema ora più impellente da risolvere: dove e come piantare gli ombrelloni sulla spiaggia libera.

Troppo presto per la Fase 3?

Cinquecento nuovi casi e quasi un centinaio di decessi giornalieri, rappresentano una parte della realtà. Dati che in qualche caso – Lombardia – pare siano artatamente manipolati (fonte GIMBE). Un po’ frettolosa la Fase 3, priva di criteri e parametri attuativi. Molti sono i Presidenti di Regione giustamente preoccupati che una mossa falsa getti tutto e tutti nello scompiglio generale, dopo tanti sacrifici per mettere in sicurezza, come qui in Campania. Il criterio del procedere prudentemente e con un pò di attendismo non avrebbe guastato. Sarebbe stato forse più opportuno passare per una Fase 2 bis, iniziando con una libera circolazione tra territori con situazione epidemiologica paragonabile, mantenendo le giuste cautele nei confronti di quelle zone in cui la circolazione del virus è ancora intensa e prorogando l’obbligo della quarantena di 14 giorni per i cittadini stranieri provenienti dai Paesi Schengen e dalla Gran Bretagna (dove si pensi c’è ancora il lockdown). Invece già nel dpcm in vigore dal 3 giugno era presunta la cancellazione di questo obbligo per gli stranieri in arrivo in Italia e la riapertura indiscriminata della circolazione tra tutte le regioni. Troppa preveggenza, poca prudenza.

Si sta abbassando la guardia?

La popolazione si sta distraendo, tra riaperture di tutto, circolazione troppo disinvolta, leggende metropolitane che hanno il sapore dell’assurdo e che incrementano l’illusione che l’epidemia sia un solo un brutto ricordo. Si parla di zone a contagio zero, indebolimento del virus, prossima sparizione o ai limiti del ridicolo che ora servirebbero due infetti contemporaneamente per contagiare una persona! Si sta addirittura pensando al rientro in presenza per l’ultimo giorno di scuola, invece di pensare a riorganizzare e ristrutturare la scuola per consentire una ripresa delle attività a settembre, almeno parziale. Vero è che il rateo di contagio è diminuito e anche i casi diagnosticati, ma Sars-COV-2 c’è ancora, forse sarà endemico, e la covid-19 è dietro l’angolo.

Speriamo di arrivare a casi zero, che però non è la stessa cosa di affermare che non ci sia più rischio di contagi. Significa solo che lo tzunami virale si sta ritirando, grazie al lockdown e alle misure di prevenzione messe in atto, e dobbiamo fare di tutto per mantenere così lo stato dell’arte, in attesa di un vaccino o almeno di una terapia mirata anti covid-19. È giusto riprendere le attività per contrastare l’instaurarsi di un dramma sociale, economico e lavorativo, che qui in Campania è stato affrontato con fatti concreti – piano regionale di economico e finanziario da un miliardo di euro, unico in Italia, con grande impegno del Governatore De luca e dell’On. Franco Picarone, Presidente Commissione Bilancio Regione Campania. Però la necessità della ripresa non deve far cadere i cittadini nell’errore di non preoccuparsi più dell’epidemia. Intanto alle porte della Fase 3, tanti programmi per la Fase 2, buoni e necessari propositi da letterina natalizia, risultano pericolosamente desaparecidos.

Chi sono i desaparecidos della Fase 2?

Il Governo lanciò la Fase 2 annunciando il potenziamento delle 3T, Test sierologici, Tracciamento e Terapia, mentre auspicavo addirittura 6T da potenziare, raddoppiando, aggiungendo Tamponi, Tempestività e attenzione per Tutti. Lo studio epidemiologico nazionale annunciato a gran voce da Roma basato su Test sierologici, da effettuare a monte della Fase 2, su un campione ampio della popolazione, ad oggi risulta ancora in via di partenza. Gli unici test sierologici attualmente eseguiti, se necessario, sono quelli fatti dalle Regioni illuminate come la Campania, per esempio per controllare i rientri da fuori regione, alcune classi di lavoratori a rischio o per screening locali per mettere in sicurezza territori a rischio – come Ariano Irpino.

Poi ci sono quelli eseguiti a pagamento dai cittadini, desiderosi di sapere di un eventuale incontro con il virus SARS-CoV-2, ma con tutte le complicazioni del caso imposte dal protocollo nazionale governativo di gestione dei test sierologici (isolamento domiciliare se test positivo IgM e/o IgG, tampone obbligatorio – fatto dal SSN e tempi di attesa definiti per i volontari dello screening nazionale mentre nulla si dice per coloro che effettuano il test a pagamento – , incomprensibile divieto ad effettuare privatamente anche il tampone per un comune cittadino, rischio di rimanere bloccati a casa per quest’ultimo, con conseguente disincentivazione a fare il test).

Si era poi parlato di intensificare l’indagine diagnostica attraverso i Tamponi per scovare tempestivamente contagiati e soprattutto asintomatici positivi ora in giro, ma non sembra ci sia un aumento. Non siamo tra i primi come numero di tamponi eseguiti in relazione alla popolazione, tenuto conto che invece siamo stati tra i paesi con più contagi. Di tempestività non se ne vede. Riguardo alla terapia si volevano rafforzare i servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a Covid-19 per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche, ma non risulta. Il tracciamento, arma importante per tenere sotto controllo l’evoluzione dell’epidemia, e l’app Immuni non sono pervenuti. Attenzione per tutti dubbia. 3T, anzi 6T sembrano desaparecidos. Tra questi infine metterei anche i controlli necessari ed utilissimi per mantenere il rispetto delle regole, in assenza dei quali c’è il rischio che scompaiano anche le varie misure di prevenzione e sicurezza, da attuare sempre e ovunque, fondamentali per limitare la diffusione di un contagio ancora possibile.

Quali controlli appaiono poco presenti?

Alla riapertura, per evitare il rischio di tornare ad un lockdown, venivano richiesti a tutti impegno, responsabilità, prudenza, correttezza e rispetto delle regole. Basta girarsi attorno, e tra persone con mascherine in tasca o inutilmente al collo, scarsa igiene delle mani, folle di persone e distanziamento mancante, sfrenata movida e assembramenti notturni che sembra nulla abbiano a che fare con un sano divertimento, rientri al lavoro senza un approfondito screening preventivo, aperitivi con leggerezza, menefreghismo imperante e inciviltà diffusa, è palese che è saltato ogni schema previsto e richiesto e di sanzioni poche o niente. E non mancano attività commerciali che incentivano tutto ciò con poca aderenza alle linee guida, disattendendo varie indicazioni o interpretando a proprio piacimento il tutto, e che andrebbero chiuse.

In Campania l’attento e lungimirante Governatore De Luca continuamente rivolge richiami e appelli a non abbassare la guardia e al rispetto delle regole, per mantenere una Campania sicura, dovendo anche vincere la resistenza di improvvidi sindaci che con sconsiderate ordinanze remano contro. Purtroppo i controlli e le sanzioni, insufficienti e inefficaci rispetto alle palesi violazioni e al rischio ripresa epidemia, spettano ad altri. Il Governo che fa? Recluta 60.000 “fratacchioni”, formatisi alla “scuola del niente per fare il nulla”, privi di mezzi, autorità e lanciafiamme, che dovrebbero andare in giro impavidi, predicando la pace e il bene, a convincere bestie, cafoni, incivili, imbecilli due volte e cinghialoni (cit. De Luca) a rispettare le regole. Non sarebbe più semplice ed efficace ripristinare la figura degli agenti di quartiere? La presenza fisica, a piedi, tra la gente, di giorno e di notte, di rappresentanti delle forze dell’ordine, sarebbe un bel deterrente contro la violazione delle regole, e non solo quelle anti covid-19.

Qual potrebbe essere un suggerimento, un messaggio?

Tornare alla vita, con una nuova normalità che consenta di vivere bene e in sicurezza nel contesto attuale, con un sano positivismo ed ottimismo, con un nuovo buon senso e un ritrovato senso civico. Accettare una nuova quotidianità, fatta di ideali, principi e regole non difficili da rispettare, ma necessari e fondamentali per il bene di tutti, concentrandosi su ciò che è veramente importante, la vita stessa, unico bene veramente prezioso ed insostituibile. Tenendo sempre alta la guardia contro il virus, mettendo in atto ogni misura e precauzione contro la diffusione del contagio, isolando gli incivili e costringendoli al rispetto delle regole, eviteremo di tornare a quella che sarebbe una catastrofe sanitaria, sociale ed economica. La Campania, grazie alla responsabilità della stragrande maggioranza di Noi cittadini e al coraggio e alle capacità dell’Amministrazione regionale è fino ad ora una terra tra le più salve, sicure e vive. Non vanifichiamo tutti i sacrifici fatti con inutili spavalderie, sconsideratezze, stupidaggini ed arroganze. La moderazione e l’impegno non sminuiscono l’essenza del vivere bene del vivere insieme.

#FacciamoTuttoFacciamoloSubitoFacciamoloBeneFacciamoloTuttiFacciamoloSempre

Claudia Izzo Claudia Izzo

Claudia Izzo

Giornalista dal 2005, Direttore di salernonews24.it, fonda e dirige campanialife.it, cetaranotizie.com. Presidente dell'Associazione Culturale Contaminazioni è ideatrice e promotrice di iniziative culturali sul territorio nazionale. Membro della Commissione Cultura dell'Ordine dei Giornalisti della Regione Campania per il triennio 22/24, è docente di Giornalismo presso istituti scolastici. Ideatrice e conduttrice della rubrica Ex Libris sull'emittente RCS75, già ghost writer per tre campagne elettorali, è ideatrice e curatrice del libro "La Primavera Fuori. 31 scritti al tempo del Coronavirus. (Il Pendolo di Foucault). Si occupa di comunicazione, storia, design e territorio.