Con Patrizio Oliva, tra boxe e teatro
Da campione del mondo ad attore per trasmettere forza e coraggio- di Claudia Izzo-
Lo sguardo ed il timbro di voce di Patrizio Oliva ti arrivano dentro. Parlano di autenticità e di lotte. Lotte nella vita e sul ring.
Incontro il boxer nel foyer della Sala Pier Paolo Pasolini, a Salerno, dopo il suo spettacolo “Patrizio vs Oliva”. Si, perchè da bravo napoletano Oliva ha in sé quel genio e quella creatività proprie del popolo partenopeo e dopo essere stato boxer e campione indiscusso per una vita, ora calca le scene dei teatri con lo spettacolo tratto dal libro Sparviero (Sperling & Kupfer), scritto con il nipote Fabio Rocco Oliva. Con la regia di Alfonso Postiglione, i disegni di Daniele Bigliardo, Patrizio recita con Rossella Pugliese, quest’ultima nei panni di sua madre, donna di origini calabresi. “Patrizio vs Oliva” crea così una sorta di “giù la maschera”, un modo per mostrare l’uomo che si cela dietro il campione. Perché più che recitare, sembra che Patrizio Oliva apra il baule della memoria.
Lo spettacolo che da tempo l’ex campione mondiale presenta nei teatri italiani è un excursus dall’infanzia all’età adulta, tra mille difficoltà fatte anche di violenza tra le mura domestiche con un padre prima violento poi assente. “Io sono il pianto di mia madre, la fuga di mio padre…non mi fermo, non mollerò perché dentro di me c’è il mondo.”
“Rinunciare a tutto per un sogno che vedi solo tu”: è questo ciò che è accaduto al campione napoletano, il suo sogno era chiaro nella sua mente, doveva solo capire come arrivarci. Sullo sfondo delle vicende c’è Napoli, con le spese portate a casa delle signore per racimolare qualche spicciolo e compare un pallone. E se nessuna madre dovrebbe seppellire il proprio figlio, la madre di Patrizio Oliva vedrà morire suo figlio Ciro. …“Ciro, vola come gli sparvieri visti in Calabria”…
La vita di Oliva e’ costellata di dolori:dalla morte del fratello alle difficoltà economiche della famiglia, al dolore nel vedere una madre rimasta sola a dover crescere i figli. E sopra ogni cosa il desiderio di vincere, nella vita, nonostante tutto, con quei 15 chilometri attraversati ogni volta a piedi da ragazzo per raggiungere la palestra. Ed i suoi sogni. “Perché certe cose accadono perché devono accadere…”Non è stato facile arrivare fino a qui…Loro cadevano ed io danzavo…”
Oro Olimpico a Mosca nel 1980 categoria Superleggeri, titolo italiano europeo e titolo di Campione del Mondo di Boxe, Patrizio Oliva è diventato una leggenda. Ed alla fine siamo noi gli avversari di noi stessi che ci poniamo limiti e barriere; “c’è sempre una via di uscita, anche quando non la vedi”. Uno spettacolo intenso, consigliato a tutti, di ogni età, un esempio di forza e di coraggio. Un campione nella vita, ancor prima che nel mondo.
-Cosa provi ad essere attore sul palcoscenico?
“E’ una esperienza bellissima che mi gratifica”
-Cosa vuoi trasmettere con questo spettacolo, forte e intriso di dolcezza al tempo stesso, volto al riscatto, alla rinascita, alla speranza…
“Vuole essere un messaggio per i giovani. Quello che voglio dire è che bisogna capire che Dio dona il proprio cibo a tutti gli uccelli ma non glielo mette nel nido. Se si sogna qualcosa, c’è la possibilità di realizzarla. Non devi dire “io vorrei”, ma “io voglio” ed impegnarti con tutto te stesso” .
E se la vita è una continua lotta per raggiungere obiettivi, superare difficoltà di ogni genere …“gamba sinistra avanti, ginocchia piegate, pugni in alto…”