Via Toledo Jazz Quartet
Si è da poco conclusa la prima edizione dell’Italian Jazz Festival Connections Lab, voluta dal jazzista salernitano Angelo Gregorio e realizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, con la finalità di dare vita ad una manifestazione che valorizzasse il ricco e variegato patrimonio artistico e professionale presente all’interno della nutrita comunità italiana della capitale belga (si stima siano circa 50.000 italiani).
La manifestazione, che ambisce a diventare un appuntamento fisso negli anni, è stata una bellissima occasione di confronto fra artisti che coniugano il loro bagaglio culturale d’origine, quindi italiano, con i numerosi fermenti di un contesto internazionale in cui convivono e dialogano una grande diversità e quantità di voci e culture.
Questa prima edizione del festival è stata caratterizzata dal tema “i compositori italiani” così che ogni artista o gruppo che si è esibito ha inserito nella propria scaletta una personale interpretazione di un brano scritto, cantato e reso famoso da un artista italiano.
Due serate nelle quali si sono esibiti Flavio Spampinato, Filippo Bianchini, Carla Piombino con i loro gruppi e a chiudere la manifestazione il Via Toledo Jazz Quartet, nel quale militano il salernitano Angelo Gregorio al sax, il napoletano Paolo Loveri alla chitarra, Il brasiliano Fil Caporali al contrabbasso e Bruno Castellucci alla batteria. Quest’ultimo nato in Belgio ma, neanche a dirlo, di origini italiane. In questa speciale occasione ai quattro si è unito anche il giovane pianista Eric Legnini.
Ma chi sono i Via Toledo Jazz Quartet? Cominciamo col dire che si tratta di artisti che pur vivendo e svolgendo la propria attività in Belgio, non dimenticano le proprie origini e questo si evince già dal nome del gruppo che riprende quello di una nota via partenopea.
Angelo Gregorio, classe ‘83, è un sassofonista nato a Salerno ma abituato a viaggiare ed essere cittadino del mondo fin da ragazzo. Viaggia infatti tra Europa e Stati Uniti (New Jersey) studiando e seguendo corsi di perfezionamento. Arriva a Bruxelles nel 2010 e qui continua a studiare al Royal Conservatoire, senza però interrompere l’attività di musicista. Registra il disco “Searching the Roots”, un progetto sperimentale “sax solo”, per l’etichetta americana “Trumpet Jazz LLC” e successivamente mette su una jazz big band, l’Orchestra Italiana Bruxelles, composta da ben 16 elementi con la quale esegue standard del jazz italiano. Ma ad Angelo (soprannominato anche “Caravaggio” per la sua notevole somiglianza al noto artista così come è rappresentato sulle vecchie banconote da centomila lire) tutto questo non basta e continua a darsi da fare formando prima un Hammond trio con Julien Gillain e Lucas Vanderputten chiamato Ceci n’est pas un trio, (chiaramente un omaggio a Magritte e al paese che lo ha accolto) registrando anche un disco che ha per titolo lo stesso nome del gruppo. Nel 2016 con il trombettista italiano Federico Mansutti mette su il progetto internazionale tra Belgio e Italia chiamato “The Hipster Project” con l’obiettivo di proporre Hard-Bop e anche in questo caso registra un album intitolato Orange & Sparklese. Tra il 2017 e il 2018 realizza un disco anche con la cantante jazz Carla Piombino intitolato Take a Chance. Per chi è interessato questi dischi sono stati tutti pubblicati su etichetta Artesuono.
Paolo Loveri è il chitarrista dei Via Toledo Jazz Quartet. Nato a Napoli si trasferisce in Belgio per proseguire gli studi al Conservatorio di musica di Bruxelles con Paolo Radoni. Terminati gli studi prende la decisione di stabilirsi in Belgio dove avrà l’opportunità di suonare con musicisti jazz di spicco come Fabrice Alleman, Paolo Radoni, Bruno Castellucci e Guy Cabay. Registra due dischi con il sassofonista Fabrice Alleman e con lui inizia un lunghissimo tour durato ben otto anni durante i quali apre anche i concerti all’Audi Jazz festival per Larry Coryell e Billy Cobham.
Bruno Castelluccio è il veterano del gruppo, e la sua batteria non perde un colpo. Di lui parla la sua storia artistica che annovera collaborazioni eccellenti con punte di livello a dir poco straordinarie. André Brasseur, Alex Scorier, Art Farmer, Philip Catherine, Joe Zawinul, Chet Baker, Jaco Pastorius, Toots Thielemans sono i grandi nomi con i quali ha suonato. Credo che non ci sia altro da aggiungere.
Chiude il quartetto Fil Caporali, contrabbassista molto attivo sulla scena jazz di San Paolo già dal 2011. Nel 2014 arriva in Belgio anche lui per motivi di studio e dopo una tourneé in Cina con il violinista Liu Xing, si laurea e viene premiato con il Toots Thielemans Jazz Award, grazie al quale incide il suo primo disco intitolato Fortune Teller per l’etichetta svizzera Unit.
Tornando alla serata finale dell’Italian Jazz Festival Connections Lab, il concerto dei Via Toledo Jazz Quartet che ha visto anche la preziosa partecipazione come ospite di Eric Legnini, pianista belga di origini italiane, che vanta una bella storia artistica con oltre dieci dischi nel suo carnet, è stato un grande successo di pubblico, il quale ha avuto l’occasione di ascoltare jazz di alta classe, molto ben eseguito, e che in breve tempo ha letteralmente incantato l’intera platea. I brani in scaletta hanno regalato al pubblico momenti di pura emozione ma anche tanta sana energia e quelli più apprezzati sono stati senza dubbio Nostalgia di Salerno e La terra, ma la loro versione di Io che amo solo te, di Sergio Endrigo, quale tributo alla canzone italiana, è stata semplicemente magnifica. Tanti meritati applausi e i necessari ringraziamenti chiudono la bella serata, con la promessa di ritrovarsi tutti alla prossima edizione del festival.
Il Gruppo andrà in studio verso la fine di Maggio 2019 per registrare un disco con tracce tutte originali scritte da Angeli Gregorio e una a firma di Paolo Loveri. Al disco parteciperà anche il trombettista napoletano Marco Sannini.
Dopo l’uscita del CD, quindi tra settembre e ottobre 2019 ci sarà la presentazione ufficiale a Bruxelles e subito dopo inizierà la tournee che li vedrà arrivare in Italia e in Campania in particolare.
Ecco, il consiglio che vi do è quello di andarli a sentire dal vivo perché non resterete delusi.
Nicola Olivieri