Tutto il rock della Di Maggio Connection nel loro ultimo disco
“Nemo propheta in patria” recita una locuzione latina che sta ad indicare quanto spesso le difficoltà maggiori si incontrano dentro gli ambienti a noi più familiari invece che all’esterno, dove invece immaginiamo di fare più fatica per emergere. È proprio il caso di Marco Di Maggio considerato dalla stampa specializzata estera tra i maggiori chitarristi di rock’n’roll mondiali. Di Maggio infatti è l’unico Italiano eletto Honorary Member della Official Rockabilly Hall of Fame.
Nel nostro piccolo proviamo a colmare la lacuna e oggi vi propongo l’ultimo disco, in ordine di tempo, di Marco Di Maggio e del suo gruppo, The Di Maggio Connection, intitolato Rowdy.
Rowdy è un album costituito da 12 brani, dei quali, 9 sono originali scritti dallo stesso Marco Di Maggio e da Francesco Chisci, e 3 sono remake di brani classici del Rock e del Rock’n’Roll, rivisitati e perché no, stravolti in chiave personale, compresa la radio version del singolo “Nowhere Latitude”.
Il bagaglio tecnico e l’esperienza maturata, anche nell’ambito della Roots Music americana, hanno indotto Marco di Maggio e il suo gruppo a non chiudersi in cliché limitativi, anzi hanno fatto un importante lavoro di esplorazione ed unque in questo ottimo disco si ritrovano il rock e il rock’n’roll, il country e il blues, ma anche il Surf, lo Swing, e il Rockabilly, riuscendo a fondere il tutto con un tocco originale, personale e mai banale.
Negli innumerevoli tour da Est a Ovest del pianeta la band, molto affiatata e compatta, ha calcato palchi internazionali esibendosi in ben 24 differenti paesi, dagli Usa alla Cina tra i quali il celebre Montreux Jazz Festival (2009), il Grand Ole Opry al Ryman Auditorium di Nashville (2001) e il nostrano Pistoia Blues (2015). Al contempo ha avuto occasione di collaborare con oltre 50 leggendari artisti, quali Terry Williams (Dire Straits), Dave Roe (bassista di Johnny Cash), Dj Fontana (batterista di Elvis)… solo per citarne alcuni.
In “Rowdy” dunque abbiamo l’occasione di incontrare un grande mix di generi ruotanti intorno al Rock’n’Roll, un viaggio virtuale tra le Highway americane, col pensiero rivolto ad atmosfere sognanti ma con la suspense di una spy story, dove il suono twang della sua chitarra taglia a fette l’incessante base ritmica del contrabbassista Matteo Giannetti e del batterista Marco Barsanti, fonde ritmi tribali con il Bop ed il Blues, tra venature Country e sonorità Rockabilly, strizzando l’occhio al passato, ma con un sound molto attualee. Insomma un gran bel disco da suonare ad alto volume e se non riuscite a trovarlo cercatelo in streaming.
Nicola Olivieri