X-Factor è arrivato al capolinea. È tempo di cambiare

La musica è finita, gli amici se ne vanno… cantava Ornella Vanoni con la sua  celebre canzone, La musica è finita del 1967, e chi avrebbe mai detto che questi versi, oggi dopo più di cinquant’anni, sarebbero risultati perfetti per descrivere, sinteticamente ma con grande amarezza,  la dodicesime edizione del format televisivo X-Factor vinto quest’anno da Anastasio.

Dodici anni di un programma che quest’anno ha presentato la sua edizione più brutta ma al contempo quella con i giovani artisti più talentuosi di sempre. Si lo so, il mio è un giudizio molto duro e impopolare per una trasmissione molto seguita soprattutto dal pubblico più giovane ed apprezzata anche da alcuni giornalisti bravi. Bene io non sono bravo! Sono prima di tutto un ascoltatore attento (e molto critico) e poi sono un osservatore dei cambiamenti che stanno avvenendo sulla scena musicale, italiana e straniera. Ora vi spiego perché il programma non mi è piaciuto.

Quest’anno si è notato il netto allontanamento dalla formula originaria del programma. Sono rimasti inalterati alcuni meccanismi ma quello andato in scena non è stato un programma di cover (almeno in buona parte), metodo scelto fin dalla prima edizione per valutare le capacità canore e interpretative dei giovani artisti prima di arrivare ad esibirsi con un proprio inedito scritto ad hoc. Quest’anno c’è stata l’invasione del rap, anche e soprattutto nelle scelte di giudici da cui non ci si aspettavano tali scelti, fatta eccezione per Fedez ovviamente.

I numerosi talenti,  entrati nel programma dopo una lunga selezione (scelti tra quelli che avevano già maturato in proprio una certa esperienza tutt’altro che amatoriale)  invece di cantare solo cover sono stati sottoposti, nella maggior parte dei casi, a vere proprie gare di destrezza e velocità nel fare rap, veri scioglilingua con il solo scopo  di fare colpo sul pubblico.  Non ho nulla contro il rap se non il fatto che dopo un po’ diventa di una noia mortale. Tutte le volte che ho provato ad ascoltare un disco di un rapper (non faccio nomi per non colpevolizzare i pochi che non lo meritano perché vittime di pressioni e  scelte scellerate di case discografiche dedite solo a lucrare su questi ragazzi) non sono mai riuscito ad arrivare alla fine. I temi sono sempre gli stessi,  la rabbia, il disagio, la società matrigna… e che palle! Sti rapper mi sembrano un esercito di depressi cronici. È pur vero che molte belle canzoni sono nate proprio dalla rabbia e dal disagio dell’autore, ma la vita è fatta anche di altro, è fatta anche di ironia, di divertimento e d’amore tutte cose che producono, nonostante tutto, anche momenti di serenità.

Il caso Anastasio, vincitore forse sopravvalutato, di questa edizione è emblematico. È stato il concorrente a cui è stato concesso di cantare inediti ad ogni puntata. Perché? Semplice, non sa cantare ma in compenso sa scrivere con grande eleganza e senza mai essere volgare. Il problema è che canta sempre arrabbiato. Dopo un po’ rischia di stancare e per questo gli suggerisco di prendersi tutto il meglio che la vita gli offre in questo momento e sicuramente  nei prossimi anni a venire ( perché lo merita, sia chiaro) ma di lavorare anche e soprattutto come autore. I suoi testi potrebbero essere cantati da artisti dotati di voci importanti.

In finale sono arrivati due campani e lasciatemi dire che Naomi avrebbe meritato la vittoria. Voce pazzesca e grandissima capacità di adattamento a qualsiasi genere musicale. Se sarà seguita da persone competenti ne sentiremo ancora parlare altrimenti finirà nel dimenticatoio come il 99 per cento dei concorrenti di tutte le edizioni di X Factor.

Per chiudere due parole sui giudici.

Agnelli, che doveva essere il duro della compagnia alla fine ha sfoggiato un’inedita vena paterna nei confronti delle proprie concorrenti che ha ridimensionato il personaggio.

Fedez era chiaramente annoiato e disinteressato, ma lui ha imparato a fare televisione e quando ha capito che  Naomi poteva anche vincere si è ridato un tono. Sembra che i due giudici vogliano lasciare il programma e questo non mi sorprende. Non hanno molto da dire ancora.

Mara Maionchi è sempre quella più esperta e con il fiuto della discografica navigata, ma la sceneggiata fatta quando Anastasio ha rappato sulla base di Another Brick in The Wall  dei Pink Floyd (un pezzo “sacro” della musica rock interpretato in modo discutibile, sinceramente  altri lo hanno reinterpretato meglio) se la poteva risparmiare.

Rimane la new entry, Lodo Guenzi, che onestamente è stato senza infamia e senza lode. Logorroico in modo esasperante non ha mai messo veramente alla prova i Bowland facendoli rimanere sempre nella loro comfort zone. Certo ai fini dello spettacolo ci sta (infatti sono arrivati in finale) ma nella vita reale un loro  intero disco sarà difficile da digerire se continueranno su quella strada, anche loro rischieranno di annoiare terribilmente.

Detto tutto questo faccio i miei migliori auguri ai giovani artisti che, nonostante le mie critiche, sono risultati i migliori talenti di sempre e meritano tutta la fortuna del mondo. X Factor invece spero che cambi, che migliori la qualità dei prossimi giudici, che sia pensato più per  valorizzare la buona musica strizzando si l’occhio al mercato ma anche alla qualità del programma. Se cosi non sarà meglio chiuderlo e pensare ad un altro format.

Nicola Olivieri

Nicola Olivieri