Con CONTAMINAZIONI ed ARTEA, “Il mistero di Pamela Reynolds”a Salerno
Ex Libris-di Claudia Izzo-
Il grigio della locandina firmata dall’affermato graphic designer salernitano Antonio Iovane ha ben trasmesso al folto pubblico intervenuto alla presentazione a Salerno il fitto mistero che aleggia intorno al caso trattato nel pamphlet dello scrittore, giornalista ed editore, Antonio Corbisiero, dal titolo “Il mistero di Pamela Reynolds”, Collana Giallo in tasca-Ed. Il Grappolo.
Il pamphlet, presentato nell’ambito della rassegna Contaminazioni d’Autore-Crocevia Culturali, grazie alla sinergia tra l’Associazione Culturale CONTAMINAZIONI e l’Associazione Culturale ARTEA presso la libreria salernitana Imagine’s Book di Luca Morra e Rosario Casolaro, ha visto la partecipazione di un pubblico affascinato. Con il vulcanico autore è intervenuto l’on. Alfonso Andria, Presidente del Centro per i Beni Culturali di Ravello, l’avvocato Enzo Faiello, grafologo e criminologo, la giornalista Luisa Trezza, i poeti Giuseppe Costabile e Ida Budetta.
A dare un tocco di convivialità all’incontro salernitano , grazie all’Azienda Agricola S. Giovanni di Ida e Marco Corrado, si è dato vita ad una degustazione di vini, accompagnata dalle prelibatezze della Pasticceria Svizzera di Salerno, Sponsor Ufficiale degli incontri culturali firmati CONTAMINAZIONI.
Se il Pamplet si caratterizza per essere una breve pubblicazione , un libello di agili dimensioni con una presa di posizione, quello di Corbisiero ben narra il caso della poetessa ventenne , “precipitata dalla rupe di Capri, per scelta o per costrizione, tra inquietudini letterarie ed esistenziali che sfregiano di dramma la bellezza infinita dell’isola”. Siamo nel 1920 quando la protagonista, bella e giovane, che a 13 anni ebbe una conversazione con Benedetto Croce che vide in lei un talento, giunge a ad Anacapri con il padre Richard, la madre Dorothy , entrambi letterati inglesi. La motivazione del viaggio è nella malattia della madre, affetta da tubercolosi. Con loro viaggiano le due sorelle Diane ed Ermione. A Capri, vivono nella Villa Monticello, definita “la piccola Oxford”, frequentata da artisti e letterati del tempo. Qui, Pamela entra in contatto con Edwin Cerio, sindaco di Anacapri, , scrittore, botanico, esponente del fermento culturale caprese del tempo, sposato, divorziato e risposato all’età di 69 anni, una ragazza di 26 anni. Dopo la morte della madre per tubercolosi e quella della sorella Diana per parto, Pamela viene trovata morta il 27 maggio 1935, a due miglia dall’isola di Capri. Il dilemma resta…si gettò dalla rupe di Orrico? O fu assassinata? Ad escludere il suicidio ci pensano l’autore Corbisiero e l’avvocato Enzo Faiello, che ha sottoposto a perizia grafologica una lettera della vittima, scritta da Pamela a Edwin Cerio, confrontandola con un testo scritto da Aldo Moro, durante la prigionia delle Brigate Rosse, cioè con una lettera scritta da una persona consapevole di poter fare una fine violenta. Da questa ne deriva che Pamela non pensava al suicidio.
Per l’On Andria “quello di Pamela è un tema attualissimo, in un luogo fisico, Capri, che da luogo d’incanto diviene luogo di mistero. E’ questo un tentativo di restituire, da parte dell’autore, dignità ad una giovane poetessa sul piano morale.”
“Quello che gli dei amano muore giovane, mentre è nel pieno delle forze, mentre è al culmine del sentimento, mentre assapora la vita” e la storia di Pamela ha in sé tutti gli elementi: vi è la poet, lsia moderna perizia grafologica, l’insinuazione di dubbi sulla sua prematura e misteriosa morte, vi è la bellezza di Capri e la sua, la figura importante di Edwin Cerio, le inquietudini di una ventenne…
Da leggere e gustare.
Fotografie a cura dell’Arch. Daniele Magliano
