Antewerpphoto, la biennale della fotografia di Anversa

Se amate la musica e amate la fotografia, dovete programmare per le vostre vacanze una sosta ad Anversa per visitare questa biennale dell’arte fotografica che fino al 30 settembre propone un’ampia retrospettiva sul lavoro di Anton Corbijn e non solo.

Nello storico edificio Loodswezen, un tempo base di lavoro per gli operatori del porto di Anversa, è stata allestita questa biennale che merita assolutamente di essere vista.

Imponente, questa è la migliore definizione per lo spazio dedicato al fotografo olandese Anton Corbijn con la mostra “1-2-3-4”. Classe 1955, Corbijn ha fotografato gli esponenti più importanti della musica rock a partire dagli anni ‘80 fino ai nostri giorni. Ben quattrocento sono le fotografie selezionate dallo stesso Corbijn e qui esposte. Una sala è dedicata agli Arcade Fire, un’altra al suo rapporto con Johnny Rotten dei Sex Pistols, e poi l’amicizia con Nick Cave e ovviamente un’intera stanza dedicata agli U2 dove sono stati esposti alcuni test di prova realizzati per The Joshua Tree, l’album più importante della band irlandese. E poi Depeche Mode, Grace Jones, Kate Bush, insomma l’elenco è davvero lungo ma soprattutto le immagini sono davvero bellissime, tutte connotate da quella forte impronta stilistica che Corbijn ha saputo imprimere al suo lavoro creando uno stile unico ed innovativo che lo contraddistingue in tutto il panorama fotografico mondiale.

In un altro piano dell’edifico è stata esposta la collezione Iconobelge, un’ampia retrospettiva sui fotografi belgi più importanti di questi anni. Spicca su tutti il lavoro di Dirk Braeckman, celebrato anche alla Biennale di Venezia.

 

L’ultimo piano infine è dedicato al lavoro di Michael Wolf, fotografo tedesco che negli ultimi anni ha raccontato l’evoluzione delle nostre metropoli e di come l’uomo si sia adattato a vivere in quei contesti. Una retrospettiva interessante e inquietante, che offre al visitatore molti spunti di riflessione e racconta molto bene la contemporaneità del nostro tempo attraverso una prospettiva davvero insolita.

Tokyo Compression, è sicuramente la sezione più stimolante sotto questo punto di vista: una serie di scatti realizzati nell’affollatissima metropolitana di Tokyo. Scatti di volti e mani compressi sulle pareti e sui vetri dei finestrini della metropolitana giapponese che in alcuni casi fanno sorridere, in altri invece raccontano come siamo diventati bravi a conoscerci virtualmente, senza avere alcuna consapevolezza della vita reale.

Chiude Antwerpphoto una sala dedicata ai vincitori del Prix Carmignac, premio fotogiornalistico francese dove è raccolta un’ampia sezione, molto cruenta, dedicata ai migranti.

Il costo del biglietto è di 18 euro, che può sembrare un alto, ma le immagini proposte meritano davvero la visita. Il tutto allestito molto bene all’interno di un edificio curato con una sua decadente bellezza che in certi momenti della visita diventa addirittura protagonista e questo rappresenta sicuramente un ulteriore valore aggiunto per un’esposizione di grande pregio ed eleganza.

Umberto Mancini

 

Umberto Mancini