Il fascino di Palazzo Copeta nel centro storico alto di Salerno

Culturaurbana -di Daniele Magliano-

Quale miglior periodo è il più consono per fare delle belle passeggiate rilassanti alla scoperta dell’antico nucleo di Salerno se non quello primaverile? Il suo centro storico, con la sua particolare conformazione, tutto addossato al colle Bonadies sul quale sorge il Castello, caratterizzato da un susseguirsi di viuzze, alcune parallele alla linea di costa (le più importanti) e altre che invece che le intersecano creando un dedalo caratteristico di arterie sulle quali si affacciano chiese, ex monasteri e palazzi gentilizi moltissimi risalenti al XVI secolo.Inoltrandoci da Piazza Abate Conforti, in direzione Giardini della Minerva, lungo la pittoresca Via Trotula de Ruggiero (prima donna medico risalente all’XI secolo e appartenente alla Scuola Medica Salernitana) con i suoi archi e le sue volte, raggiungiamo un quartiere denominato Plaium Montis, prescelto, fin dal VI secolo d.c., dalle comunità monastiche per la realizzazione di numerosa edilizia conventuale. Quasi alla fine di suddetta via scorgiamo, salendo sulla sinistra, un meraviglioso edificio : Palazzo Copeta. Esso fa parte di una serie di immobili di grande volumetria che si sono adattati all’intricata spazialità del centro storico salernitano e rientrano in quella fase di ricostruzione edilizia postuma gli eventi sismici della fine del XVII secolo. Tale impulso architettonico lanciò una nuova fase tipologico-edile, caratterizzata dal gusto rococò con i suoi fregi, gli stucchi e gli ornati che impreziosiscono le facciate dei palazzi che acquistano anche qualità di stampo artistico e architettonico.

              

Oggi denominato Palazzo Clarizia, l’edificio è costituito da due corpi di fabbrica che si raccordano ad angolo retto; situato in posizione invidiabile, dal palazzo si può ammirare un meraviglioso panorama non solo del centro storico ma anche di tutto il Golfo, dal Cilento alla Costiera Amalfitana. Il palazzo è tutto esposto a sud e la sua particolare tipologia si avvicina molto a quella delle ville vesuviane in particolar modo di Villa Pignatelli del Sanfelice. La struttura riflette pienamente le caretteristiche tipologiche dei palazzi settecenteschi partenopei : al suo interno si accede attraverso un grande portale in piperno con conci a rilievo alternati, oltre il quale ci si ritrova nell’androne sotto una copertura a botte ribassata con, al centro, un’affresco di uno stemma vescovile di un membro della stessa famiglia Copeta. Dall’androne si passa in un ampio cortile poligonale perimetrato da un muro, in cattivissimo stato di conservazione, caratterizzato da lesene bianche su sfondo rosso e sormontate da capitelli. Era questa l’area sulla quale affacciavano, un tempo, i depositi per la conservazione degli alimenti, le stalle e la falegnameria. In essa è presente anche una fontana decorativa (anch’essa malridotta).Dall’androne sulla sinistra si accede al vano scala, che affaccia sul cortile, tipico sanfeliciano dove si prediligono gli spazi aperti tutti rivolti a sud per prendere più aria e luce possibili. La scala è molto particolare grazie al contrasto dei materiali con l’uso del piperno dei pilastrini esterni e il bianco delle pareti. Interessanti sono anche tutti gli stucchi presenti tra i quali le stelle a otto punte presenti lungo le volte rampanti della scala. A completare il tutto sono le porte di caposcala e le cornici lignee modanate delle bussole interne. L’intero prospetto principale e laterale del palazzo è arricchito da finestre e balconi adornate da decorazioni a stucco con i timpati che sono alternativamente triangolari e curvilinei e che racchiudono cartigli che riprendono anche in questo caso il discorso tipologico di Villa Sanseverino sempre progettata dal Sanfelice. All’ultimo piano infine ritroviamo un grande salone putroppo diviso da un tamponatura con un soffitto tutto affrescato anch’esso ovviamente diviso. Gli affreschi datati 1763, rappresentano ai lati fregi floreali mentre al centro è rappresentata l’Allegoria delle arti e e del sapere.

Foto di Daniele Magliano

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.

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