Dolores O’Riordan, la voce irlandese dei Cranberries
Improvvisamente, si, tutto ad un tratto la notizia che ha turbato milioni di fan di tutto il mondo: è deceduta Dolores O’Riordan, voce e chitarra dei famosi Cranberries, band che negli anni 90 ha venduto milioni di dischi. Le cause devono essere ancora chiarite, un certo riserbo è stato chiesto dalla famiglia e dagli amici della cantante, ma le notizie trapelano, lentamente, ma abbastanza per immaginare che così inattesa questa morte forse non lo era. Gli amici hanno dichiarato che ultimamente era depressa e forse questa depressione era la conseguenza di un gravissimo trauma, mai superato nonostante le apparenze, subìto da bambina per mano di un orco, amico di famiglia sembra, che ha abusato di lei. Una brutta storia! Eppure questa bella ragazza irlandese, cattolica, dotata di una voce che le ha permesso di entrare nella storia della musica pop/rock, in apparenza non aveva problemi di sorta. Ma solo in apparenza, perché sembra che in occasione del funerale di suo padre abbia incontrato nuovamente l’orco e tutte le sue paure sono tornate a galla facendola diventare facile preda della depressione. Naturalmente queste informazioni vanno prese per quelle che sono, informazioni tutte da verificare e in tutta sincerità in questa sede poco importa il come e il perché degli accadimenti. L’unica cosa che ci va di commentare, con l’amarezza di queste tristi occasioni, è che non avremo mai più modi di ascoltare ancora la voce di Dolores in nuove ed inedite avventure artistiche. Quello che ha realizzato e cantato fino a qualche giorno fa sarà tutto ciò che rimarrà di Dolores ai fan (a meno di operazioni opportunistiche alle quali ci hanno abituato alcune case discografiche).
Nata nel 1971 a Limerick, in Irlanda, entra a far parte dei Cranberries nel 1990 in sostituzione del cantante Niall Quinn. Nel 1993 incide con il gruppo un primo album, Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We? che passa un po’ inosservato, anche se Dolores O’Riordan con la sua indiscussa abilità vocale si adatta perfettamente al sound e alle canzoni del gruppo, per nulla banali in quei tempi, suonando la chitarra acustica in modo elegante e raffinato. Il successo vero però arriva nel 1994 con il secondo disco, No Need to Argue, che contiene la super hit Zombie, premiata agli MTV Europe Music Awards l’anno dopo, 1995, come migliore canzone dell’anno. Sempre nel 1994 si sposa. Da questa unione nasceranno le sue tre figlie, ma divorzierà dopo venti anni di matrimonio. Dopo il terzo disco (To the Faithful Departed) e un periodo di pausa con tour interrotti per stress e per le precarie condizioni di salute di Dolores, nel 1999 esce Bury the Hatchet un disco ben diverso dai precedenti, meno rock e più pop, meno impegnato politicamente ma più semplice e soprattutto più adatto per tentare di recuperare un successo e una popolarità andati sempre più scemati nel tempo. L’album contiene le hit Animal Instinct, Promises e Just My Imagination. Nel 2003 e dopo un altro disco – Wake Up and Smell the Coffee – il gruppo interruppe la propria attività. Nel 2009 Dolores annuncia il suo rientro nella band con un Retourn Tour. Nel 2011 esce l’album Roses e nel 2017 pubblicano l’ultimo disco, Something Else, che vede Dolores O’Riordan ancora voce e chitarra del gruppo. Questa è la storia di Dolores con il gruppo che le ha dato la maggiore popolarità di pubblico. Ma lei era una irrequieta, un’artista che aveva bisogno di sperimentare, di gustare altre ricette musicali e per questo durante la sua pausa dai Cranberries ha realizzato due album da solista (Are You Listening? e No Baggage) e ha avuto modo di concretizzare una serie di collaborazioni tra i quali i nostri Zucchero e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro che in un post sulla pagina Facewbook del la ricorda così: “… Avrei dovuto essere meno rispettoso delle distanze, come se non fossero mai esistite, invece ti ho trattato come una leggenda, perché questo sei per quelli come noi e per il mondo intero, per la generazione di “zombie” che hai lasciato orfana della voce più rivoluzionaria degli ultimi quarant’anni….”
Nicola Olivieri