New York, oltre Manhattan c’è la rinascita
Taccuino di viaggio —
di Valeria Saggese
Un viaggio a New York non è un semplice viaggio in America perché nella città che non dorme mai si entra all’improvviso a contatto con diverse culture, diversi suoni e in pochi istanti ci si può trovare dall’altro capo del mondo senza essersi realmente spostati.
Una volta arrivati all’aeroporto JFK o, volendo anche a Newark in New Jersey, è costume correre subito a Manhattan, il cuore della grande mela, la parte più conosciuta di New York.
C’è chi parte dal famosissimo Central Park, set cinematografico di tanti film di Hollywood e percorrendo la Broadway boulevard raggiunge sud Manhattan, ossia il financial district, quartiere finanziario dal quale già si può intravedere la statua della libertà, che si può raggiungere con dei battelli e il ponte di Brooklyn.
Nell’area di Central Park, ci sono il Guggenheim Museum e il Metropolitan Museum of Moder Arts se siete amanti dell’arte, mentre se amate il jazz, a Columbus Circle, c’è il Lincol Center. All’interno si trovano diverse sale tra cui il Dizzy’s Club in cui mentre le orecchie godono della musica, gli occhi possono ammirare la veduta di New York in veste notturna, in quanto il fondale dello stage su cui suonano i musicisti è una grande vetrata.
Sempre per gli amanti del Jazz, vicino alla gettonatissima Time Square c’è il Birdland. Siamo in piena Broadway. Altri due club da non perdere sono il Village Vanguard e lo storico Blue Note a Greenwich Village, non lontano da Washington Square. Ma prima di arrivare qui, due tappe d’obbligo il Madison Square Garden, luogo-culto della musica e l’Empire State Buildindg per chi vuole sentirsi in cielo fra tanti grattacieli.Broadway è tempestata di teatri, per le strade camminano frettolosamente danzatori che vanno alle prove per i vari musical presto in scena. Ai buongustai verranno subito in mente le note di George Gershwin che ha firmato le musiche dei più bei musical di sempre, oppure la voce di Lisa Minnelli.
Eppure New York va oltre. Oltre Manhattan.
Harlem, ad esempio, è un tipico esempio di trasformazione, sia urbanistica che culturale. In passato quartiere black off limits, è diventato centro focale di cultura e gioventù. Renzo Piano ha disegnato il nuovo campus della Columbia University proprio dove in passato c’erano fabbriche e capannoni. Strutture create in ferro e acciaio che l’archistar lega al concetto di “fabbrica delle conoscenze”.Un altro quartiere che è in totale trasformazione è Bushwick a Brooklyn dove oggi vivono gli artisti che hanno lasciato Manhattan perché il costo della vita qui è inferiore. Questa zona ricca di localini, negozi vintage, ristoranti alternativi, gallerie, sta vivendo una vera e propria rinascita anche grazie al progetto di Joe Ficalora che ha creato The Bushwick collective, un’esposizione permanente di Street Art con murales che raccontano le speranze e il desiderio di rinnovamento di questo ex quartiere operaio.
È vero che quando un quartiere si trasforma perde un po’ di identità storica, ma è anche vero che la metamorfosi cammina di pari passo con l’evoluzione qualora si sappia valorizzare anche quello che c’era, conservando in qualche modo la storia su cui costruire il nuovo.
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