Si masturba su un bus: “Atti osceni in luogo pubblico”

Titoloni accattivanti e notizie scioccanti allontanano dalla seria informazione-

Titoli sensazionalistici quelli dei giornali all’indomani della decisione del giudice di Torino che ha non ha considerato qualificabile come violenza sessuale la mera masturbazione, “declassandolo” ad “atti osceni in luogo pubblico”, siccome avvenuta all’interno di un autobus.

Poniamoci una domanda seria: qual è l’obiettivo di una testata giornalistica?

Credo sia quella di informare con coscienza, rendere il lettore più consapevole. Una società più consapevole è una società più ricca, e, in conseguenza, più evoluta. In questo senso, i giornali svolgono, appunto, un ruolo sociale.
Nel proliferare di notizie online, si incappa, sempre più spesso, nella informazione disturbata, ovvero, in quella comunicazione di notizie o false, o tendenziose, che perdono il significato base, con la grave conseguenza di dirottare l’opinione pubblica verso lidi pericolosi.Uno di questi è: la sfiducia nella giustizia. E, quando ciò accade, traballa uno Stato civile.

Questo non deve accadere mai, perché tre sono i poteri nel nostro ordinamento: quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario. Quest’ultimo, in particolare, ha il dovere di applicazione delle norme ogni qualvolta si violi una legge in vigore. Quando la Giustizia non viene più percepita come tale, si crea un distanza che genera allontanamento del cittadino, con conseguenze destabilizzanti per l’intero sistema.

Che l’organo giustizia in Italia non funzioni, è sotto gli occhi di tutti, ma questo non deve spingere a informazioni distorte e sensazionalistiche, sfruttando l’ignoranza e il menefreghismo del lettore. Il popolo non ha mai avuto grande cultura, né voglia di migliorarsi. Dunque, un  articolo con titolo sensazionalistico che parli di sentenza shock viene accolto con livore, provocando un inevitabile sdegno non giustificatonon divulga né accultura. Al contrario, determina una involuzione della società.

Cosa deve fare, allora, un giornale prima di divulgare la notizia?

Intanto, leggere l’art. 609 bis del nostro codice penale: “Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.”
Si sarebbe, anche, scoperto che questa norma è stata introdotta nel nostro ordinamento nel 1996, allorquando, finalmente, il reato è stato previsto come atto contro la libertà personale.

L’articolo, così letto, è chiaro, e fa comprendere anche la decisione del Tribunale, tenuto conto che la masturbazione del soggetto indagato non ha costretto la vittima a compiere o subire atti sessuali.

Resta l’orribile gesto, sicuramente da punire, ma secondo la fattispecie prevista, altrimenti si rischia di rivolgersi alla giustizia privata.

E anche questo non è ammissibile in uno stato di diritto.

Giorgio Coppola

 

Redazione Salernonews24

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