L’Archivio di Stato di Salerno e le sue ricchezze-

 

Non molti giorni fa mi son recato presso l’Archivio di Stato di Salerno, dove è in corso fino al 30 Aprile un’interessante mostra  intitolata “  PAESAGGI DI CARTA. Il disegno del territorio nella documentazione dell’Archivio di Stato ”. Le rappresentazioni grafiche provengono da svariati Fondi tra i quali  il Genio Civile , il  Registro e Bollo , la Gran Corte Criminale, il Corpo Forestale dello Stato , gli Atti demaniali,  il Tribunale Civile e Intendenza,  e  sono tutte riconducibili a interventi di tipo giudiziario e amministrativo. Senza  dilungarmi troppo sulla mostra la quale merita decisamente la nostra attenzione , se non altro per scoprire le svariate rappresentazioni grafiche presenti in essa, le tecniche utilizzate per  rappresentare settori del nostro territorio , le antiche unità di misura che si adottavano secoli fa ( il tutto nell’arco temporale che va dal ‘700 fino alla metà degli anni ’50 dello scorso secolo ).

Con fatica mi sottraggo al fascino della storia per occuparmi di una questione che da giorni riempie le colonne delle cronache cittadine : il comunicato secondo il quale  la Provincia di Salerno, proprietaria dell’edificio, nel 2015 avrebbe fatto rientrare lo stesso nel piano di alienazione dei sui immobili con delibera 215/2015. La mia memoria mi ha ricondotto, allora, a un tempo in cui , ancora ragazzo , nell’anno 2000 varcai per la prima volta la soglia di tale edificio per studi finalizzati alla mia tesi  attingendo ai suoi fondi  numerosissime notizie, grazie alle quali ho potuto ricostruire e meglio comprendere, giorno dopo giorno, le vicissitudini dell’urbanistica della città di Salerno e la sua espansione verso oriente nel XIX secolo. Non potendo credere all’idea di un eventuale spostamento,  ho voluto confrontarmi, il giorno dopo,  con il suo Direttore il Dott. Renato Dentoni Litta il quale, con estrema gentilezza, mi ha fornito tutti i dettagli relativi alla circostanza . Il Direttore mi ha confermato che, allo stato attuale, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ( MIBAC) proprietario di tutta la documentazione presente in Archivio ha fatto ricorso al TAR per quanto riguarda la vendita dell’immobile posto su Piazza Abate Conforti di proprietà della Provincia, tra l’altro dichiarato , dagli anni ’90 dello scorso secolo, di notevole interesse storico. E’ molto probabile che lo stesso Ministero farà, nel futuro, un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato .

Va precisato che la struttura era inizialmente demaniale in quanto sede di un Tribunale della Regia Udienza fin dal XVII secolo, con numerosissimi documenti che lo attestano. La sua funzione resta immutata fino agli   anni’20 dello scorso secolo, allorquando, la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia, determina il passaggio dell’edificio da Tribunale in Archivio di Stato. Negli anni ’90 assistiamo poi  ad un’opera di manutenzione e recupero da parte del Ministero dei Beni Culturali, della torre di deposito , così denominata poiché l’edificio di nove piani è interamente occupato da scaffalature metalliche e numerose documentazioni storiche.

Come giustamente afferma il Dott. Dentoni Litta, l’Archivio ha il compito di conservare la documentazione prodotta dagli Uffici Statali, e anche dagli organi pre-unitari. Vi sono, inoltre, svariati Protocolli Notarili a partire dal 1300, e ulteriori documentazioni e raccolte pergamenacee, la più antica delle quali risale al 992 d.C. L’Archivio , dunque ,  conserva  più di 10 secoli di storia salernitana e non è poco! Al momento, l’ipotesi di un trasloco è ancora, per fortuna,  lontana. Resta ,  di fatto , assai poco plausibile e attuabile  un  trasferimento  sia per motivi logistici  ( l’Archivio contiene  16 km circa di scaffalature ) , sia amministrativi e di competenze, essendo l’immobile  di proprietà della Provincia mentre tutto ciò che in esso è contenuto appartiene al  Ministero dei Beni Culturali ( dualità che renderà ancora più complesso un eventuale malaugurato trasloco ). Da segnalare, inoltre, la conservazione dell’Archivio della Provincia che conserva al suo interno antiche documentazioni provinciali, tra cui un Fondo, ad esempio, detto “ Amministrazione Provinciale ” che riguarda tutto il periodo post-unitario con qualche documento  pre-unitario in quanto la Provincia esisteva comunque come Ente similare.

Non di poco conto è anche la presenza , al piano terra della Cappella di San Ludovico.

Scoperta quasi casualmente, all’inizio dello scorso secolo era occupata per intero da una farmacia, poi successivamente l’area passò all’Archivio che la trasformò in deposito. Nel 2009 si conclusero poi i lavori restauro dei sui affreschi che risalgono al XIII secolo , dei quali  rimane quasi intatto e di particolare bellezza la raffigurazione di San Ludovico d’Angiò e i  decori della volta a crociera.

 

Resta viva  la speranza che la Provincia possa ripensarci ; l’alienazione che ha voluto intraprendere ha un mero scopo economico. Salerno ha un grandissimo tesoro, difficilmente computabile :  in esso ci siamo anche noi salernitani, ci sono le nostre radici , il nostro essere comunità,  il nostro essere  realtà legata al territorio . Non si può strappare la memoria storica e culturale di una città  solo per far cassa. La mia vuol essere anche una sorta di provocazione , bonaria,  alla classe intellettuale salernitana che , come dico spesso , è a volte  sopita, annebbiata e poco incline a fare serie battaglie per la difesa dei numerosissimi beni che la città di Salerno contiene  tra i quali l’Archivio di Stato.

Daniele Magliano

 

 

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.