Il Monumento ai Martiri della Libertà salernitani

Continuando il cammino che dalla stazione ferroviaria di Salerno, procede verso il centro storico, passando per il Corso Garibaldi, ci si imbatte, qualche passo oltre le storiche Poste Centrali, in un’altra statua  di alto pregio artistico quella del Monumento  dedicato ai Martiri della Libertà .

Alto quasi quindici metri , il monumento   è composto da una colonna di granito grigio, alta quattro metri,  che apparteneva all’antico tempio di Pomona trovata in prossimità della Via del Vescovado,  posizionata  su un piedistallo di pietra . Alla sua sommità  è collocato  un capitello composito mentre , a sud della colonna, è situata una bronzea statua, realizzata nelle Fonderie Chiurazzi di Napoli. L’opera, eseguita dal grande scultore salernitano Gaetano Chiaromonte,  fu inaugurata il 16 giugno 1912 alla presenza di tutte le cariche politiche locali, del Sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici, dell’  Onorevole De seta , del Presidente del Comitato Nunziante Basile, dell’Onorevole Enrico De Marinis e del Senatore Matteo Mazziotti e rappresentanze di garibaldini (ben documentato anche in un articolo de “Il Corrriere della Sera” custodito nella Biblioteca Provinciale di Salerno). Il luogo di installazione  del  monumento ha un particolare significato storico, di fatti  proprio in  quel punto  vennero decapitati Federico Cimmino, Antonio Giannone, Giovanni De Vita e Clemente Prota , condannati  nel 1823, dopo i moti antiborbonici di tre anni prima. Nello stesso luogo furono uccisi a colpi di moschetti, nel 1828, Antonio Maria De Luca e il nipote sacerdote Giovanni De Luca, capeggiatori della rivolta del Cilento,  i cui corpi furono poi  gettati in un fossa comune, non lontano, nella chiesa di San Pietro in Vinculis su Piazza Portanova e ancora, sempre in quel luogo, fu ucciso  Costabile Carducci, un altro capeggiatore dei moti cilentani del 1848. La volontà di realizzare tale monumento partì dal Comitato XX Settembre che già nel 1903 propose al Chiaromonte la possibilità di progettare un monumento che inizialmente doveva essere in memoria dei martiri del 1799, ma solo dopo  otto anni l’allora Presidente del Comitato XX settembre nonché maestro della loggia Massonica (Costanti e Tenaci) Nunziante Basile, contrattualizzò con lo scultore salernitano  decidendo anche il luogo della posa in opera del monumento  e che  sarebbe stato dedicato, questa volta,  ai Martiri della Libertà  salernitani  sopracitati.

Nel novembre del 1911 l’opera risultava già completata: la Libertà rappresentata da una bella donna  con il seno nudo caratterizzata  da un’ espressione  molto forte e profonda di chi è riuscito finalmente, con tenacia e tanta forza, a rompere  le catene del sopruso umano. La tensione è palpabile sul volto della statua, e non solo anche sulle braccia, perfette,  e  lo si nota anche   dalla sua posizione, quasi ci  volesse trasmettere  l’istante in cui finalmente inizia ad assaporare la tanto aspirata indipendenza , con i capelli mossi dal vento , il vento della Libertà!

La statua bronzea,  è prototipo  della bellezza espressa in quegli anni,  tipico esempio del classicismo italiano che ha le più lontane origini nella tradizione greca. Sulla base del piedistallo, lato nord, è posizionata la bandiera italiana e sulla colonna due cartigli di bronzo  con le date 1870, in memoria della breccia di Porta Pia ad est e 1794 nel ricordo dei moti napoletani a ovest. Il monumento  fu oggetto di aspre critiche da parte del cattolico giornale “ Il buon senso” di G. Lanzalone dove Monsignor Arturo Capone  descrisse la statua come una sorta di oltraggio alla morale , una “ donna lì ignuda è un insulto perenne che si è collocato contro la moralità ed il buon senso”. Dalla rivista “ Arte e Morale ” Lanzalone definiva il monumento una donnaccia : “ La donnaccia ignuda è buona per quella della Pudicizia e della Morale. In  fatti, il monumento ai Martiri del Salernitano è appunto una donnaccia , vigorosamente modellata , che ha spezzato le catene che la legavano , ma si è liberata anche di tutti i veli del pudore e del buon costume, mostrando liberamente al sole le sue carni provocanti , nuda fino all’anguinaja…..io so che i Martiri di Salerno, dall’altro mondo, protestano clamorosamente. Non era questa la Libertà sognata e voluta da loro!”, incredibili e fortissime parole davvero troppo intransigenti e retrograde,  mi viene da dire,  che erano veramente altri tempi  quelli!

All’osservatore , neanche troppo attento, non sfugge, tuttavia, una semplice analisi :   è chiaro che  allo stato attuale  essa sia in condizioni di parziale degrado, le sue parti bronzee andrebbero sottoposte a manutenzione, e il piedistallo sul quale poggia la colonna è imbrattato da scritte su quasi tutti i suoi lati.

Andrebbe, inoltre,  ma questo è un mio modesto parere, illuminato, di notte, esaltandone  con un giusto gioco di luci, la bellezza e forse richiamando anche il distratto passante, che potrebbe dedicarle, fermandosi ,  un minuto della sua frenetica vita.

Daniele Magliano

Fotografie  a cura dell’Architetto Daniele Magliano

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.