Il venerdì rileggiamo Poesia “a far la guardia alla libertà”

di Graziella Di Grezia

 Il 25 aprile non è soltanto una data storica, ma il simbolo di coraggio, resistenza e speranza.

Per la rubrica poetica del venerdì, ho scelto un testo di un poeta che si è dedicato alla lirica per bambini, conciliando temi storici di rilievo.

 Gianni Rodari (1920–1980) è stato uno dei più celebri scrittori e poeti italiani per l’infanzia; nato ad Omegna,  in Piemonte, lavorò come insegnante e giornalista prima di dedicarsi alla letteratura per ragazzi.

Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti,

ma perché nessuno sia più schiavo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, si avvicinò alla Resistenza, aderendo al movimento partigiano e collaborando con la stampa antifascista. Dopo la Liberazione, continuò a impegnarsi politicamente e culturalmente, scrivendo per LUnità e Paese Sera, e diventando un punto di riferimento per la pedagogia democratica.

Attraverso la sua arte pedagogica oltre che poetica, Rodari sapeva descrivere la realtà della guerra e della morte trasformandole in una fiaba, in grado di dare un valido insegnamento pur senza suscitare orrore e terrore. Autore amatissimo dai bambini, Rodari fu anche un antifascista convinto.

     Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla.

     E la storia, senza la memoria dei vinti, è solo un racconto dei vincitori

Rodari ha sempre sottolineato l’importanza della lotta partigiana come fondamento della democrazia italiana. In un’intervista, dichiarò: “La Resistenza non è un museo, ma un cantiere sempre aperto”, ribadendo che i suoi scritti per bambini erano un modo per coltivare gli ideali di giustizia e uguaglianza nati dalla Liberazione .

     La libertà è come laria:

    ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.

Rodari, noto soprattutto per le sue filastrocche per bambini, ha saputo trasformare il dramma della guerra in un messaggio universale. Scritta con linguaggio semplice, questa poesia racconta il sacrificio di un giovane partigiano attraverso gli occhi di una madre, trasformando il sangue versato in un fiore vermiglio, simbolo di rinascita e memoria.

La madre del partigiano
di Gianni Rodari

Da La Grammatica della fantasia (Einaudi, 1973)

Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.

Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.

Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.

Graziella Di Grezia Graziella Di Grezia

Graziella Di Grezia

Grazyella, alias di Graziella Di Grezia, è medico radiologo, poetessa, scrittrice e pianista classica, giornalista. Madre di tre figli, unisce arte e scienza per promuovere il benessere artistico. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie e ideato il progetto "Cartoline Poetiche Postali" (Mail Poetry Project), che fonde arte postale e poesia. Promotrice e organizzatrice di spettacoli letterario-musicali, ha ricevuto numerosi premi per il suo impegno culturale e professionale.

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