Domani “le esequie di un pastore, non di un potente”

di Antonietta Doria-

Domani 26 aprile alle ore 10, si terranno in Piazza San Pietro i funerali di Papa Francesco, tornato alla casa del Padre alle 7,35 del 21 Aprile scorso e, come ha affermato l’ arcivescovo Ravelli, «saranno le esequie di un pastore, non di un potente»

Il rito consta di tre Stazioni in toto, dunque, la prima in cui, prima di tutto, viene constata la morte del Pontefice che indossa la talare bianca «nella cappella privata della casa del Pontefice», poi viene redatta la relazione “sull’esame del corpo, sulla constatazione della sua morte e sulla causa che l’ha provocata”, «Pastor noster, Papa Franciscus, cum Christo mortuus est». La salma del Papa rivestita delle vesti liturgiche rosse, viene deposta in un’unica «bara di legno e zinco» che sostituisce la tre bare tradizionali di cipresso, piombo e rovere. Accanto si posa un cero pasquale mentre viene recitato il rosario.

Nell’ambito della Seconda Stazione la bara viene trasportata nella Basilica di San Pietro tra litanie dei santi e salmi. La slama viene esposta ai fedeli, la sera prima della Messa delle esequie inizia il rito con la lettura di un testo in latino, il rogito, che riassume vita e opere del pontefice. Viene steso un velo di seta bianca, nella bara viene deposta  una borsa con le monete coniate durante il pontificato e il tubo di metallo con il rogito. I funerali si celebrano poi sul sagrato di San Pietro, innanzi all’altare è collocato il libro dei Vangeli che ben ricordiamo, sfogliato dal vento quasi mistico, durante le esequie di Giovanni Paolo II che si tennero l’ 8 aprile 2005, celebrati dall’allora cardinale Joseph Ratzinger in piazza San Pietro.

La terza e ultima stazione si ha nel luogo della sepoltura dove vengono intonati salmi. Qui la bara è una in legno e quindi non si ha più il rituale della chiusura della bara di cipresso in quella di piombo e nella terza di rovere. Impressi i vari sigilli avviene la sepoltura. Da allora, per nove giorni, vengono celebrate messe in suffragio.

Seguendo questo rituale, il 23 Aprile il feretro è stato traslato da Santa Marta, (la Domus Sanctae Marthae, nota anche come Casa o Residenza di Santa Marta, edificio alberghiero situato all’interno della Città del Vaticano, scelta dal 2013  come residenza stabile da Papa Francesco, al posto del  Palazzo Apostolico), alla Basilica di San Pietro per dare ai fedeli la possibilità di porgere l’ultimo saluto. Papa Francesco è stato adagiato in una bara di legno rivestita di zinco senza catafalco.

Oggi sono state superate le 128mila persone presenti per recarsi in basilica. Domani saranno presenti 50 Capi di Stato, 10 sovrani, 182 delegazioni.
Ricordiamo Papa Francesco alle esequie di Benedetto XVI, funerali del 5 Gennaio 2023,  la mano destra posata sulla semplice  bara di cipresso.

All’arcivescovo Diego Rivelli, Papa Francesco ha lasciato le sue ultime volontà, che prevedono una sepoltura  «con dignità, ma come ogni cristiano». Non vedremo il corpo posto su un catafalco, ne’ udiremo titoli altisonanti  quali “Sommo Pontefice della Chiesa universale” o “Sovrano dello Stato della Città del Vaticano”,  Francesco verrà chiamato “Papa”, “Episcopus Romae”, “Pastor”,  perchè come ha sottolineato il cardinale Rivelli   «le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo»

 

 

Antonietta Doria

Già docente di Lingue e Letterature Straniere, ama la lettura, la civiltà greca, l'enigmistica e la sua Volcei. Appassionata di antiquariato è una profonda conoscitrice del mondo Shakespeariano, di miti e Leggende. La scrittura è la sua nuova frontiera.

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