Le uova di Pasqua: origine e storia
Tra le festività religiose la Pasqua, con la celebrazione del sacrificio di morte e successiva Resurrezione di Cristo, è in Italia come per molte regioni del Mediterraneo europeo, sicuramente la ricorrenza più importante e sentita per la comunità dei fedeli. Tramandata, in realtà, dalla Pasqua Ebraica che commemora, di fatto, l’esodo del popolo ebraico dall’Egitto, nel nostro Paese è costellata di numerosi eventi e suggestivi appuntamenti religiosi. Alla Pasqua si lega anche il rituale, apparentemente recente, dello scambio delle uova di cioccolato, un’usanza che, in realtà, affonda nel tempo le sue radici addirittura a prima della nascita di Gesù. Da millenni l’uovo è considerato perfetto simbolo naturale e augurale legato alla Primavera. Nell’antica Persia, 3000 anni fa, attraverso il dono dell’uovo di gallina, simbolo di fecondità e di rinnovo della natura, si festeggiava la venuta della Primavera.

Nell’antico Egitto, nel finire dell’inverno era usanza regalare un uovo decorato come simbolo augurale di rinascita. Nel villaggio di Deir-el-Medina, nei pressi di Luxor, all’interno di un antico tempio, in un rilievo raffigurante il faraone Tolomeo IV in adorazione del dio Montu (dio della guerra rappresentato con la testa di falco), nella parte bassa si può osservare la rappresentazione di un uovo. Un’antica leggenda, inoltre, racconta che la Maddalena, di ritorno dal sepolcro di Gesù ormai vuoto, avrebbe riportato a Pietro, incontrato sul cammino, la notizia della sua resurrezione. Incredulo, il discepolo rispondeva alla Maddalena che si sarebbe convinto solo allorquando le uova, che la donna portava con sé in un cestino, si fossero colorate di rosso. E, per miracolo, le stesse incredibilmente si pigmentarono di scarlatto all’istante. Nella tradizione cristiana, le uova diventano simbolo della resurrezione di Cristo e la leggenda ne conferma il suo nuovo significato.

Conservata nella Pinacoteca di Monaco di Baviera è un dipinto su tavola di Segna di Bonaventura (pittore della scuola senese) realizzato nel 1320. In esso è raffigurata la Maddalena che regge un contenitore di mirra e un uovo rosso: il simbolo della resurrezione. In numerose chiese, inoltre, alla fine della messa pasquale, proprio a ricordo delle leggenda, vengono donate ai fedeli uova dipinte di rosso. L’usanza di dipingere di vari colori le uova sode, da mangiare il giorno di Pasqua, risale al medioevo. L’uovo in realtà è rappresentato in numerose opere pittoriche, anche se non sempre ne ricorda l’essenza cristiana.


La più conosciuta è, probabilmente, la Pala di Brera (1472-1474), preziosa opera artistica dell’umanesimo di Piero della Francesca. In essa è raffigurata la Madonna al centro, in trono, con il Bambino, sei santi, quattro angeli e Federico da Montefeltro (Duca di Urbino), il committente dell’opera stessa. Nella sua elegante ricercatezza prospettica, con sfondo rappresentante un abside in stile classicheggiante, spicca in alto, proprio in corrispondenza della Madonna un uovo sapientemente posto in primo piano grazie a un calcolato gioco di luci. L’uovo di struzzo in questo caso ha più significati e simboleggia la vita, la nascita e la rinascita, oltre ad essere anche emblema del casato dei Montefeltro.


Altra interessante opera è quella realizzata dal Tiziano, un olio su tela databile al 1534-38 ed esposto nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia: la Presentazione di Maria al Tempio. La Madonna percorre uno scalone in una quinta scenica di architetture classiche a mo’ di scenografia teatrale; si nota nella parte bassa, una vecchia con un cesto di uova, elementi naturali che preannunciano un grande cambiamento, una nascita che stravolgerà il mondo intero. L’uovo di cioccolato nasce non molti secoli fa: alcuni storici come Emma Kay e Joan P.Alcock affermano che le prime uova di cioccolato risalgono agli inizi del XIX secolo. All’origine, l’ingegno dell’imprenditore e chimico olandese Coenraad Johannes van Houter che, nel 1828, riuscì a separare il cacao dal burro di cacao mediante una pressa, ottenendo un cacao in polvere inventando, dunque, il cioccolato solido, fino ad allora presentato sempre sotto forma di bevanda. Da quel momento apparvero in Francia i primi prototipi di uova di cioccolato piene e non cave, dal gusto piuttosto grezzo e il sapore amaro. Qualche decennio dopo, in Inghilterra, la ditta J.S.FRY&Sons intuì le potenzialità delle uova di cioccolato e le grandi risorse positive nel commercio, creando, nel 1873, le uova di cioccolato a noi più familiari, quelle vuote all’interno. In contemporanea anche un’altra ditta, la Cadbury, sperimentava le uova di cioccolato cave, lanciandole nel mercato nel 1875.


Nel 1883, al famoso orafo Peter Carl Fabergé, di San Pietroburgo, veniva commissionato dallo Zar di allora, Alessandro III Romanov, un particolare dono per la zarina Maria: un uovo in platino dal cromatismo chiaro che contenesse, al suo interno, un altro uovo tutto d’oro al cui interno erano racchiusi due regali: un pulcino in oro e la riproduzione della corona imperiale. Il successivo Zar, Nicola II, dava inizio una sorta di tradizionale dono dell’uovo prezioso da regalare ai parenti più stretti, nominando il gioielliere “Orafo speciale per la corona imperiale”. Le prime uova di cioccolato erano tutte in pasta di cacao fondente, quelle al latte arriveranno solo alla fine del XIX secolo ed avranno un grande successo grazie anche ai prezzi più contenuti. L’uovo di cioccolato fondente era, infatti, di nicchia. Soltanto all’inizio del ‘900, alcuni imprenditori italiani ebbero l’intenzione, sul modello del Fabergè, di inserire anche la sorpresa all’interno dell’uovo. Nel corso del XX secolo, l’uovo di cioccolato, da produzione artigianale, passa a quella industriale quando la richiesta, di fatto, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, aumenta esponenzialmente.


Negli ultimi decenni però assistiamo a una sorta di controtendenza: assieme alle uova di realizzazione industriale, si producono anche uova artigianali dai variegati gusti.

In ultimo, tra le ricorrenze di Pasqua non possiamo non ricordare l’infinita produzione di cartoline postali augurali di Pasqua, nate alla fine dell’800.


Cartoline sempre per lo più colorate, naïf, belle e gioiose che facevano riferimento alla Pasqua attraverso la rinascita della natura e l’annuncio della bella stagione: i soggetti erano per lo più bambini, uccellini, pulcini e le variopinte uova di tutte le grandezze esposte in ambienti ameni e bucolici di campagna con, a volte, in lontananza, un paesello con chiesa e campane a festa.
