“Raffaello. La Dama col liocorno” in mostra a Napoli
Gallerie d’Italia – Napoli. Dal 27 marzo al 22 giugno 2025
Nella sala dove è ubicato il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio che è esposto presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini per la mostra “Caravaggio 2025”, potrà essere ammirato il dipinto di Raffaello, “Dama col liocorno”, in prestito dalla Galleria Borghese di Roma.
La presenza di questa opera fa parte della rassegna “L’Ospite Illustre” che si realizza presso le Gallerie d’Italia di Napoli, edizione 2025.
L’opera, databile 1505-1506, rappresenta una giovane donna a mezza figura seduta innanzi ad una sorta di terrazza con colonne, con in mano un unicorno, col busto ruotato di tre quarti verso sinistra. La nobildonna indossa un vestito scollato dalle grandi maniche, identico a quello della Gravida di Palazzo Pitti, i capelli sono lunghi e fluenti, al collo una catena d’oro annodata con un vistoso rubino ed una perla a goccia.
Il modello di riferimento è sicuramente Leonardo Da Vinci, per la posa, per lo sguardo, ci rimanda alla Dama con Ermellino.
Potrebbe trattarsi di Giulia, amante di Papa Alessandro VI , di Maddalena Strozzi, prima delle nozze avvenute nel 1504 con Agnolo Doni, committente anche di Michelangelo oppure di Caterina Gonzaga di Montevecchio, vedova del conte Ottaviano Gabrielli di Montevecchio. Il viso regolare, i capelli biondi e la pelle candida fecero, infatti, di Caterina Gonzaga di Montevecchio la bellezza più celebrata del Rinascimento.
Quando fu restituita a Raffaello dallo storico dell’arte Roberto Longhi nel 1927, quest’opera presentava ancora ancora l’unicorno coperto, al suo posto un cagnolino. In questo dipinto, l’unicorno e, precedentemente il cagnolino rappresentano proprio la fedeltà coniugale. Anche questo elemento fa propendere per Caterina Gonzaga che, dopo la morte del marito nel 1510, entrò in convento e il dipinto sarebbe stato dunque ritoccato per attribuirvi le fattezze di Santa Caterina d’Alessandria, con la ruota dentata e la palma del martirio.
Il liocorno fu poi utilizzato ossessivamente dai farnese, raffigurato sulle pareti e sui soffitti delle loro maestose dimore, nei ritratti, affresci, quadri; il cimiero del proprio emblema di famiglia era infatti sormontato da un unicorno rampante.
