Un viaggio nella canzone d’autore ne I Racconti del Contemporaneo
di Maria Beatrice Russo-
Un viaggio nella canzone d’autore e in quella che è considerata la casa dei cantautori, il Club Tenco. A Palazzo Fruscione, il giornalista e critico musicale Paolo Talanca, ha rapito il pubblico di Tempi Moderni raccontando i “lampi di genio” dei protagonisti della canzone e non solo. Un viaggio, il suo, accompagnato dal puntualissimo giornalista Carlo Pecoraro, partito dal senso storico della canzone d’autore. Le origini, le stesse raccontate all’Università di Salerno, in un primo incontro con gli studenti, nella mattinata di giovedì 3 aprile. La risposta degli studenti è stata forte e partecipata, si sono lasciati coinvolgere con passione in questo viaggio che gli ha dato gli elementi per rileggere e rivalutare il cantautorato da un punto di vista sistematico.
Un lavoro raccolto nel suo ultimo libro, “Musica e parole” (Carocci Editore), nel quale Talanca ripercorre l’intera storia della canzone d’autore italiana e dei suoi protagonisti narrando le vicende di singoli artisti e gruppi la cui opera scaturisce da reali necessità personali e collettive e che, anche a contatto con l’industria discografica, sono riusciti a non compromettere la propria poetica musical-letteraria.
Tra immagini, suoni, aneddoti, la serata ha attraversato la storia del Club dedicato alla memoria di Luigi Tenco e immaginato da Amilcare Rambaldi, il fioraio visionario che traghettò a Sanremo il nome del club nato a Venezia. E Talanca si lascia guidare anche e soprattutto dalle parole di Guccini, che in un video racconta le prerogative della canzone d’autore. Il cosiddetto “patto di sincerità” che l’artista stipula con il suo pubblico. Lo stesso, che la sera precedente, aveva tratteggiato, nel suo incontro, il professore Massimo Locatelli, docente di Film and Television Studies all’Università Cattolica di Milano nell’incontro dedicato alla presentazione del volume: “Il paese dei cantautori”.
Nel racconto di Talanca, fondamentale è stato lo sguardo su quello che accade negli anni Settanta. E’ in quel momento che si comprende che il Club Tenco non è un fan club ma molto di più. E’ il luogo dove la canzone diventa strumento narrativo della società italiana, della politica, dei sentimenti, della rabbia, della spensieratezza. Dal Tenco nascono molte carriere, da quella di Paolo Conte a quella di Roberto Benigni. E quel palco, che ogni anno lega l’edizione a un tema, diventa terra di intellettuali, di poesia, di una certa idea progressista del mondo.
E lo fa, intrecciando anche autori internazionali. Dai brasiliani come Chico Buarque al grande Tom Waits che sul palco del Tenco canta “Tom Traubert’s Blues” che il pubblico di Tempi Moderni ascolta in religioso silenzio. Ma il festival e anche e soprattutto il dopo festival. E’ qui che giornalisti, artisti e addetti ai lavori si fondono e si confondono in un costante scambio di idee e pensieri e emozioni. Le cene, la convivialità, le risate, il vino. E qui Paolo Talanca inanella una serie di aneddoti ricordando di incontri inediti e duetti fantastici. La serata si è chiusa con due momenti decisamente toccanti: l’esecuzione di “Ecco” del 2013 di Niccolò Fabi, lo strugente brano dedicato alla figlia scomparsa e la premiazione di Fabrizio De Andrè da parte di Fernanda Pivano.
E così, anche se per poco, a Salerno si è provata la stessa emozione di essere seduti nella platea dell’Ariston a guardare e ascoltare la magia che si crea sul palco dell’Ariston.
Fotografie a cura di Enza Sola, Associazione Culturale LAB147
