Con Tempi Moderni “Il Paese dei cantautori” di Locatelli
di Carlo Pecoraro-
Un approccio accademico alla canzone d’autore. Uno sguardo più approfondito e meno didascalico, a quella canzone che ha accompagnato la crescita del nostro Paese. Un libro, che offre un punto di vista altro e necessario per comprendere l’importanza di certa scrittura poetica o ancora, l’impegno, la politica e i fermenti culturali che hanno attraversato la nostra società e che, evidentemente, non “sono solo canzonette”.
Si intitola “Il Paese dei cantautori” ed il volume curato dal professore Massimo Locatelli, ordinario all’Università Cattolica di Milano e Elena Mosconi, associato presso l’Università di Pavia. Il libro è stato presentato lo scorso due aprile a Palazzo Fruscione nell’ambito della IX edizione della rassegna Racconti del Contemporaneo, che accompagna la mostra diffusa “Lampi di Genio” fotografie di Philippe Halsman curata da Alessandra Mauro e organizzata da Tempi Moderni.
Il libro è un racconta di saggi, dieci per l’esattezza, scritti da sociologi, storici, etnomusicologi, musicologi. Che attraversano il lavoro di Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Roberto Vecchioni (scritto dal direttore scientifico di Tempi Moderni, il professore Alfonso Amendola), Pino Daniele, Gianna Nannini, Rino Gaetano fino ad arrivare agli Skiantos, la formazione punk rock di Freak Antoni legata al movimento del 77; il gruppo prototipo che aprirà la strada al rock demenziale in Italia.
Ma il volume, allunga lo sguardo anche all’oggi, prendendo in considerazione il lavoro progettuale de La rappresentante di lista e a Iosonouncane, lo pseudonimo del cantautore Jacopo Incani che fonde nella sua musica elettronica, folk e sonorità mediterranee.
Lo scopo è quello di “ricostruire le dinamiche di funzionamento della “macchina” cantautorale in Italia, arrivando a intenderla non come un momento concluso, arroccato in un’immagine di maniera, ma come uno stimolo produttivo”.
Del resto, la sera dopo, anche il giornalista e critico musicale, nel raccontare la storia e le leggende del Club Tenco, ha lasciato intendere al pubblico di Tempi Moderni come la canzone d’autore sia ancora viva e feconda. Una canzone “necessaria” che proprio all’ultimo Festival di Sanremo è emersa nella zona alte della classifica aprendo, con Lucio Corsi, Brunori, Cristicchi, a un pubblico più vasto e giovane.
E se nel 1976, Edoardo Bennato prendeva in giro se stesso e i suoi colleghi, cantando “Cantautore” quasi una reazione a quegli scontri, che proprio in quegli anni, mettevano “sotto processo” i musicisti.
Il valore poetico e letterario di quella musica dà vita a “un nuovo genere letterario che ha l’aspetto della poesia classicamente intesa e della canzone melodicamente popolare” scrive Roberto Vecchione.
