Intervista. Alessandra Mauro, curatrice della mostra di Halsman a Salerno
di Claudia Izzo-
Oggi, venerdì 28 Marzo, alle 18,30 presso Palazzo Fruscione, a Salerno, nell’ambito degli incontri che ruotano intorno alla mostra di Philippe Halsman, “Lampi di Genio”, organizzata dall’Associazione Tempi Moderni, ci sarà Alessandra Mauro, curatrice della mostra.
Alessandra Mauro sarà infatti protagonista dell’incontro “Le molte vite di Lee Miller” (Contrasto) che prende il nome dalla biografia della fotografa, narrata dal figlio Antony Penrose, che “con vero amore filiale, ha raccolto tutte le sue vicende, i tanti aneddoti e le molte testimonianze, per raccontare una storia unica e una donna fuori dal comune. Di lei si diceva che fosse un vero enigma, con la sua personalità prorompente, le sue difficoltà, i suoi amori. Certo, Lee Miller sfugge a ogni semplice definizione e la sua vicenda personale, il suo lavoro, le sue fotografie, perfino il suo corpo, sono elementi che, insieme, compongono l’immagine complessa e unica di una donna indipendente e un’artista di talento.”
Direttore artistico della Fondazione Forma per la Fotografia di Milano e direttore editoriale della Casa editrice Contrasto, Alessandra Mauro ha curato e realizzato molti progetti fotografici, espositivi e editoriali. È stata responsabile (2000-2003) delle mostre fotografiche presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Già professore di Teoria e Storia della Fotografia presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, già docente di Fotografia presso il DAMS di Roma 3, è ora docente di Fotografia e fotogiornalismo presso la Scuola di Giornalismo della LUISS di Roma, di Storia della Fotografia presso la RUFA di Roma e di Luoghi ed eventi espositivi presso l’Università Mercatorum. È autrice dei podcast “Una foto, una storia” (Storie libere e Contrasto, 2023). Collabora con la RAI – Radio Tre (programma Wikiradio) per le puntate dedicate alla fotografia internazionale e ha collaborato con i Musei Vaticani, Collezione Arte Contemporanea, per la collezione Fotografica dei Musei.
Raggiungo Alessandra Mauro prima dell’incontro.
Curatrice della mostra che impera nel panorama culturale salernitano dedicata a Philippe Halsman, fino al 2 Giugno, ha scritto per Tempi Moderni: “Halsman è affascinato dalla capacità della fotografia di suggerire la personalità dei soggetti… nelle fotografie i soggetti guardano negli occhi il loro carnefice, il fotografo che con gentilezza irremovibile cerca di frantumare la loro immagine stereotipata, di stravolgere le consuetudini e rivelare qualcosa di diverso, di inatteso, di attuale e profondo…” Quel è la caratteristica dell’artista che La colpisce maggiormente?
Nelle immagini che realizza trovo che emerga una conoscenza dell’essere umano, la capacità di capire e carpire quel qualcosa che ci faccia entrare nella relazione con colui che si ha di fronte. Egli cambia ciò che era la pratica ritrattistica: uno scrittore veniva per lo più fotografato seduto ad un tavolino, con la penna in mano, il viso appoggiato sulla mano destra o sinistra. Con Halsman c’è la possibilità di rendere tutto più dinamico. Ciò che mi piace è proprio la possibilità che danno le sue foto, che, pur nella considerazione del personaggio, non si fanno intimidire, permettendo così di farceli conoscere a fondo.
Come vede questo evento in toto a Palazzo Fruscione?
Credo che il risultato finale sia molto bello, le foto si sistemano in uno spazio che è di per sè intenso, centrale nella città, con la Mostra Diffusa che è un valore aggiunto molto forte: fa dialogare una città come Salerno con un artista come Halsman, dando una portata ed un ruolo alle foto nella vita comune. L’Associazione Tempi Moderni è stata bravissima, vive del fuoco sacro della creatività, della cultura, della realizzazione di eventi. E’ particolarmente bello lavorare con persone come loro, non è scontato trovare persone così in tutta Italia, risorse rare, si impegnano in prima persona, magari ce ne fossero di più… Io li ho accompagnati per quel che riguarda la mostra in sé, ma il programma a lato è enorme, onore al merito!
Cosa significa per Lei insegnare Fotografia?
Sono sempre stata colpita dalle immagini. Mi sono laureata in Lettere e Filosofia specializzandomi con studi sui memoriali di viaggio del ‘400 e ‘500, ho studiato dunque come l’informazione diventava immagine, ho studiato questo nuovo approccio, come i monti, i fiumi, i mostri marini venivano rappresentati nelle carte geografiche di qui l’immagine che si imprimeva nella mente dei viaggiatori. Insegnando Fotografia cerco di dare la possibilità di capire cosa vuol dire un’immagine. Proprio oggi che si consumano velocemente è importante fermarsi e guardare le immagini, la storia che hanno dietro, il loro valore. La fotografia è un linguaggio che ha un suo alfabeto, una sua sintassi, e per poterla “maneggiare” bisogna conoscerlo, studiarlo.
Una donna che ama la fotografia, Lei, parlerà di un’altra donna che della fotografia ha fatto la sua vita, Lee Miller. Stasera l’incontro a Palazzo Fruscione, in cui presenterà il libro di Antony Penrose, il figlio dell’artista, edito dalla casa editrice Contrasto di cui è Direttore Editoriale. Cosa pensa di questo carismatico personaggio statunitense?
