Il Venerdì ri…leggiamo Poesia “E’ merito loro se vivo in tre dimensioni”
Il venerdì ri…leggiamo poesia “E’ merito loro se vivo in tre dimensioni”
di Graziella Di Grezia (no AI)
Oggi rileggiamo Wisława Szymborska, in un’epoca in cui i legami affettivi sono difficili da definire e a volte anche da coltivare, se non in modo virtuale.
Ma è la realtà della frequentazione che rende i legami amicali veri e durevoli nel tempo, nonostante le difficoltà del quotidiano.
Mentre osservavo un gruppo di amici conversare al bar, ho ripensato a questi versi che celebrano la bellezza dei rapporti non amorosi. La Szymborska, con la sua ironia delicata, ci ricorda che la gratitudine può fiorire anche lontano dalle passioni travolgenti, negli spazi quieti delle relazioni senza pretese.
La sua poesia non è mai solo introspezione, ma soprattutto libertà, leggerezza, e soprattutto una semplice verità.
In Ringraziamento, si percepisce tutta la sua saggezza: il sollievo di non essere “il lupo dei loro agnelli”, la gioia di un orizzonte “non lirico e non retorico”.
La sua voce raccoglie l’essenza di chi ha capito che l’amore non è l’unico legame che conta.
“Devo molto
a quelli che non amo”
Nata in Polonia nel 1923, premio Nobel nel 1996, Szymborska conobbe la guerra, il regime, la censura. Eppure, nelle sue opere non cedette mai al pathos.
Scelse l’autoironia, il dubbio, la meraviglia per tutto ciò che appartiene ai giorni ordinari che si susseguono.
Nei suoi versi non ci sono eroi, ma persone comuni che scoprono di essere “in tre dimensioni”.
“Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote”
C’è qualcosa di sovversivo nel suo messaggio.
Ringraziare chi non si ama è un atto di ribellione contro il culto romantico dell’ossessione.
È la celebrazione di un’affettività matura, che non ha bisogno di possesso per esistere.
Leggere Szymborska significa entrare in una dimensione in cui la poesia diventa bussola per relazioni autentiche, lontano dai drammi e dai cliché. Una lezione necessaria, oggi più che mai.
E ora ri…leggiamo Ringraziamento di Wisława Szymborska.
“Ringraziamento” di Wisława Szymborska
(Traduzione di Pietro Marchesani)
Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.
E’ merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
“Non devo loro nulla”
direbbe l’amore
su questa questione aperta.
Foto:Mariusz Kubik. Creative Commons Attribution 3.0
